I servizi sanitari del territorio chiaravallese si stanno sgretolando giorno dopo giorno, come ampiamente previsto dal gruppo Chi.Ce durante la campagna elettorale 4 anni orsono, quando si ripeteva a chiare lettere che un sindaco dipendente dell’Asp sicuramente non avrebbe fatto la voce grossa con il suo datore di lavoro. Puntualmente, così è stato.
L’ultima notizia, in ordine di tempo e per la verità non ancora ufficiale, riguarda la chiusura del Punto di Primo Intervento della Casa della Salute di Chiaravalle. A tal proposito chiediamo al sindaco Domenico Donato e alla sua amministrazione: corrisponde al vero questa indiscrezione? Se sì, cosa intende fare per scongiurare quello che sarebbe un gravissimo colpo, forse definitivo, ai servizi essenziali della nostra cittadina? O è troppo tardi?
D’altronde, un’altra fresca novità riguarda l’aggiornamento della rete regionale dell’elisoccorso, con 26 nuovi punti per l’atterraggio notturno: è scontato affermare che Chiaravalle non figura fra questi, al contrario ad esempio di Soverato e Serra San Bruno, ormai avanti anni luce sotto tutti gli aspetti rispetto alla nostra città che pare oramai abbandonata al suo triste destino, ben rappresentato dal silenzio assordante degli amministratori.
Con la paventata chiusura del Punto di Primo Intervento e l’assenza di basi effettive per l’elisoccorso (si badi bene, il campo di località Foresta non è una base ma è considerato un semplice terreno in piano dove atterrare) e l’eterno cantiere della Casa della Salute sempre più impoverita di servizi, si va delineando quanto Chi.Ce imperterrita continua a denunciare dalla sua nascita.
E, attenzione, non è lo sporadico comunicato o breve video di qualche consigliere regionale della zona che salverà la nostra sanità territoriale. Anche perché la politica regionale, al di là dei partiti di appartenenza, è intervenuta laddove ne ha avuto intenzione (vedi Soverato).
Al contrario, occorrerebbe quel tavolo di concertazione (medici, regione, Asp, comuni) franco ed inclusivo che abbiamo già descritto in passato e inserito nel nostro programma, con un progetto chiaro che faccia il bene della comunità e diventi attrattivo per i professionisti. Ma ci rendiamo conto di come, nell’attuale contingenza politico-amministrativa, la sola ipotesi rappresenti una pura utopia.
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