Rischia la paralisi per mancanza di fondi il Centro Calabrese di Solidarietà per come emerge da una nota della Presidente dell'Associazione dottoressa Isolina Mantelli indirizzata alla Regione Calabria ed all'ASP di Catanzaro a cui ha chiesto ripetutamente incontro urgente per affrontare il tema spinoso della situazione di agonia finanziaria in cui versa il Centro. Purtroppo nessuna risposta è giunta alla richiesta di incontro.
Il Centro Calabrese di Solidarietà, come è noto, è un'Associazione senza scopo di lucro accreditata dalla Regione Calabria per il recupero di soggetti affetti da dipendenze patologiche che opera da oltre trent'anni ed unica in tale settore nella città di Catanzaro.
La vita dell'Associazione è garantita dalla collaborazione di volontari e a tal proposito basti pensare che il loro numero è di gran lunga superiore ai lavoratori dipendenti, oltre trenta persone.
Una struttura quindi di notevoli dimensioni che a pieno regime ospita mediamente 60 soggetti provenienti da tutta la Regione Calabria e non solo ed in gran parte in forza di un provvedimento dell'Autorità Giudiziaria.
Per tale attività il Centro Calabrese di Solidarietà, come tutte le comunità terapeutiche regionali, riceve una retta giornaliera per ogni paziente, che è a carico del Servizio Sanitario Regionale.
Succede però che nel Contratto stipulato annualmente con I'ASP di Catanzaro è previsto un tetto massimo di erogazioni che per il Centro è pari a euro 560.326,27.
Si tratta di un importo che, si ripete, viene erogato in funzione al budget assegnato e fatturato mensilmente in base al numero dei ricoveri per cui normalmente non vi dovrebbero essere problemi di liquidità. L'Asp di Catanzaro procede con notevole ritardo alla liquidazione delle rette con conseguenze immaginabili per una struttura che non gode di altri finanziamenti o sostentamenti.
Ad oggi, il Centro Calabrese di Solidarietà avanza dall'ASP di Catanzaro non solo più della metà dell'intera somma del budget assegnato per l'anno 2019, ma anche parte del fatturato relativo ad utenti in misura cautelare che scontano la pena in comunità, questo per far capire i ritardi dell'erogazione.
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