“Campania, Puglia e Basilicata intrecciano relazioni costruttive col Governo per utilizzare le ingenti risorse comunitarie, la Regione Calabria, al contrario, sembra restia a proiettarsi oltre le emergenze quotidiane che affronta con metodi gestionali del secolo scorso o delegando ai ‘fuoriclasse’ della burocrazia la responsabilità di occuparsene”. Lo afferma il consigliere regionale Francesco Pitaro (G.misto).
“Il premier Conte alla 84ma edizione della Fiera del Levante -spiega Pitaro- ha ribadito che ‘senza lo sviluppo del Sud l’Italia non può essere una potenza mondiale’. Naturalmente si attende la prova dei fatti, ma è innegabile che, per aiutare il Sud, sono stati messi in campo provvedimenti importanti e che il ministro Provenzano è iperattivo nel fronteggiare le criticità di decenni di regionalismo asimmetrico di fatto. Il punto è - sottolinea Pitaro - che mentre l’impegno in Campania, Puglia e Basilicata si sta rivelando costruttivo (a Bari oltre a Conte c’erano i ministri Patuanelli, De Micheli, Boccia e Bellanova), la Calabria sembra assente dai processi di riscatto dei prossimi anni. Le altre Regioni hanno da tempo elaborato, assieme alle rappresentanze economiche e sociali, progettualità mirate e intessuto relazioni concludenti col Governo per utilizzare le risorse Ue (oltre al Recovery Fund, i fondi per lo sviluppo e la coesione, i fondi strutturali e i fondi del programma React-Ue), invece - sostiene Pitaro - la Regione Calabria sembra disinteressata a tutto ciò".
"Anzi, assestata in una sterile autoreferenzialità che ne offusca il profilo istituzionale e amministrativo, non consente neppure un confronto in Consiglio regionale con le opposizioni su come utilizzare i fondi comunitari e avere più forza nell’interlocuzione col Governo”.
Conclude il consigliere regionale: “In Calabria non si vuole prendere atto che, rimanendo separati in casa, Giunta e Consiglio, Giunta e Comuni, Giunta e società, difficilmente sui tavoli romani ed europei il sistema-regione potrà ottenere risultati. Prima si capisce che la pandemia ha messo fuori mercato le logiche politiche-amministrative dell’era pre-Covid, prima si capirà che è indispensabile, se non vogliamo che la Calabria resti un’isola di marginalità nello stesso Mezzogiorno, mobilitare tutte le forze politiche, economiche e sociali, impegnandole in un serio lavoro di pianificazione delle criticità e programmazione delle soluzioni”.
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