di DOMENICO LANCIANO
Caro Tito, giorni fa un’amica di Squillace (che ringrazio pure qui) mi ha inviato, molto gentilmente, questa bellissima foto di un arcobaleno sul mare, la costa e il cielo di Caminìa. E’ una foto di buon augurio, poiché solitamente l’arcobaleno segna la fine della pioggia, del temporale o della tempesta e l’inizio del sereno. E’ un buon augurio per la nostra zona del Golfo di Squillace, così come dell’intera Calabria, dell’Italia tutta e del mondo, libero specialmente da guerre, da dittature e ogni tipo di sofferenze.
Tempo fa ti avevo detto che avrei messo a disposizione dei nostri Lettori quei documenti sociali e storici ormai datati che avrei trovato tra le mie carte e che avrebbero potuto interessare i cittadini nostri e di altri Comuni, in particolare le nuove generazioni che quegli anni non hanno vissuto, per motivi di anagrafe, o non hanno avuto occasione di visionare o studiare. Ecco, adesso, evidenzio l’interessante Documento politico-amministrativo redatto (47 anni fa) dalla “Lista civica Tre Torri” in vista delle Elezioni comunali di Badolato di metà giugno 1975. Ne avevo già scritto per un altro contesto cinque anni fa (martedì 29 agosto 2017) in << https://www.costajonicaweb.it/lettere-su-badolato-n-31-giugno-1975-irrompe-la-terza-lista-alle-elezioni-comunali/ >>. Ecco qui di sèguito il Documento di quattro pagine, il cui originale puoi trovare in allegato.
ELEZIONI COMUNALI DI BADOLATO 1975 - DOCUMENTO POLITICO-AMMINISTRATIVO DELLA LISTA N. 3 “LISTA CIVICA TRE TORRI”
PREMESSA - Un documento politico-amministrativo, che intenda presentare una terza lista ed indicare le “attività programmatiche”, deve innanzi tutto assolvere ad un compito che si pone come antecedente rispetto alle indicazioni stesse: “chiarire agli elettori e agli eletti” il modo nuovo nel quale si intende amministrare la realtà di un Comune come quello di Badolato, perché divenga veramente “centro di un’intensa vita democratica”.
L’Amministrazione, nella gestione della cosa pubblica nel nostro Comune, non ha oggettivamente operato una evoluzione e un adeguamento della Comunità alla realtà della società contemporanea. Non ha affrontato, per inadeguatezza del metodo e dei mezzi, le istanze più pressanti; soltanto alcuni problemi sono stati risoluti, peraltro senza mutare le strutture antiquate.
Va riconosciuta qui, comunque, l’importanza delle lotte sociali e politiche che il locale Partito Comunista ha condotto contro le forze borghesi per togliere il proletariato dalla secolare emarginazione.
Però, in questi ultimi tempi, per cause da ricercare nelle mutate condizioni politiche nazionali e nella inadeguatezza della classe politica locale, che non si è rinnovata in funzione al nuovo tipo di lotta di classe, si pone la necessità di una strategia nuova in ordine alle attese realistiche della nostra Comunità.
MOTIVAZIONI DELLA TERZA LISTA
La nuova lista ha una netta caratterizzazione politica; essa vuole rivendicare a sé un’autonomia e un’originalità che le derivano da un’attenta analisi delle carenze amministrative, sociali e politiche che ha dato luogo la gestione della cosa pubblica nel trentennio post-fascista; la lista trae la sua valida motivazione dall’assunzione di un metodo moderno nel riflettere sulle cause delle carenze e nel proporre soluzioni che vengono viste non entro la grettezza di schemi politici sempre incapaci di rinnovarsi, ad ogni modo mortificanti e disusati.
La lista non esprime alcun dissenso nei confronti del Partito Comunista; ma rimprovera, certo, la sterile burocratizzazione che produce spesso le clientele, con le conseguenti cosiddette rendite burocratiche-parassitarie. Il collegamento con la base, che è la condizione per l’effettivo funzionamento democratico degli istituti amministrativi, non è sempre stato realizzato, prediligendo le soluzioni verticistiche non sempre comprese dalla collettività per mancanza di visione unitarie e realistica.
Si rigetta senz’altro la visione professionale della politica, che è la causa fondamentale in Italia del decadimento dei partiti e della diffusa distorsione morale che fa della politica uno strumento per il conseguimento di fini personali e ristretti.
Il metodo di gestione che noi proponiamo ha come fondamento le leggi della scienza politica, i principi morali, la probità politica ed amministrativa, la capacità tecnica, svincolata da contraddittorie fiscalizzazioni burocratiche, il senso di responsabilità, e soprattutto la cura razionale ed equa degli interessi collettivi, che verranno esercitati nell’ambito del rispetto delle leggi e dei fondamentali diritti di ciascun cittadino.
Non sarà smarrito l’essenziale collegamento con gli istituti amministrativi e della Regione, dello Stato, nel contesto delle indicazioni e dei presupposti comunitari europei.
La terza lista non esprime una visione municipalistica ed angusta della realtà, ma i fatti e le soluzioni locali saranno considerati sempre in rapporto coi fatti e i problemi più generali: il fine ultimo sarà sempre la crescita socio-economica del nostro ambiente sulla base di concrete iniziative promozionali.
