L'EDITORIALE. Sanità calabrese: il vero scandalo nel fatto che chi "comanda" sapesse di quel che Report ha fatto vedere

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La tenda pre-triage della Protezione Civile sotto la neve
  31 marzo 2020 21:08

di ENZO COSENTINO

Voglio prendere spunto da quanto accaduto a seguito della trasmissione di lunedì scorso “Report" per alcune riflessioni che vanno oltre gli effetti scatenati nell’apparato regionale.

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Nella puntata di lunedì il programma Rai, Report, si è interessato della situazione sanitaria nella nostra regione. Ha mostrato attraverso i filmati quella “faccia sporca” della Calabria di cui tutti i calabresi dovremmo vergognarci. Situazioni di abominevole degrado di cui, comunque, le popolazioni gravitanti nel territorio erano, chi più, chi meno a conoscenza. Miliardi di vecchie lire buttati al vento per costruire ospedali ed attrezzarli e mai entrati in funzione. E gli autori di tanto marciume non hanno conosciuto un solo giorno di galera. Anzi di costoro, speriamo però che non sia così, si ricorda il volto trionfale in occasione di tagli di nastri per l’avvio dei lavori. Erano volti sorridenti di chi sapeva che volevano dire: “ vi stiamo prendendo per fessi” .

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Miliardi al vento e un ritorno di voti. Oggi queste strutture se efficienti avrebbero significato  sicuramente un arma in più per “sparare” sul mostro Covid19.  Un “bravi” a tutti i componenti lo staff di Report. Ma hanno scoperchiato una pentola di cui in Calabria livelli di responsabilità politica e istituzionale di ieri, forse anche di oggi, conoscevano il contenuto e la puzza scoperchiandola quella “pentola".

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Errori anzi orrori del passato sulla pelle dei Calabresi ai quali sul sistema sanità regionale sono state sempre raccontate fesserie. Ed oggi ne paghiamo le conseguenze. A Cesare quel che è di Cesare, recitavano gli antichi romani. I vecchi e nuovi calabresi recitino “la nostra sanità a competenti e gente onesta”. Se ne trova in giro ma non ha le raccomandazioni della politica, della mafia con lupara o in doppio petto. Quest’ultima più pericolosa dell’altra. Bene gli interventi tampone che il “mostro” ha imposto di fare mettendo da parte gli aspetti di ragioneria. Ma per la rigenerazione della sanità calabrese chi avrà il timone si ficchi bene in testa che non si dovranno ripetere gli errori del passato. La “nave della salute” dei calabresi deve essere portata in un porto sicuro e socialmente civile.

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