ANNO GIUDIZIARIO. Nessun affollamento nelle carceri di Catanzaro, Cosenza e Vibo.

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images ANNO GIUDIZIARIO. Nessun affollamento nelle carceri di Catanzaro, Cosenza e Vibo.
L'istituto penitenziario di Catanzaro
  01 febbraio 2020 16:33

Non c'è alcun indice di sovraffollamento nelle carceri di Catanzaro, Cosenza e Vibo. Non così a Crotone (128), a Paola (114),  a Rossano (115) e a Castrovillari (60). 

I dati emergono dalla relazione del  presidente della Corte d'appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, snoccilati durante la ceriminia dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. 

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Per quanto riguarda la Casa circondariale di Catanzaro  "si segnala che ancora non sono stati effettuati, in uno dei padiglioni,  i lavori   di adeguamento dei servizi igienici in conformità all'articolo 7 del Dpr 230 del 30 giugno 2000 che prevede che i predetti servizi siano collocati  in un vano annesso alla camera detentiva, presenti invece nella restante parte dell'edificio  con conseguenti discriminazioni delle condizioni complessive di detenzione a seconda  dell'allocazione dei singoli ristretti". 

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Drammatiche poi, vengono definite le criticità riscontrate sia nel Servizio Assistenza Intensiva inaugurato a settembre del 2017, sia nel reparto  per la tutela della salute mentale. 

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"Infatti - si legge nella relazione - per quanto riguarda la riabilitazione  dei mielolesi non è ancora attiva la piscina per la idrokinesiterapia , nè vi sono altre attrezzature per la mobilitazione passiva dei detenuti, sicchè si è stati più volte costretti a adottare provvedimenti, per garantire tali cure, con considerevoli costi in termini di impiego e di risorse, umane ed economiche". 

Restano poi carenze strutturali nel reparto ospedaliero di fisioterapia: inadeguatezza delle docce per i paraplegici e in una stanza il non agevole accesso al bagno per chi è in carrozzella. 

Al contrario, è pienamente operativa l'Articolazione per la tutela della salute mentale  con annesso reparto di osservazione. "Vi sono però criticità gravi e di cui non si ravvisa la risoluzione in tempi brevi". Emergenze che riguardano la dotazione organica- in particolare psichiatra e personale infermieristico- e di mezzi -test di valutazione e/o strumenti di valutazione. 

Senza dimenticare "l'assoluta incertezza  circa la funzione di tali articolazioni": ovvero se  queste siano riabilitative o anche deputate a trattare pazienti psichiatrici cronici non riabilitabili. 

In riferimento poi all'assistenza sanitaria ciò che emerge è la lentezza delle procedure di sostituzione  degli specialisti "inadeguate"  alle urgenze di un istituto  penitenziario che non può restare  per molto tempo privo di  specialisti fondamentali come il diabetologo o lo psichiatra. Criticità questa che riguarda non solo il carcere di Catanzaro ma anche quello di Vibo Valentia e Crotone. 

A Vibo Valentia  il dato più significativo è la presenza di un elevato numero di detenuti in attesa di giudizio (in particolare per reati di mafia)  rispetto ai detenuti definitivi . Una circostanza che  "ha inevitabili ricadute  sul lavoro della polizia penitenziaria" se si pensa alle traduzioni  per motivi di giustizia  e alle maggiori difficoltà nella gestione interna  dei ristretti  soprattutto per evitare  contatti  non consentiti  tra i coimputati). 

A Crotone la problematica è data dall'alto numero di stranieri, senza riferimenti sul territorio e, quindi, maggiormente bisognevoli di assistenza, soprattutto economica, anche considerata l'insufficienza di lavori in carcere. 

 

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