Domenica mattina a Montauro: l’omelia che diventa racconto di vita

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  07 dicembre 2025 13:33

di SETTIMIO PAONE

È una domenica mattina qualunque, una di quelle in cui il borgo antico di Montauro sembra respirare più lentamente. Davanti alla Chiesa Matrice, dedicata a San Pantaleone, il sole illumina le pietre antiche e mette in risalto la straordinaria armonia architettonica di questo splendido esempio di costruzione medievale. Entro, come si fa da sempre, quasi in punta di piedi, per rispetto e per abitudine.
A celebrare la messa non trovo il volto che mi aspettavo, ma un sacerdote dal crine canuto, lo sguardo fermo e buono: riconosco subito don Bernardo Marascio, storico parroco di Montepaone Lido, l’uomo che ha dato vita – letteralmente dal nulla – alla parrocchia di San Giovanni Battista, costruendo dove non c’era nulla una chiesa e una comunità.
Quando inizia l’omelia succede qualcosa di raro: la voce di don Bernardo cattura, avvolge, richiama alla concentrazione. Non è soltanto un sacerdote che commenta il Vangelo del giorno. È un narratore dell’anima. Sa usare le parole come ponti, sa rendere vicina la Parola di Dio attraverso un’arte oratoria che unisce chiarezza, esperienza, semplicità e profondità.
Spazia da episodi della vita parrocchiale a piccoli racconti dei suoi “molti anni” di sacerdozio. Ogni aneddoto diventa una chiave per comprendere meglio il messaggio evangelico. Ogni pausa, ogni sorriso, ogni respiro sembra avere un significato.
Poi, mentre ascolto, sento che nelle sue parole affiora qualcos’altro. Una nostalgia sottile, ma forte. È il richiamo della sua parrocchia, quella che ha edificato mattone dopo mattone, comunità dopo comunità. Don Bernardo parla con il cuore in mano, senza retorica: racconta il suo nuovo tempo di sacerdote “a riposo”, una scelta voluta dal vescovo e accolta con obbedienza, come deve essere.
Eppure, dietro quella obbedienza, galleggia una velata tristezza. Non per ciò che è stato, ma per ciò che inevitabilmente non potrà più essere. È la malinconia di chi ama profondamente la propria missione e ne sente ancora il richiamo.

La messa termina con il consueto “andiamo in pace”, ma il sentimento che porto fuori dalla chiesa è diverso: è la consapevolezza di aver assistito non solo a un’omelia, ma a un frammento di vita vissuta.
Una domenica qualunque, forse.
Ma una testimonianza straordinaria di ciò che resta, nel tempo, della vocazione di un vero parroco.

 


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