Il direttore di Bankitalia Catanzaro, Magarelli: "La crisi come un Cigno nero. Ecco come risollevare l'economia calabrese" (VIDEO INTERVISTA)

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images Il direttore di Bankitalia Catanzaro, Magarelli: "La crisi come un Cigno nero. Ecco come risollevare l'economia calabrese" (VIDEO INTERVISTA)
Sergio Magarelli, direttore della filiale di Catanzaro della Banca d'Italia

Magarelli suggerisce di puntare sul capitale umano (giovani e donne), su investimenti tecnologici per le imprese, su una burocrazia che diventi 'un giardino fertile e pulito e sul patrimonio territoriale e culturale della Regione

  22 giugno 2020 19:38

"Per dare un'immagine a questa crisi, userei quella di Nassim Taleb. Siamo di fronte ad un Cigno nero. L'improbabile governa la nostra vita". Ad usare la metafora è il direttore della filiale di Catanzaro della Banca d'Italia Sergio Magarelli, all'indomani della presentazione del rapporto sull'economia calabrese. Per il rilancio della regione, dice Magarelli si deve puntare su: "La crescita del capitale umano. I giovani e le donne costituiscono una grande risorsa e un volano di crescita. Può essere l'occasione per il mondo del lavoro di essere meno diseguale e correggere il grande squilibrio demografico. Poi c'è Il dinamismo imprenditoriale. Il suggerimento è di spingere sugli: "Investimenti nell'innovazione tecnologica ed organizzativa. La creazione - altro punto- di un giardino fertile e pulito, di una pubblica amministrazione e di una burocrazia che sia realmente vicina alle imprese e alle famiglie". E infine la "salvaguardia del patrimonio culturale, territoriale. La nostra ricchezza. Un brand aggiuntivo per la Calabria. L'importanza di rispondere valorizzando le specificità territoriali e la domanda interna". 

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Magarelli ha insistito: "Le prospettive dobbiamo ricavarle ogni giorno valutando le opportunità di crescita. E ci sono. L'intero tessuto economico affronta la crisi in condizioni finanziarie ed economiche migliori di quelle del passato". Le condizioni di partenza sono differenti. "Le imprese hanno migliorato la propria redditività e il livello di indebitamento (diminuendolo). Queste migliori performance non si erano ancora tradotte in un aumento degli investimenti. Anche le famiglie si trovano con un livello di indebitamento migliore rispetto al passato con delle prospettive che in qualche modo avevano visto dei livelli occupazionali e livelli di fiducia crescere. Ma la pandemia ha creato un blocco. Già nel 2019, i livelli occupazionali si erano fermati. Tutta l'attività economica della nostra regione pur avendo avuto una riduzione percentuale inferiore rispetto a quella della media nazionale. Stiamo parlando del 18% rispetto al 22% ed un livello occupazionale di un quarto dei dipendenti rispetto ad un terzo dei dipendenti. Questa situazione non deve creaci delle illusioni, perché scontiamo divari molto molto pesanti. Una cosa che dobbiamo tener sempre presente è che questa terra ha pagato sempre un prezzo altissimo ai divari che da tempo la affliggono".

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"Divari - spiega il direttore- che sono economici e sociali. E' il Sud del Sud.  Divari che hanno impedito un percorso di sviluppo più positivo. E non è solo un problema di carenze infrastrutturali ma è dovuto anche ad un'influenza perversa e molto diffuso di un mondo di economia irregolare che non è limitata solo ai consorzi criminali, ma purtroppo tocca anche alcune parti del ceto economico dirigente e, purtroppo, anche della pubblica amministrazione e dello Stato. E' stato importantissimo creare in favore di imprese e famiglie liquidità per arrivare al dopo di questa pandemia. L'indicatore di povertà della nostra regione è tra i più alti in Italia, così come il tasso di irregolarità. L'indicatore della disoccupazione è quasi sempre il doppio alla media nazionale. I Neet (i giovani che non studiano, non lavoro non seguono corsi di formazione) è al 40%".  

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Magarelli, uscendo dai confini regionali, ha parlato in senso più ampio: "La cosa che avuto però l'impatto maggiore è l'aumento dell'incertezza. Nessuno sa come sarà e quando arriverà questa nuova normalità. Il nostro Pil è previsto in calo. Dopo i mesi del lockdown, la forbice della contrazione va dal 9 al 13 per cento (nello scenario peggiore). Cosa è successo nella nostra regione? La nostra economia era in un periodo di stagnazione, che già aveva interrotto quella timida ripresa di cui avevamo parlato negli anni scorsi e nel 2019 aveva visto interrompersi questa crescita modesta, timida, ma comunque costante del Pil. Questa interruzione ci aveva posizionato rispetto al periodo pre-crisi immobiliare e finanziario o poi quella del debito sovrano, quindi cominciate nel 2008 e poi nel 2011, ad un distacco di ben 14 punti di Pil. Un'ulteriore riduzione del Pil, pone la nostra regione in una situazione difficile. Questo è un bollettino di guerra". 

 

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