“Il ‘Riapri Calabria 2’, in questo momento di grande difficoltà economica e sociale per le nostre imprese, è sicuramente una boccata d’ossigeno. Siamo stati tra i primi a chiedere l’allargamento della platea dei beneficiari. E non possiamo che condividerne l’importanza, per quelle aziende che sono riuscite ad ottenere il contributo in questo difficile momento, consapevoli degli sforzi messi in campo dalla Regione Calabria con uno stanziamento corposo: parliamo di 65 milioni di euro a cui hanno potuto attingere una platea più ampia di imprese per l’innalzamento del limite del fatturato, portato da 150 a 300 mila euro, come richiesto dalle nostre organizzazioni già in occasione della pubblicazione del primo bando”. E’ quanto si legge in una nota dei vertici regionali di Confartigianato Imprese Calabria e di Casartigiani in merito al sostegno economico offerto alle imprese dalla Regione con il “Riapri Calabria 2”.
“Ma anche in questo caso, e ci spiace rilevarlo, è proprio il caso di dire l’avevamo detto. Infatti in un recente avevamo detto che le domande sarebbero state inferiori alla platea dei beneficiari (43.300), avevamo chiesto di ampliare e quindi superare i limiti dei codici Ateco che grande confusione sta creando a livello centrale, nonché di inserire tutta una serie di aziende di cui non abbiamo compreso le ragioni dell’esclusione – affermano ancora Confartigianato Calabria e Casartigiani -. Avevamo anche proposto di prevedere il ristoro per le attività che avessero già beneficiato del contributo nella prima edizione, con una erogazione subordinata alla eventuale residuo di risorse. Ma siamo lieti di aver ascoltato in conferenza stampa l’assessore Orsomarso che su questo ha parlato della riapertura del bando al 30 novembre. Certo avremmo potuto evitare perdite di tempo se solo ci fosse stato un maggior ascolto. Auspichiamo, come segnalato all’assessore, che a questo punto con quest’ultima edizione si superino i codici Ateco e non ci sia esclusione di alcun segmento e continueremo ad insistere, come abbiamo già fatto, sulla necessità di intervenire anche a sostegno della filiera agroalimentare, tra i settori più colpiti dal lockdown a causa della limitazione dell’operatività del settore della produzione della ristorazione e quindi con un forte calo di fatturato. Una situazione di grave disagio e pregiudizio che però fino a questo momento non è stato preso in considerazione.”
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