E’ tempo che venga rotto il permanente isolamento in cui ha vissuto il nostro paese, proprio or che irrompono in tutti gli strati sociali bisogni e comportamenti extramunicipali, per lo slargarsi dei rapporti a livello nazionale ed internazionale; occorre che il metodo politico non sia frammentario ed irrazionale; è necessario programmare ipotesi di lavoro, promuovere le discussioni e le critiche razionali, assumere ipotesi e metodi sperimentali, tenendo presente che i problemi, pure affrontati e risoluti settore per settore, debbono essere collocati entro una visione unitaria e globale.
PROGRAMMA AMMINISTRATIVO DELLA LISTA CIVICA
ASPETTO SOCIALE
Primo punto essenziale è l’istituzione del “QUARTIERE” secondo le modalità che saranno decise successivamente.
Compiti essenziali del quartiere sono soprattutto la formazione dei nuovi quadri dirigenti attraverso l’attività sociale degli interessi comuni, e poi anche quelli di una partecipazione di base alla gestione del potere amministrativo, con l’indicazione di problemi generali e specifici (igiene, ordine pubblico, illuminazione, erogazione dell’acqua, rapporti di convivenza reciproca, rispetto dei singoli diritti, contributi assistenziali, consulenza giuridica e fiscale, proposte promozionali, ecc.), tutte cose di cui dovrà tenere conto l’Amministrazione in sede di discussione e delibera.
ASPETTO ECONOMICO
Il presente programma economico mira ad inserire Badolato nell’interzona, sotto l’aspetto agricolo, industriale e turistico, tenendo presenti le prospettive che derivano dai nuovi insediamenti industriali di Vibo Valentia, Gioia Tauro e di Lamezia Terme nonché dello sviluppo turistico-amministrativo di Soverato e Serra San Bruno (specie dopo l’apertura dell’imminente strada per Butulli che accresce il ruolo turistico dell’interzona montana, per cui tra la riva del mare e quota 1200 m. saranno appena 15 minuti d’auto!).
Badolato, può e deve, quindi, essere ricondotta a divenire punto di riferimento e possibilmente di coordinamento dell’intera zona.
CONCLUSIONE
“Non è senza incontrare energica resistenza che pervengono ad imporsi le grandi idee innovatrici, da cui, nella vita storica dei popoli, dipendono i progressi nello sviluppo e l’incivilimento dell’umanità. Dopo che esse, per la loro forza ed importanza intrinseca, hanno conquistato per sé un gran numero di fautori, generalmente si urtano contro cose caduche, ma apparentemente consacrate dalla loro vita secolare, le quali con vigorìa appassionata e disperata si sollevano alla lotta contro le cose nuove, come apparve per il loro essere più ìntimo, per poter difendere il diritto della propria esistenza.
E’ massimamente a questa lotta per il passato ed il futuro che l’andamento del progresso storico deve movimento e vitalità”.
(da “Guerra dei Trent’anni” di Giorgio Winter, 1905, collezione Onken)
Badolato, 3 giugno 1975
Argirò Pasquale, Battaglia Vincenzo, Bressi Andrea (1931), Bressi Andrea (1943), Caporale Bruno, Ermocida Cosimo, Gallelli Antonio, Lanciano Domenico, Lanciano Rosa Teresa, Loiero Caterina Annina (in Bressi), Mannello Domenico, Menniti Nicola, Piroso Pasquale, Rulli Rocco, Schiavone Andrea, Verdiglione Antonio.
ALCUNE CONSIDERAZIONI
Caro Tito, ho ritenuto opportuno riproporre tale Documento (che in originale dovrebbe essere disponibile all’Archivio di Stato di Catanzaro e, probabilmente, alla Biblioteca Calabrese di Soriano VV oppure presso l’Associazione culturale La Radice di Badolato, la quale ha copia e diritti d’autore della mia tesi di laurea, un accurato studio sulle “Evoluzioni socio-economiche di Badolato nel dopoguerra” dal 1944 al 1974). Sono convinto che conservi ancora la sua validità per i nostri piccoli Comuni. Dove, ad esempio, sarebbe utile, tra tanto altro, l’istituzione dei “Quartieri” o di un Perito agrario comunale o di altre figure a presidio strategico del territorio e della popolazione. Per i badolatesi tale Documento potrebbe essere il termine di paragone di tutto ciò che in questi 47 anni (dal giugno 1975 ad oggi) non si è fatto e che bisognava fare. E’ deprimente il panorama delle cose che avrebbero potuto o dovuto essere fatte e che non hanno visto alcuna realtà. Tra l’altro si sarebbero evitati notevoli danni al territorio, specialmente con le ricorrenti piccole o grandi alluvioni.
