Come ridisegnare la Catanzaro del dopo-Covid, la Catanzaro del futuro? E’ il “super poliziotto” Giuseppe Gualtieri il primo a rispondere all’iniziativa lanciata dall’Assessorato alla Cultura, guidato da Ivan Cardamone, mirata a coinvolgere personalità di successo di origini catanzaresi nei campi della cultura, delle professioni, dei mestieri, dell’innovazione. L’obiettivo è quello di dare vita ad una discussione aperta su idee, progetti, visioni per una città che vuole trasformare l’emergenza in opportunità di crescita e di cambiamento.
Chi è Giuseppe Gualtieri. E’ il poliziotto a cui spetta il merito di avere catturato a Palermo, dove dirigeva la Squadra Mobile, il superlatitante Bernardo Provenzano, il “re di Cosa Nostra”. Ha fatto una lunga carriera nella Polizia di Stato dove è entrato nel 1986, distinguendosi per le sue capacità investigative. E’ stato questore di Trapani, Catania, Caserta e Potenza. Ha concluso il suo percorso con la nomina a Prefetto di Vibo Valentia. Vive tra l’Italia e la Tunisia. E’ cittadino onorario di Catanzaro, città alla quale è molto legato.
“Puntare sui prodotti di nicchia per un turismo che duri tutto l’anno”. “La città attraversa già un momento di crisi economica, accentuata nel centro storico ma presente anche in altri quartieri la cui apparente vivacità passa attraverso una microeconomia di investimenti di piccola entità e non strutturali. Se immaginare una nuova visione della nostra società civile era già doveroso adesso, con l’aggravarsi della situazione economica globale, diventa ineludibile se si vogliono ricercare strumenti di crescita economica per offrire una futuro di benessere alle nuove generazioni. Una approfondita analisi dei fattori di crisi e delle occasioni perdute mi costringerebbe ad esprimere un giudizio politico che non può, e non deve, far parte di questa simpatica e stimolante ricerca. Mi limiterò allora a lanciare qualche idea in modo volutamente superficiale riservandomi, qualora ci saranno altre occasioni, ad entrare nel dettaglio. Il mercato interno, la cui domanda è in costante diminuzione, non appare in grado di creare nuove opportunità di crescita né tantomeno di favorire il rilancio dell’economia. Da ciò la necessità di far affluire nella nostra città il maggior numero possibile di utenti esterni studiando il modo ed i tempi per attirare nuova domanda.
La risposta naturale è quella dell’incremento turistico ma, con riferimento a quello c.d. vacanziero, la stagione si è accorciata sempre di più, creando un tutto esaurito condensato in un breve arco temporale con conseguente aumento dei costi e riduzione dei guadagni. Creare, allora, un turismo non vacanziero ma gravitante intorno al mondo dello sport, della cultura in senso lato e di tutte quelle attività per le quali ci si possa proporre come prodotto di nicchia. Soprattutto che duri per tutto l’arco dell’anno e che coinvolga sinergicamente amministratori locali, categorie imprenditoriali ed esperti di settore. Attraverso un lavoro di studio e di analisi delle varie eccellenze ed attività, partendo da quelle storiche e già presenti nel tessuto sociale, si possono individuare i percorsi organizzativi. Tanti sarebbero i “prodotti” culturali di nicchia che la città può legittimamente veicolare e che appare inutile elencare ma anche per quelli già esistenti è necessario operare un cambio di mentalità.
Il profilo culturale della città resta elevato, non solo per via di un sistema scolastico che da sempre riesce a sfornare con continuità eccellenze in ogni branca del sapere e del mondo delle professioni, ma anche grazie ad un sistema associazionistico che da anni tenta di valorizzare non solo beni monumentali e paesaggistici ma anche l’avanguardia culturale dei catanzaresi. Uno studio attento che coinvolga gli incolpevoli convitati di pietra (amministratori ed imprenditori) potrebbe, come è avvenuto altrove, far divenire economicamente conveniente quello che oggi resta spesso all’interno delle agenzie educative. Musei di collocazione monotematica, ad esempio quello sulla Brigata Catanzaro e quello del Rock, andrebbero affiancati e supportati per radunare appassionati di settore da tutto il mondo con occasioni di dibattito sui fenomeni di cui sono espressione dalla guerra all’eroismo, dalla libertà espressiva della musica alla sua funzione sociale.
