Distrutto e "colonizzato" un bosco comunale sottoposto a vincolo ambientale in provincia di Reggio Calabria: sette denunce

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I carabinieri forestali
  16 aprile 2020 14:36

I militari delle Stazioni CC forestali di Roccella Jonica e Caulonia  hanno  deferito all’Autorità Giudiziaria 7 persone per aver invaso e distrutto un bosco, in località Vasì-Pericaro, di proprietà del Comune di Martone (Rc) ed aver edificato abusivamente una sorta di villaggio rurale in muratura, composto da abitazioni rustiche, magazzini, depositi, stalle (per una superficie coperta in muratura di circa 250 mq), baraccamenti di vario tipo, terrazzamenti per la coltivazione ed una  vasca di raccolta per le acque di irrigazione del volume di circa 20 mc. Il tutto collegato da una strada sterrata lunga circa 400 metri e recintato con rete metallica e relativo cancello.

La risposta su come questo scempio sia stato possibile, l’ha data F.A, una sessantacinquenne presente sul posto al momento del sopralluogo e già nota alle Forze dell’Ordine, che alla domanda dei militari ha risposto candidamente “qua è tutto mio”, esibendo anche una bolletta Enel. Ai sorpresi Carabinieri Forestali, coadiuvati dall’Ufficio Tecnico del Comune di Martone, è bastato poco per appurare la verità; tutta quella squallida baraccopoli, con la presenza anche di mucchi di rifiuti, nell’insieme vasta circa 2,5 ettari, era stata eretta abusivamente su un terreno di proprietà comunale, abbattendo un bosco di alto fusto di faggio, il tutto in un territorio forestale protetto dal vincolo paesaggistico, idrogeologico ed antisismico. Il terreno era stato semplicemente rubato alla collettività, da persone incapaci di comprendere il valore dei beni comuni.

Le indagini hanno permesso di identificare altri 6 autori dello scempio, tutti nati o residenti a Nardodipace, alcuni dei quali legati da vincoli di parentela: F.I., di anni 74; C.G. di anni 44, pregiudicato; F.C.R. di anni 48, pregiudicato; M.A. di anni 75, pregiudicato; I.S.C. di anni 31; I.P.S. di anni 48. Lunghissimo è l’elenco dei reati contestati che vanno dall’invasione dei terreni comunali, al furto e danneggiamento di beni demaniali, alla distruzione e deturpamento di bellezze naturali. Sono state inoltre elevate sanzioni amministrative per 7.200 euro, ma il danno all’ambiente ed alla collettività è certamente di molto superiore e non facilmente quantificabile, poiché è stata compromessa la protezione idrogeologica del territorio, la conservazione dell’ambiente naturale e del paesaggio, valori questi ben riconosciuti e tutelati dalla legislazione Italiana. Inevitabile quindi l’immediato sequestro dell’area ed il deferimento dei responsabili, che dovranno rispondere all’Autorità Giudiziaria di numerose violazioni penali ed amministrative.

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