E, alla luce del disastro alluvionale avvenuto stamattina, sabato 26 novembre 2022, nell’isola di Ischia, in particolare a Casamicciola, mi sembra opportuno segnalare il passo, assai disatteso, del Documento di Badolato 1975 (ultima frase della seconda pagina nell’originale) dove si evidenzia la necessità del << Miglioramento dell’ambiente ecologico, con particolare attenzione alla continua depressione montana, che mette in pericolo il litorale >>. In altre parole, urge la manutenzione e la cura preventiva del territorio pure per evitare il più possibile il dissesto idrogeologico, le frane ed altre calamità geomorfologiche, tra cui le ricorrenti alluvioni nella nostra zona. Eppure non impariamo nulla dalla nostra stessa storia, dalle nostre stesse sofferenze!…
L’ITALIA FRAGILE E MALATA DI OSTEOPOROSI
E la nostra storia locale e nazionale è una litania di disastri annunciati, proprio perché la cura del territorio è assai scarsa, nonostante le ripetute tristi esperienze di alluvioni, terremoti e altre calamità più di origine umana che naturale. E’ come se l’Italia avesse l’osteoporosi tanto è fragile nel suo assetto idrogeologico e strutturale. E, nonostante tutta questa pericolosa precarietà che genera tanti morti e danni ingenti, la nostra società civile e la nostra politica continuano imperterrite ad ignorare quasi del tutto tale problematica.
Ho scritto più volte che siamo una società sempre più ludica e distratta dai problemi reali che poi ci feriscono così tanto da stravolgere spesso comunità e territori, provocando pure desertificazione e spopolamento. L’Italia, in particolare, avrebbe bisogno di una vera e propria << RIVOLUZIONE CULTURALE >> specialmente riguardo la manutenzione capillare del territorio che, oltre tutto, potrebbe generare numerosi posti di lavoro facendo rimanere molti giovani nella propria zona per prendersene cura come lavoro, professione e valorizzazione. Certi che il territorio così curato ed amato ci darebbe tanti buoni frutti, oltre ogni nostra immaginazione.
INVERTIRE LA TENDENZA
Quando rileggo il Documento del 1975 qui riportato, ho la prova ma anche la triste sensazione che quasi niente è cambiato a Badolato e dintorni. Ciò significa che, al di là dell’ordinaria amministrazione burocratica, le classi politiche locali, nazionali ed europee che si sono avvicendate non hanno lavorato bene. Ulteriore prova è che il Comune di Badolato sia passato dai 3.781 residenti del censimento 1971 alle 2.913 persone che adesso vivono a Badolato (di cui 200 stranieri) secondo la rilevazione de “la Radice” del 30 settembre 2022 (pagina 29). Nel 1951 i residenti erano ben 4.842 (dato massimo assoluto). E Badolato è soltanto il prototipo di migliaia di Comuni non soltanto del Sud Italia ma anche del Centro-Nord e persino di altre situazioni in tutta Europa stravolta dalla globalizzazione. Bisognerebbe invertire la tendenza, affinché i nostri territori non muoiano del tutto. Non conviene a nessuno (nemmeno alla società del profitto ad oltranza) avere territori abbandonati a sé stessi e, quindi, pericolosi per la sicurezza locale e nazionale.
Ripropongo la lettura del Documento del 1975 poiché ritengo che abbia in sé ancora molta attualità e, in concreto, strumenti concettuali e di mentalità per rivitalizzare le nostre comunità.
Certo ci vuole parecchio lavoro, ma, si sa, se non si lavora non si raccoglie nulla. Perciò confido che le quattro pagine del 1975 possano essere utili pure a generare altre idee per produrre nuovi posti di lavoro e una mentalità più lungimirante di quella che c’è adesso, nonostante il lodevole sforzo di numerosi giovani, i quali però sono un arcipelago e non quella unità necessaria a cambiare decisamente in meglio le cose.
Spero che tale Documento del 1975 possa portare a serie riflessioni, ferme prese di posizione e alla necessaria, spesso urgente, operosità.
SALUTISSIMI
Caro Tito, sai bene come e quanto tenga al nostro territorio e alla nostra gente, all’intera Calabria, a tutto il nostro Sud ma anche all’universo-mondo. Siamo nati sullo Jonio e, per quanto possiamo avere una mentalità ed una vocazione universalista, il nostro cuore e la nostra mente sono (pure anagraficamente) obbligati a dare il massimo contributo possibile per i luoghi delle nostre generazioni. Grazie, perciò, per darmi, ancora e sempre, la possibilità di contribuire, sempre sinceramente e in buona fede, a migliorare noi stessi e la nostra interzona.
Si dice che da cosa nasce cosa, quindi, spero tanto che questa “Lettera n. 435” sia di sprone a cercare e trovare le migliori soluzioni ai nostri problemi, specialmente a quelli più annosi non ancora risolti e bene evidenziati nel Documento del 1975. In attesa della “Lettera n. 436” ti saluto sempre con la speranza che la nostra vita non passi senza essere stati utili almeno un po’ al nostro prossimo … intendendo come “prossimo” pure il nostro territorio ed il nostro popolo. Fraterni saluti. A presto, Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it). ITER-City, sabato 26 novembre 2022 ore 18.54 – Da ben 55 anni (cioè dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”. Le foto sono state prese dal web o mi sono state fornite dagli interessati.
Il Documento della Terza Lista per le Elezioni comunali di Badolato 1975
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