di SANDRO BENINCASA *
La morte, a 33 anni, per il Coronavirus a Napoli, dell'avvocatessa Veronica Stile, già mamma di una bimba di 3 anni, ed incinta al quarto mese di gravidanza, e che segue quella della giovane donna di Cagliari, morta incinta, dopo che aveva perso il figlio a causa del Covid-19, mi induce a fare alcune riflessioni sul grave stato di difficoltà e precarietà in cui versano le nostre strutture sanitarie sul versante dell'assistenza alla procreazione. A Catanzaro, all'Ospedale Civile, Divisione di Ginecologia ed Ostetricia, Hub della provincia, occorre realizzare al più presto percorsi protetti per affrontare la questione delle donne in gravidanza affette da Covid-19. Mentre in diversi ospedali italiani, fin dall'inizio della pandemia si sono istituiti percorsi ben distinti e, al tempo stesso, di garanzia sia per gli accertamenti ambulatoriali, come visite ed ecografie, sia per le pazienti ostetriche destinate al ricovero Ospedaliero, a Catanzaro non succede niente, né a quanto è dato sapere si ha intenzione di procedere in tale direzione.
Ci sono ospedali che hanno istituito un capillare programma di screening per tutte le pazienti in prossimità del parto, che hanno permesso di identificare precocemente tutti i casi positivi, anche asintomatici e di far sì che nessun caso di positività fosse scoperto occasionalmente alla fase del ricovero nei reparti di Ostetricia. In fase di pandemia emergenziale Covid-19 anche nelle sale parto si sono riservati spazi esclusivi alle pazienti affette dal virus, sia per il parto naturale sia per l'eventuale cesareo.
La gravidanza Covid-19 è spesso associata a forme di insufficienza respiratoria più o meno grave, e deve comunque essere gestita sempre da équipe multidisciplinari. Inoltre le pazienti positive in gravidanza, prima del parto, devono poi essere seguite anche in regime ambulatoriale, avendo cura di separare nettamente i percorsi di accesso e gli spazi dedicati alla visita. La mancanza di realizzazione di tali percorsi differenziati mette a repentaglio lo stato di salute delle future mamme, dei nascituri e del personale sanitario, ed apre un varco nella possibile diffusione del virus all'interno del reparto e dell'Ospedale. Al tempo della ricerca delle eventuali responsabilità per non aver ottemperato a giuste e dovute indicazioni sanitarie è preferibile il tempo della prevenzione e della messa in protezione e sicurezza di tutti, gestanti ed operatori sanitari.
A tal proposito chiediamo un incontro formale come delegazione al nuovo commissario Guido Longo e ai vertici dell'Azienda Pugliese-Ciaccio, per dare il nostro contributo di idee e proposte, affinché si riaprono prioritariamente nuovi ospedali e la Calabria non sia più zona rossa o arancione ma zona gialla. Saremo vigili ed attenti e non lasceremo più che si giochi sulla salute dei cittadini.
*Responsabile PD Laburisti Dem Calabria
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