di FRANCO CIMINO
Nove milioni per l’adeguamento delle strutture dello stadio rispetto alle norme codificate dalla Lega Prof, sono pochi e tanti nel contempo. Sono ancora una promessa del presidente della Giunta Regionale, fatta al suo omonimo del Consiglio, il nostro Filippo Mancuso, che sempre più sembra si stia rivelando “il vero Consigliere Comunale” di Catanzaro e il più convinto sostenitore del Sindaco, il quale ha ancora, purtroppo per lui, in alcuni autorevoli rappresentanti del partito di quel presidente, inarrendevoli e assai determinati oppositori. Sono ancora una promessa, quei milioni, è vero, ma si sa che Roberto Occhiuto, politico di lunga esperienza e di affermata intelligenza, le promesse le mantiene sempre.
L’ultimo prova? Ha detto da subito che Medicina a Cosenza si sarebbe istituita, nonostante la “ irresistibile” opposizione del sindaco di Catanzaro, e Medicina nella Città dei Bruzi e bell’e pronta. Con l’aggiunta del mantenimento di quella che è la vera grande scommessa, la madre di tutte le vere grandi iniziative della nuovo governo regionale, la costruzione in tempi brevi di tutto ciò che è necessario a una vera Facoltà di Medicina e alla nascita di un sistema sanitario, già ben collaudato in questi decenni nonostante contraddizioni enormi, di elevate qualità scientifiche. E di questo non potremo che rallegrarcene tutti noi calabresi di ogni territorio e di ogni stanza nazionale.
Arriveranno questi nove milioni, anche se la Catanzaro giallorossa e quella civica, più di quella ristrutturazione obbligata avrebbero bisogno di uno stadio nuovo di zecca. Uno stadio nuovo e un ospedale nuovo, le due strutture(mai realizzate nonostante le passate disponibilità reali sia economiche sia politiche) di cui il capoluogo ha strettamente bisogno per ripensarsi quale grande e importante Città. Sono queste due tra le altre grandi necessità, che sono state sempre sacrifiche agli egoismi di pochi e alla vista corta di una classe dirigente che non è mai riuscita a vedere oltre la propria ignoranza e il proprio opportunistico senso di fiducia (elettoralclientelare) dei cittadini.
Ma da qualche parte occorre ripartire. Quello di una doppia stretta intesa tra personalità delle istituzioni è, in fondo, ciò che appare molto opportuno in una stagione, questa assai lunga, di crisi della politica e di assenza dei partiti. Da una parte quella di Occhiuto-Mancuso, strettissima a prova di bomba. I due si sono visti e piaciuti subito e vanno in coppia che è un amore, ruoli assai distinti a prescindere. Dall’altra, quella tra l’ex consigliere comunale, oggi guida dell’Assemblea regionale e il Sindaco, anche questa nata a prima vista, e si spera, nel mentre io ne sono certo, tutta frutto dell’interesse disinteressato per le buone e progressive sorti del capoluogo.
Se si potesse proiettare all’interno dell’intero Consiglio Comunale come forza per rilanciare l’autonomia e il prestigio nella logica di una nuova unità cittadina, sarebbe, questa intesa, sarebbe davvero salvifica. Meglio non dubitarne e ancor meglio riceverne al momento il massimo dei benefici per sanare almeno l’emergenza diffusa in cui si trova il capoluogo di regione. Ecco, il “capoluogo”, non a caso richiamato per il futuro di Catanzaro, alla quale non basterà, perché non ce la faremo bastare, la doppia e consecutiva promozione della squadra nell’Olimpo del calcio nazionale. Occorre assai di più. E subito. Perché se non penseremo in grande, il Capoluogo della Calabria non potrà sedersi sul trono delle sue antiche grandi ambizioni. Quella di essere la guida reale dei processi economici e culturali della Calabria, innanzitutto.
Una Calabria a cui la nostra Città deve offrirsi quale grande risorsa che può contribuire a farla davvero diversa, quella che nessuno “ si aspetta”, per dirla con il fortunato slogan elettorale di Occhiuto. Il Sindaco, pertanto, approfitti, anche per verificarne sincerità e consistenza, di questa doppia intesa tra coppie diverse che pur sembrerebbero gemellate, per chiedere quella legge per il Capoluogo, da almeno vent’anni proposta e rivendicata da alcune tra le più belle e oneste intelligenze politiche catanzaresi.
Ci vuole, di certo, coraggio e forza e coerenza non sacrificabile su alcun altare degli interessi, per farne una battaglia finalmente vincente. Ma sono ancor sicuro che ai tre protagonisti, specialmente ai due responsabili delle tre più alte cariche in Città, queste qualità mancheranno. Attendiamo fiduciosi e attenti a distinguere le parole vuote dai fatti, i fuochi di paglia dal fuoco vero. Quello che rischiara il buio e riscalda. Il tempo delle mele, facciamolo finire presto, così come quello interminabile degli imbrogli delle coscienze e degli inganni. Catanzaro è stanca. E le sue gambe, che sono il territorio che sfarina, non ce la fanno più a camminare. Meglio dirlo a chi ancora non lo sa. Meglio ancora ricordarlo a chi sembra essersene dimenticato troppo presto.
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