L'EDITORIALE/ C'è un solo "caso Chiaravalle" fra le strutture assistenziali calabresi?

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La "Domus Aurea", casa di riposo a Chiaravalle Centrale
  03 aprile 2020 00:58

di ENZO COSENTINO

Il difficile momento che anche la nostra regione sta vivendo nella lotta senza quartiere al “mostro”, non consente alcun ripiegamento sul campo di battaglia. Siamo stati chiamati, infatti, ad affrontare una prova non indifferente di resistenza ma anche di civile osservanza delle regole straordinarie. Ben vengano le decretazioni delle massime istituzioni nazionali, regionali e territoriali nella misura in cui le decisioni rispondono alle indicazioni della rete scientifica e medica. Il coronavirus sta mettendo a dura prova il nuovo governo della Regione a guida centrodestra (ma non dovrebbe essere, questo, il momento delle differenze politiche perché è in gioco soprattutto la salute dei cittadini) e, tutto sommato, l’impressione è che il timoniere della barca calabrese stia seguendo la rotta giusta. Tuttavia la tentazione della demagogia politica è sempre dietro l’angolo. Entra in gioco dunque l’intelligenza più che la furbizia dei politici di non abboccare agli ami.  E’ un dovere fare tutti la nostra parte dalle rispettive postazioni dell’impegno professionale sulle quale siamo schierati contro il coronavirus. In un momento tanto delicato i mass media calabresi stanno svolgendo un ruolo importante, utile per chi rispetta quel “io resto a casa” perché percepisce di non essere “isolato” dalle realtà che lo circonda. Ma tutti abbiamo anche bisogno di certezze sul rispetto delle regole da parte di chi è chiamato a sovraintendere alla loro applicazione. Molte, tante le situazioni sulle quali si richiedono dati e conferme ufficiali.Non per semplice curiosità. 

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Ad esempio: Il caso esploso in maniera virulenta in una struttura assistenziale per anziani a Chiaravalle ha fatto attivare controlli in tutte le altre strutture residenziali sparse sul territorio e nelle quali “albergano” le categoria dei più deboli? Quali di queste residenze sono state controllate in maniera sistematica e ivi  fatti i tamponi e  con quali risultati? Si, insomma una mappa completa per una risposta possibilmente rassicurante. 

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Problema mascherine, rifornimenti di bombole d’ossigeno indispensabili per chi è affetto da patologie che ne richiedono l’uso. Con quali criteri e in quali farmacie questo materiale e altro indispensabile per affrontare il “Mostro” è stato distribuito? E se esiste un criterio uniforme per la vendita ossia la fornitura al cittadino. Siamo in guerra, una guerra che si deve affrontare quotidianamente e bisogna farlo anche con misure da “antichi tempi bellici” per evitare che chi più ha più mangia: con la distribuzione dei beni di prima necessità se non razionata, parsimoniosa. Bene ha fatto il Sindaco di Reggio ad evidenziare il fenomeno della lievitazione dei prezzi che è generalizzato al punto da essere un fenomeno tristemente speculativo. Che andrebbe monitorato. Piccoli ma nel contempo grandi problemi della quotidianità. Ultima riflessione: la proposta del vice segretario del Pd, ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando di rendere centrale il potere sul sistema sanitario potrebbe diventare un tema di dibattito (serio) e di natura anche costituzionale non può diventare di pregnante attualità mentre il mondo intero è in guerra con il coronavirus. In questo frangente le regioni, la nostra in particolare , “muru a muru cu’ u spitala” (muro a muro con l’ospedale) per gravi colpe della politica, sta facendo – lo dico da osservatore e da utente del sistema sanità calabrese – la sua parte. Lanciarla così questa proposta diventa un diversivo dal momento critico. Salviamoci prima dal coronavirus e poi dalla politica dei dilettanti.    

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