I giorni del Covid raccontati da Leonardo Cannistrà, giovane artista fossatese, in una mostra a Cosenza

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images I giorni del Covid raccontati da Leonardo Cannistrà, giovane artista fossatese, in una mostra a Cosenza
Leonardo Cannistrà
  05 luglio 2020 09:11

di CARMINE MUSTARI

Vernissage e introspezione sul Covid nella mostra personale dell’artista fossatese Leonardo Cannistrà, giovane artista dell’iperrealismo che si affaccia su  un tema difficile e definisce il suo messaggio proponendolo nelle sale del “Museo del Presente” di Cosenza  che sarà inaugurata  il 9 luglio e sarà visibile sino al 31.

Banner

Banner

Apre i battenti alle 18,30 e gli orari sono previsti dal martedì al sabato dalle 9 alle 13  e dalle 16  alle 20.  Leonardo Cannistrà, classe 1989 nasce a Catanzaro e vive ed opera a Fossato Serralta. Cannistrà è pittore e scultore specializzatosi presso l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, presso cui ha conseguito le lauree di I e II livello in Pittura (entrambe con lode) e un'ulteriore laurea di II livello in scultura (con lode).

Banner

Artista pluripremiato a livello nazionale ed internazionale, Leonardo investiga temi di carattere sociale, focalizzandosi sulla rappresentazione della precarietà del mondo contemporaneo e la perdita d’identità. Per mezzo di tecniche miste, mélange di materiali e approcci transdisciplinari, l’artista propone opere che spaziano dal figurativo all’installativo, dalla caricatura alla performance partecipativa e dalla fotografia alla pittura digitale. Leonardo ha vinto prestigiose nomine, partecipazioni e premi in Italia e all’estero, fra cui si annovera la XIII edizione del ‘Premio Internazionale di Scultura Edgardo Mannucci’ (2016); il ‘Premio Essere Politico’, Fondazione Fotografia Modena (2016); il diploma d’onore con menzione d’encomio sezione “Pittura” al ‘Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti’ (2016), nonché residenze in Italia, Spagna e Francia.
“Istantanee di Vita. Istantanee di un tempo che abbiamo vissuto che ha inevitabilmente per sempre squarciato il tempo di una quotidianità che non era abituata e pronta a tutto questo. – sono queste le parole del critico d’arte e curatore della mostra Roberto Sottile -   Leonardo Cannistrà, si appropria dei sentimenti della gente, delle storie dei tanti protagonisti e li trasforma in istanti di umanità. Attimi di una tragedia che l’artista ci restituisce come “apparizioni”, immagini e colori che si manifestano sulla superficie che viene avvolta dalla scena. Sono uomini e donne impegnati a salvare altre vite. Sono uomini e donne che lottano per poter tornare a casa. C’è tutto ciò che abbiamo visto, ascoltato e letto nelle istantanee di Cannistrà; l’agire ma anche l’attesa. 

La speranza ma anche lo sfinimento. Sono scene composte, storie raccontate in tutta la loro drammaticità che nella semplicità diventano eroiche. La fatica, la speranza, il desiderio, la paura. I sentimenti dell’uomo sono raccolti abilmente da Leonardo che costruisce la scena con una tavolozza cromatica che si trasfigura in diverse variazioni di colore e di luce che avvolgono l’intera superficie. Ogni istantanea di vita viene “afferrata” dall’artista rielaborata attraverso il suo sguardo e la sua sensibilità, e ci viene restituita immersa nella bellezza del colore e della luce che diventano “anima” che irradia tutta la scena.  Si compie così, nella ricerca artistica di Leonardo Cannistrà, un racconto che trae spunto da una dolorosa realtà, che ci viene filtrato dalla forza della comunicazione dell’arte.  In Leonardo Cannistrà convivono la realtà con cui necessariamente bisogna fare i conti e il desiderio della testimonianza che diventa capacità collettiva di memoria. Le immagini fotografiche dei quotidiani, i servizi ai tg nazionali, tutto ciò che abbiamo raccontato attraverso i social diventano nella serie “Istantanee di Vita” un testamento della luce e del colore che si coniuga con la parola speranza. Leonardo ci accompagna in questo percorso di opere, con gli occhi del “cronista” ma anche con gli occhi del “cantastorie”. Ogni scena prende forma in tutta la sua tragica potenza, riuscendo a preservare la memoria del racconto, senza nessuna alterazione o interpretazione scenica. Sono opere che diventano un testamento della capacità dell’esperienza umana di continuare nonostante tutto a guardare al futuro. 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner