Dpcm. Librerie aperte anche nelle zone rosse

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Librerie aperte anche nelle zone rosse

All’allegato 23 del nuovo Dpcm, tra le attività commerciali che potranno restare aperte nelle regioni “rosse” anche le librerie: una notizia molto attesa dal mondo del libro.

  04 novembre 2020 14:53

Dopo gli appelli di editori e librai, arriva una notizia molto attesa dal mondo del libro: anche nelle regioni “rosse”, le librerie potranno restare aperte, come conferma l’allegato 23 (a pagina 195) relativo al commercio al dettaglio.

Tra le attività commerciali che possono restare aperte, come si legge nell’allegato, ci sono infatti gli “esercizi specializzati” nella vendita di libri.

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Ieri, mentre l’Associazione Italiana Editori e l’Associazione Librai Italiani-Confcommercio, che in più occasioni si sono appellate alla politica per chiedere che i libri vengano considerati beni “essenziali”, hanno lanciato congiuntamente una campagna di comunicazione in cui si invita ad andare in libreria il prima possibile, senza attendere le code dei giorni pre-natalizi, era arrivato un appello firmato da un gruppo di editori: Sandro Ferri (Edizioni e/o), Renata Gorgani (Editrice Il Castoro), Alessandro e Giuseppe Laterza (Editori Laterza) e Stefano Mauri, (Gruppo editoriale Mauri Spagnol).

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 “Apprendiamo dai giornali che probabilmente il nuovo dpcm dividerà l’Italia secondo tre gradi di lockdown, in base all’indice RT che misura il ritmo di crescita dei contagi. Cosicché nelle cosiddette ‘zone rosse’ − tra cui la Lombardia, il Piemonte e la Calabria − verrebbero chiusi tutti gli esercizi commerciali non reputati ‘essenziali’. Che ne sarà delle librerie? Chiediamo al governo di considerarle essenziali e tenerle aperte in tutto il paese. Non solo perché la lettura dei libri è requisito fondamentale di una cittadinanza attiva, ma anche per non creare una divisione tra gli italiani, un distanziamento dello spirito: l’ultima cosa di cui il nostro paese ha bisogno, in un momento di solitudine e frammentazione come quello che stiamo attraversando”.

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Il testo prosegue così: “Il libro è anche il modo meno contagioso di informarsi, approfondire, viaggiare, di imparare a distanza, di crescere e fare esperienza come dimostrato dalla sete di libri che si è manifestata in tutto il mondo appena terminati i lockdown di primavera. Le librerie (come le biblioteche) sono luoghi di scoperta nei quali − con la complicità dei librai − possiamo incontrare anche libri e mondi sconosciuti e inattesi. Tenere aperto questo spazio di riflessione e di immaginazione è una priorità se vogliamo che tutti partecipino alla creazione di un futuro comune”.

Ed era poi arrivato anche l’appello del Salone del Libro di Torino: “Le librerie – per il ruolo che svolgono all’interno delle nostre comunità – non possono non essere inserite nelle categorie considerate essenziali”. Anche il Salone chiede al governo e al parlamento, “nei limiti delle opportune misure di sicurezza nazionale, di prendere in considerazione questa evidenza all’interno della pubblicazione dei prossimi DPCM in uscita, come già espresso da diversi editori e dalle associazioni di categoria del mondo del libro tutte riunite”.

Oggi la (buona) notizia tanto attesa.

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