Vedo il futuro della città come città dell’accoglienza culturale e delle Accademie e lo stesso discorso vale per il mondo dello Sport. Ad esempio, di concerto con le varie federazioni e con particolare riguardo agli sport minori che sono in naturale sintonia con le risorse strutturali ed ambientali, creare eventi a livello nazionale ed internazionale proponendosi nel contempo quale sede permanente di scuole di specializzazione, accademie e quant’altro. Si pensi agli sport in pineta ovvero a quelli marini come la pesca subacquea, quella sportiva dalla spiaggia, la canoa, l’escursionismo in kayak etc. l’elenco degli sport minori di nicchia le cui strutture sono già presenti sul territorio o che si possono mettere a norma in tempi brevi è lungo. Peraltro, la cittadina ha ancora palestre all’interno delle quali ha formato atleti che hanno vinto titoli di ogni genere anche campionati mondiali.
In un sito come quello del Parco della Biodiversità, dove la bellezza della natura si sposa con l’arte, organizzare stage e convegnistica sportiva di alto profilo all’aperto potrebbe essere altra occasione di attrazione. In tale contesto potrà essere iniziato o, se non ricordo male, proseguito il tentativo di valorizzare il concetto della città come luogo ideale, per microclima e presenza di verde, per il benessere delle persone anziane, per trascorre la vecchiaia nel modo migliore praticando attività sportive e ricevendo attenzioni assistenziali di buon livelli. Ovviamente sarà necessario studiare incentivi per interessare tale utenza. Sarà necessario riprendere con vigore le problematiche dell’artigianato, anche qui partendo dalla storia e dalle conoscenze per creare scuole di sartoria, calzoleria, falegnameria che in breve tempo stimolino i giovani a mettere in moto passione e fantasia per creare un Catanzaro style che possa anch’esso essere venduto ed attirare mercato esterno. Sono settori dove le eccellenze non ci mancano e dovrebbero essere invogliate a mettere il loro patrimonio professionale per nuove idee. Una città come Salerno ha creato economia con qualche illuminazione particolare. Per entrare in città nel periodo delle Luci d’Artista bisogna fare una lunga attesa, credo che Catanzaro possa e sappia inventarsi di più e meglio.
Un settore nel quale senza averne coscienza eravamo meta turistica, era quello sanitario quando quel gigante chiamato ospedale Pugliese era punto di riferimento di tutta la regione che sceglieva Catanzaro per farsi curare. Ci siamo lasciati sfuggire una opportunità economica enorme con un indotto poco visibile ma costante. Credo che sia tardi anche se qualche struttura privata ancora tenta di essere appetibile anche all’utenza non solo calabrese. Fingo di non sapere di chi sia la colpa ma affermo che ancora oggi la sanità pubblica catanzarese ha ancora picchi di eccellenza non adeguatamente supportati. In definitiva, creare un pacchetto turistico di settore che oltre a sviluppare l’evento che di volta in volta si vorrà ospitare offra un saggio delle restanti bellezze, tra tutte enogastronomia ed agricoltura. Altri sarebbero i settori che si potrebbero analizzare ma per brevità lascio alla fantasia di chi legge la possibilità di nuove idee. Sarà un processo economico naturale l’aumento dei posti letto, il miglioramento dei collegamenti, la creazione di nuovi profili professionali, la nascita di piccole e medie imprese di supporto alla nuova mentalità gestionale; il processo sarà forse lento ma la crescita sarà strutturale e base di nuove iniziative.
Ritengo scontato che la progettualità rivolta ad intercettare fondi comunitari e regionali sarà la base organizzativa da cui partire insieme, però, al partenariato con l’impresa privata, con ruoli definiti e reciproco interesse”.
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