di GABRIELE RUBINO
Al Comune di Cosenza il Consiglio comunale ha votato il dissesto finanziario evitando lo scioglimento anticipato. A Catanzaro non ci sono di questi problemi, ma la scelta del candidato governatore del centrodestra marchierà a fuoco il destino della consiliatura iniziata nel 2017. Ci sarà un prima e un dopo. In questo momento gli azionisti della coalizione sono così suddivisi: il gruppo della Forza Italia “ortodossa”, che fa capo a Tallini, appoggia la mozione degli Occhiuto, la pattuglia del sindaco, come ovvio, quella di Sergio Abramo, mentre la compagine che fa riferimento a Baldo Esposito, se proprio deve scegliere, non appoggia certo il sindaco di Cosenza. Per come si è formato il puzzle, un secondo dopo l’annuncio di Berlusconi, Salvini e Meloni sulla Calabria a Palazzo De Nobili ci saranno pesanti contraccolpi.
IL PRIMO E IL DOPO. COME CAMBIA LA CONSILIATURA DOPO L'ANNUNCIO DEL CANDIDATO GOVERNATORE DEL CENTRODESTRA- Se sarà Sergio Abramo il candidato ufficiale del centrodestra, la collocazione di Tallini ne esce relativamente indebolita (anche in prospettiva) e il consigliere regionale sarà costretto ad allinearsi in seconda battuta su un qualcosa che per mesi ha avversato, a meno che gli Occhiuto e Santelli non decidano lo strappo finale con il Cavaliere optando per la corsa solitaria e “civica” verso la Cittadella. Ed ognuno andrà per la sua strada. Aspetto non secondario: al Comune si andrà al voto anticipato. Se Abramo non dovesse essere il prescelto, la Forza Italia catanzarese “ortodossa” sarebbe ben piazzata alle Regionali, ma a Palazzo De Nobili ci sarà una rappresaglia sanguinaria. C’è già chi scommette che il sindaco manderà via dalla Giunta i forzisti. Al rimpasto dell’esecutivo seguirà un profondo assestamento degli equilibri in Consiglio, con una nuova maggioranza pronta a sedimentarsi e una parte dell’opposizione che diventerà non ostile e "responsabile". Il gruppo di Abramo a quel punto si considererà pressoché fuori da Forza Italia e non è per nulla peregrina l’ipotesi di una decisa virata sulla Lega, con cui potrebbe anche avviarsi un percorso politico a medio termine (anche con vista sulle prossime nazionali). Questo è uno scenario avanzato, quello che è già assodato è che senza gli altolocati canali "verdi" azionati, Abramo non sarebbe nemmeno in corsa (come lo è ora) per diventare il candidato alla Presidenza. I canali "azzurri" calabresi l'avrebbero invece sepolto. In ogni caso la liturgia prevede che sia Forza Italia ad indicare il nome e che gli alleati Fratelli d'Italia e la Lega lo accettino o meno.
LE GEOMETRIE AL COMUNE FRA LEGA E FORZA ITALIA- Anche per questa ragione il gruppo che fa riferimento al sindaco ha sentito la necessità di smentire, con un comunicato stampa, eventuali fuoriuscite dal partito azzurro. “Le voci che vorrebbero l’adesione di uno o più esponenti del gruppo consiliare nel Comune di Catanzaro ad altri partiti della coalizione di centrodestra sono destituite di qualsiasi fondamento. Riteniamo che queste voci siano state create ad arte, da qualcuno, con il chiaro intento di produrre inutile scompiglio. Ne capiamo, in modo chiaro, le finalità, ma allo stesso tempo le rispediamo al mittente con la coerenza di sempre". Quasi a voler accusare qualcuno di tramare, ovvero di far passare Abramo come già leghista e quindi non selezionabile come candidato presidente perché il nome lo deve fare Forza Italia. I rumors che indugiano su Merante e Triffiletti (del gruppo Misto) come prossimi alla costituzione del gruppo consiliare della Lega saranno verificate sul campo domani, durante una seduta che si preannuncia piuttosto complicata. Le interlocuzioni esistono, ma per la chiusura del cerchio sembra essere presto. E non è questione di trovare un terzo (ad esempio potrebbe esserci Rosario Lostumbo che in passato ha avuto contatti con esponenti locali di spicco della Lega), ma piuttosto del tempismo giusto, che in politica è fondamentale. Con la Lega, fra Palazzo di Vetro della Provincia e Palazzo De Nobili, più di una chiacchierata c'è stata per le candidature al prossimo Consiglio regionale. Attenzione al nome di Filippo Mancuso, che sembra intenzionato a giocarsi la partita per Palazzo Campanella.
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