“Il crollo della Statale 106 allo svincolo di Germaneto del 2017 poteva essere evitato, se solo fossero stati utilizzati un adeguato sistema di drenaggio dell’acqua e misure cautelative in fase progettuale, per come emerge dalla perizia dei consulenti. Tutti gli imputati si sono dovuti difendere dalle accuse di cooperazione colposa non avendo previsto un idoneo sistema di drenaggio dell’acqua, effettuando una sottostima dei carichi agenti sul terrapieno e realizzando una sovrastima dei parametri di resistenza meccanica del terreno. Perché la Regione Calabria, nonostante fosse indicata come parte lesa ha preferito non costituirsi?”.
La senatrice Bianca Laura Granato (L’Alternativa c’è) chiama in causa la Regione in merito alla decisione di non costituirsi parte civile nel corso dell’udienza che ha visto il rinvio a giudizio di due persone per il crollo della rampa di accesso avvenuto nel 2017 sulla statale 106. C’è da ricordare che in questa prima udienza si sono costituite parti civili, invece, l’Anas e il Codacons, che con la sua denuncia ha fatto scattare l’inchiesta.
“Ora che dopo oltre un anno di reggenza del facente funzioni Spirlì, che ci ha costretto al caos e all’improvvisazione, la situazione amministrativa dovrebbe regolarizzarsi con l’insediamento di un presidente democraticamente eletto – afferma ancora la senatrice - sebbene dalla minoranza dei calabresi vista l’alta percentuale degli astenuti, gli uffici competenti si preparino ad andare in aula il 28 giugno 2022, ultima data utile entro cui la Regione potrà rimediare a questa colpevole mancanza: si costituisca parte civile. E’ ancora in tempo a schierarsi dalla parte dei cittadini che chiedono giustizia e verità”.
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