
La scorsa estate avevano subito incendi dolosi, poi i danneggiamenti agli impianti agricoli, adesso il furto di ingenti quantitativi di agrumi pronti per la vendita. Nel mirino della criminalità organizzata è finita per l’ennesima volta la cooperativa ‘Valle del Marro – Libera Terra’, i cui soci gestiscono alcuni terreni agricoli confiscati alla ‘ndrangheta nella Piana di Gioia Tauro. L’atto intimidatorio è stato reso noto da Libera, che in un comunicato stampa parla di un “una situazione difficile che può pregiudicare la sostenibilità economica della cooperativa con effetto diretti per i lavoratori e le loro famiglie. Ed è proprio nella difesa del lavoro pulito, onesto e dignitoso e del diritto di fare impresa – sottolinea Libera - che sta il cuore della lotta alla ‘ndrangheta, ancora di più per una cooperativa che lavora i terreni sottratti alla criminalità organizzata. Ma ad essere colpito – prosegue la nota - è anche il grande valore etico e morale che sta dietro alla confisca dei beni e al loro riutilizzo a fini pubblici e sociali, la quale, nella nostra regione, rappresenta la migliore sintesi tra l’attività di contrasto e quella di prevenzione alla ‘ndrangheta, attraverso l’elevato significato che ciò assume dal punto di vista simbolico e culturale. I beni confiscati alle mafie rappresentano dei presidi assoluti di legalità, quei luoghi, altamente sensibili, devono essere tutelati per garantire, anche nella nostra regione, la piena tranquillità e serenità nella loro gestione”.
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