Gigliotti (Italia Nostra) a difesa dei lavoratori della Sacal. E ai sindacati: "Chiedano le spettanze lavorative per il periodo in cui si è provveduto alla sospensione dell'attività lavorativa"

"Siamo costretti a ritornare sulla vicenda Sacal per far sentire la voce dei lavoratori. Voce che in tanti si rifiutano di ascoltare". Così in una nota di Giuseppe Gigliotti Vice presidente regionale Calabria Italia Nostra. "Da essi apprendiamo della nota trasmessa via email dal responsabile risorse umane - prosegue - e non direttamente dal datore di lavoro. A mezzo della quale si comunica la sospensione per alcuni lavoratori a zero ore. Solo per alcuni appunto e non per tutti". 

"Si ha sentore di un accordo dove non sono menzionate le condizioni di garanzia dei lavoratori nel momento in cui la cigs, - si legge ancora - per qualsiasi ragione,non dovesse essere autorizzata dal Ministero del lavoro. In tutti gli aeroporti italiani le società di gestione hanno provveduto ad anticipare la cigs ai lavoratori. La sacal,nonostante dichiari l'attivo di bilancio ha ritenuto di non doverlo fare. Le organizzazioni sindacali rivendichino il pagamento delle spettanze lavorative per il periodo in cui unilateralmente si è provveduto alla sospensione dell'attività lavorativa". 

"Apprendiamo inoltre - ribadisce Gigliotti- che il responsabile del personale sia stato attenzionato dalla Polaria continuando comunque a svolgere le proprie  funzioni. Non si ha notizia,salvo errori,di una presa di posizione sulla vicenda,dell'organismo di vigilanza. Se non l'ha ancora fatto è invitato a farlo. I lavoratori inoltre vorrebbero comprendere come mai il servizio delle buste paga sia stato ceduto ad un ufficio esterno pur contando quello del personale un nutrito numero di dipendenti. E lo stesso chiarimento lo gradirebbero per le consulenze affidate ai soliti noti". 

"Non è sembrato nemmeno elegante che con una delibera del giugno 2017 al presidente sia stato concesso l'aumento dello stipendio in data retroattiva. I lavoratori inoltre ,a chiare lettere ,intendono esprimere il disappunto per il linguaggio usato nei confronti degli stessi solo perché intendono difendere i propri sacrosanti diritti. Per fare questo sono stati costretti a ricorrere ai decreti i ingiuntivi al fine di ottenere quanto spettante. Motivo per cui ad alcuni è parso di notare un un'atteggiamento di ritorsione da parte dell'azienda. Se questo dovesse corrispondere al vero e non si registra un passo indietro - conclude Gigliotti - si sarà costretti a fare ricorso alle vie legali per il ripristino di un clima di legalità e di giustizia. Lo spirito dei lavoratori è di grande disponibilità al lavoro ed al sacrificio. Non possono però accettare nessuna sorta di sopruso".

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