D: Vincenzo Speziali, ha visto il film di Bellocchio su Ra1, vero? Se non ricordo male, lei aveva già scritto sul nostro giornale (leggi qui), dopo la prima visione delle due parti, al cinema, lo scorso Giugno. Ha altro da aggiungere, circa il film su Moro, rispetto alla scorsa estate?
R: No! Cosa dovrei aggiungere? Forse un aspetto, cioè che ieri e l'altro ieri, mentre rivedevo -come definirla?- questa 'cosa' (perché di cosa si tratta!), con me c'era mia madre -figlia di suo padre, cioè di mio nonno, un suo amico, collega e tanto altro ancora- la quale è rimasta, ovviamente, traumatizzata. Se è accaduto a lei, penso a cosa avrebbero potuto provare, giustamente e nel caso l'avessero voluto vedere -ma so che non lo hanno fatto, per comprensibili ragioni, che condivido e capisco- Maria Fida (Moro), Stefano (Andreotti) e Anna Maria (Cossiga).
D: Perché l'ha definita 'cosa'? È quasi con disprezzo che lo dice.
R: Ah sì? Se ne accorge qualcuno? Lo confermo è una 'cosa', al di sotto del genere anfibio, come l'ha definito Miguel Gotor, nella sua intervista a La Stampa. Il soggetto succitato non mi meraviglia affatto se è un ex Parlamentare, in quanto, l'unico aspetto positivo di questa impropria e sconcia legge che assevera le cooptazioni alla Camera o al Senato e per di piu degli improvvisati più svariati ed incredibili, è che, quando cade in disuso un 'dante causa' di qualcuno, anche il suo cooptato, sloggia perché risulta trombato. Lo sa cosa ha detto Gotor? Che l'intera opera (di cui lui è consulente storico) è stata fatta nel pieno rispetto di tutti. Ma che andasse a ramengo, lui e la sua impocrisia, poiché se crede di essere albagico (altezzoso), si sbaglia di grosso, ed io lo straccio ai punti, lasciandogli, persino un vantaggio iniziale! Devo essere in questo modo, pur se non mi piace, però se non lo facessi, non riuscirei a difendere bene -al netto delle altrui ed attuali arroganze aconcettualistiche- la nostra storia democristiana, cioè la più formidabile esperienza del Novecento politico e sociale.
D: Perché contesta l'affermazione di Gotor?
R: Lei mi dice dove sta il rispetto di Bellocchio e del suo staff di sceneggiatori? Nell'iniziare il film, ipotizzando che il Presidente sia vivo? Magari fosse stato così, magari, eppure ciò non è stato possibile per il culturame e il politicume di riferimento, proprio di Bellocchio ed affini! Il vizietto, questo paleostalinista di Bellocchio, che come tutti i suoi simili distorce realtà e società, non se l'è tolto ancora. Lo aveva riproposto pure in Buongiorno Notte, ma non c'è mai limite al peggio, perché sbagliare è umano, perseverare diabolico, e diventare recidivi, sortisce effetti politici e giurisprudenziali. Io sono criticato perché sminuisco chi è ridicolo di suo -per di più a fronte di insolenze, malcostume ed imposture, parapolitiche e pseudogiornalistiche- ma siccome sono democristiano, me ne si fa una colpa (della quale me ne infischio e me ne sbatto). Bellocchio e Gotor, invece, che difendono una discutibile loro opera, sono dei geni da Oscar o da Nobel per la letteratura. Cosa c'è di rispettoso, nel caricaturizzare il dramma di Francesco Cossiga? Restituircelo, nel film, come un paranoide debole di mente, è una vergogna indescrivibile. Se Francesco fosse stato in vita, non si sarebbero permessi affatto e se lo avessero fatto, sarebbe, lui stesso, andato sotto casa a prenderli a calci. Ed io con lui!
Cinema e politica, Speziali: “Esterno notte, rappresentazione di una tragedia”
D:Cosa resta di Moro, oggi?
R: Tutto, tutto il meglio che si possa cogliere, ed è tanto, perché il Presidente Moro (Moro, sempre Moro, solo Moro) è la più bella stella del firmamento spirituale, religioso, filosofico, politico, sociale e giurisprudenziale. A lui, possono rifarsi, financo i figuranti cooptati che siedono oggi in Parlamento, a patto però che abbiamo volontà di apprendere quel che devono apprendere, cioè ogni cosa! Il Presidente è stato ammazzato da un 'grumo coagulato', composto da sovversivi (alcuni di essi, infiltrati o agenti provocatori) e da i vari Servizi Segreti dei Paesi contrapposti dalla logica di Yalta, ma uniti nel difendere queste due sfere di influenza, ovvero l'equilibrio del terrore o della guerra fredda. Solo noi democristiani cercavamo di affrontare il tutto con ecumenismo, cioè di migliorare le condizioni del Paese e degli italiani, pure in un'ottica di pacificazione autentica, tra i due blocchi di Est/Ovest. Fino ad un certo punto ci siamo riusciti, anche perché i nostri Leaders erano De Gasperi, Fanfani, Mattei, Rumor e soprattutto Moro (Moro, sempre Moro, solo Moro). È stato proprio il Presidente -da Capo del Governo e da vero Leader della DC- a condurre la battaglia finale, nel 1976, per evitare il sorpasso del PCI sulla Democrazia Cristiana e vinse. Vinse il nostro Partito, è vero, ma vinse, soprattutto lui, che cercò di comprendere, mediare, studiare, disegnare, un futuro nuovo, per una società migliore, anticipando una globalizzazione smodata e sregolata, perché se ci fosse stata lui, l'avrebbe ben modulata.
Insomma, dopo aver perso la seconda guerra mondiale, l'Italia governata dalla DC, ha vinto il dopoguerra o la guerra fredda, e noi democristiani abbiamo compiuto questo capolavoro a favore del nostro Paese, facendoci nemici e perdendo il nostro faro, il nostro Presidente, cioè Aldo Moro. Per questo siamo i vincitori e al tempo stesso, per quanto ci è stato fatto pagare e per il suo sacrificio, siamo al contempo la parte lesa e lui, lo è più di tutti, assieme a quei suoi familiari, che lo hanno voluto veramente bene.
D:Da come parla, sembra che qualcuno di essi, non l'abbia amato: è mai possibile?
R:Si vedano le risultanze dell'ultima Commissione e si verifichino le amicizie di sinistra extraparlamentare di Giovanni e di Agnese -guarda caso, quelli che pure Gotor dice di essere suoi amici- e si scopriranno tante cose. Per quanto mi riguarda, per i dialoghi quotidiani attraverso le mie preghiere, forte della Fede che ho e della certezza che lui mi è sempre vicino, proteggendomi ed illuminandomi, io -lo ribadisco, lo riconfermo e lo giuro ancora- sarò sempre dalla parte del mio Presidente, sarò sempre dalla parte di Moro (Moro, solo Moro). Ho pure una convinzione, anzi una certezza, basata proprio sui suoi ultimi scritti: per chi si straziava? Per Luca, il mio amico, suo nipote, il figlio di Maria Fida! Bene, a questo punto, ci può essere un residuo dubbio? Nossignore! Anche avendo affetto per loro due, significa -eccome significa!- essere dalla sua parte. Per quanto mi riguarda, sarà così. Ad libitum et ultra!
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736