Un incontro che non è stato un convegno tradizionale, ma un mosaico di voci ed esperienze. Nella Sala Concerti di Palazzo De Nobili, a Catanzaro, martedì 23 settembre si è svolto “Cura, persone, futuro. Per un domani migliore”, un appuntamento che ha intrecciato testimonianze, emozioni e professionalità diverse per accendere i riflettori sulla sfida delle demenze, mettendo al centro la dignità delle persone.
L’evento, introdotto dai saluti del segretario provinciale del Pd Catanzaro, Gregorio Gallello, ha scelto un format inedito: non solo relazioni, ma un percorso emotivo scandito da parole-chiave.
La prima parola è stata “Diagnosi”, affidata a Desirè Addesi (dirigente medico AOU Dulbecco), che ha richiamato il momento spartiacque nella vita di pazienti e famiglie. A seguire, Amalia Talarico (assistente sociale) ha parlato della “Solitudine del dolore” che pesa sui caregiver. Con Valentina Laganà (psicologa e psicoterapeuta) si è aperto uno spiraglio di speranza, raccontando il “Diritto all’ottimismo” che nasce dalla resilienza e dai piccoli gesti.
La riflessione è poi approdata a “Memoria mare nostrum” con Sabrina Curcio (dirigente psicologo ASP Catanzaro), che ha evidenziato come il vuoto lasciato dalla perdita di memoria debba essere colmato dalla comunità. Roberto Lacava, responsabile clinico del Centro per i disturbi cognitivi e le demenze di Catanzaro, ha posto l’accento sulla necessità di costruire e rafforzare la rete dell’assistenza, unica via per non lasciare nessuno solo.
Il momento più intenso è stato quello con lo scrittore, editorialista e filmmaker Flavio Pagano, grande anima dell’Alzheimer Fest, autore di libri come Perdutamente e Infinito presente. Nel suo intervento, intitolato “Arrivano i Curacari”, Pagano ha donato al pubblico prima il testo un dialogo estremo con una persona amata travolta dalla malattia, e ancora prima due brani inediti, da lui composti, «Mi so scordato il titolo» e «Le ali di Guido», interpretate da Alessandra Cesarini al pianoforte e Maria Grazia Cicala alla voce. Le sue parole hanno restituito forza e bellezza alla fragilità, ribadendo che curare significa prendersi cura, con amore e coraggio.
A chiudere i lavori sono state Amalia Cecilia Bruni, candidata al Consiglio regionale della Calabria nella circoscrizione Centro, e Marina Sereni, responsabile nazionale Salute del Partito Democratico. Entrambe hanno sottolineato l’urgenza di politiche concrete, capaci di affrontare la doppia emergenza sanitaria, nazionale e calabrese, mettendo al centro pazienti, famiglie e operatori.
“Ho conosciuto Amalia Bruni come consigliera regionale, impegnata con competenza e passione sui temi della sanità. In questi anni abbiamo girato insieme quasi tutte le province della Calabria, visitato ospedali e cantieri del PNRR, incontrato operatori, associazioni e cittadini per capire lo stato del servizio sanitario e avanzare proposte concrete – ha spiegato Marina Sereni -. La Calabria vive una doppia emergenza: quella nazionale della sanità e una ancora più grave, specifica della regione. Qui i cittadini vedono spesso negato un diritto fondamentale: tanti rinunciano a curarsi perché non trovano risposte dal sistema pubblico o non hanno risorse per rivolgersi al privato; altri sono costretti a migrare per ricevere cure. In questi quattro anni Amalia Bruni non si è limitata a denunciare, ma ha avanzato proposte serie e concrete, anche se la maggioranza non le ha accolte. Ha mostrato competenza, autorevolezza e passione, senza arrendersi di fronte agli ostacoli”
“La sfida che abbiamo davanti è dimostrare che la politica può cambiare la vita delle persone. Per questo invito tutti a sostenere il Partito Democratico e la coalizione progressista intorno a Pasquale Tridico”, ha concluso Sereni.
“Ringrazio di cuore per questa presenza in una città che sento mia – ha esordito Amalia Bruni -. Ho dedicato oltre quarant’anni alla medicina, alla ricerca e all’assistenza, soprattutto sul tema delle demenze, contribuendo anche ai tavoli nazionali e regionali. Ho sempre considerato la politica lontana dal mio mondo, ma oggi devo ammettere che questo è stato un errore: lasciare la politica solo nelle mani di pochi ha condizionato negativamente il destino della Calabria”.
“Abbiamo vissuto un tempo in cui questa terra esprimeva eccellenze nei modelli assistenziali, anche sull’Alzheimer. Poi il commissariamento ha distrutto quanto costruito, fermando la crescita di una sanità che poteva diventare un punto di riferimento. Oggi assistiamo a un impoverimento drammatico di risorse umane e strutture – da detto ancora -. Il tema delle demenze è enorme: già tre anni fa l’Istituto Superiore di Sanità segnalava 33mila casi in Calabria, ma i centri dedicati spesso esistono solo sulla carta. Le famiglie sono lasciate sole, le donne costrette a rinunciare al lavoro per assistere i propri cari, e perfino le pensioni dei malati diventano un sostegno economico di sopravvivenza”.
“Per affrontare tutto questo serve un’assunzione collettiva di responsabilità. Il volontariato e il terzo settore possono essere motori straordinari, ma vanno sostenuti da una politica vera, capace di costruire comunità. Oggi dobbiamo dire basta all’arroganza di chi governa raccontando una Calabria che non c’è. Questa terra è meravigliosa di per sé, ma i diritti restano negati. Dobbiamo alzare la voce, con determinazione, perché i calabresi meritano servizi sanitari adeguati e una politica trasparente, libera da imbrogli e illusioni”, ha concluso Amalia Bruni.
L’incontro di ieri nella Sala Concerti, quindi, si è trasformato in una vera staffetta emotiva: non solo parole, ma vite, storie e riflessioni intrecciate per ricordare che l’Alzheimer non è solo una malattia, ma una sfida collettiva che riguarda la dignità, la memoria e il futuro delle comunità.
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