La povertà educativa territoriale legata all’infanzia è uno dei tanti gap che la Calabria ha bisogno di colmare. La lettura della XIII edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia, diffuso in vista della Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza da Save the Children, fotografa anche quest’anno la drammaticità delle condizioni di vita di bambini, bambine e adolescenti nel nostro Paese ma soprattutto nella nostra Regione.
Disuguaglianza e povertà incidono, tristemente, sulla salute dei bambini: tra Calabria e provincia di Bolzano si registra un divario di oltre 12 anni su aspettativa di vita in buona salute; non è solo il sistema sanitario ad influenzare la salute dei bambini, gravano, soprattutto, i fattori sociali legati al contesto territoriale in cui si cresce, alle condizioni economiche, al livello di istruzione, all’ambiente, alle reti sociali e dei servizi. È una triste realtà determinata, purtroppo, da mancanza o minima attenzione registrata da sempre, verrebbe da dire, verso le politiche dell’infanzia, che ha continuato, così, ad alimentare, negli anni, la povertà educativa, cioè quella condizione di privazione delle opportunità di studio, culturali, sportive e di gioco che ha compromesso lo sviluppo dei nostri bambini. Troppo scontato dire che si vuol tutelare l’infanzia, che occorre “investire” sulle nuove generazioni per la costruzione del futuro, bisogna farlo con i fatti.
Ed in tema di concretezza, appena insediati, con il Presidente Occhiuto e con la Giunta tutta, dichiara la vice presidente con delega all’istruzione Giusi Princi, si è da subito voluto che la competenza in materia di Promozione del Sistema Integrato di Educazione e di Istruzione, fosse incardinata nel Dipartimento Istruzione, in un’ottica di potenziamento della continuità educativa, di qualificazione dei servizi educativi e di valorizzazione di questo segmento destinato a diventare un punto di forza nell’ambito delle politiche regionali. L’assessorato all’istruzione, chiamando, in seguito, a raccolta tutti i Comuni della Calabria, per il tramite degli Ambiti territoriali e dell’ANCI, ha effettuato il censimento di tutte le strutture, dei servizi educativi presenti sul territorio calabrese e delle risorse non spese negli anni. Dall’indagine e dal lavoro programmatico è emerso che saranno oltre 70 milioni di euro le risorse di cui disporrà la Calabria per fronteggiare la povertà educativa territoriale legata all’infanzia.
Le risorse destinate agli enti locali potranno finanziare nei prossimi anni: nuove strutture per l’infanzia, ampliamento dei servizi educativi (posti e orari), riduzione delle rette a carico delle famiglie. A questi interventi strutturali si legheranno protocolli d’intesa con Usr e Anci che prevedono imponenti azioni di formazione del personale educativo e docente delle scuole prescolari pubbliche e private e formazione dei coordinatori pedagogici. La quota di cofinanziamento regionale, oltre che alla formazione, verrà destinata all’istituzione di poli educativi per l’infanzia e di coordinamenti pedagogici e all’attivazione di nuove sezioni primavera.
“Abbiamo avviato una stagione di confronto ed interlocuzione con gli enti locali e con tutti gli attori istituzionali coinvolti, realizzando comunità educanti che siano “custodi” di un bene prezioso da tutelare, quale l’infanzia e l’adolescenza in generale- afferma la vice presidente con delega all’istruzione Giusi Princi-, l’obiettivo è quello di fare della Calabria una regione a misura di bambino, garantendo a tutti i bambini dell’età prescolare pari opportunità di sviluppo e di superamento delle disuguaglianze e delle barriere territoriali, sociali, culturali ed economiche. L’ampliamento, nonché l’accessibilità dei servizi regionali per l’infanzia, prosegue la vice presidente, sono proprio una delle più importanti mission del presidente Occhiuto e di tutta la Giunta regionale. Priorità sarà anche quella di incrementare, a breve, le risorse erogate ai Comuni calabresi al fine di poter tutelare il diritto allo studio garantendo alle famiglie i servizi essenziali e soprattutto per gli studenti che vivono in condizioni di particolare fragilità: assistenza specialistica, ausili didattici ed attrezzature per l’inserimento degli alunni disabili, contributi sui buoni pasto relativi al servizio mensa, contributi per le spese per i servizi residenziali (convitti e semiconvitti), trasporto scolastico attività scolastiche in ospedale, istruzione domiciliare. Sono queste, conclude Princi, le reali opportunità che ci permetteranno di restituire il sorriso ai nostri bambini negato da adulti e da istituzioni per troppo e per lungo tempo rimasti sordi al loro grido di dolore. Per noi questo giorno è emblematico e simbolico. Stiamo lavorando affinchè ogni giorno sia il 20 novembre, il giorno dei diritti dell’infanzia”.
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