
di SETTIMIO PAONE
Dopo mesi di confronto teso, scioperi e momenti di rottura, è stato finalmente raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto nazionale delle telecomunicazioni. La firma, arrivata all’alba tra Slc Cgil e Asstel, segna un punto di svolta per migliaia di lavoratori del settore, restituendo respiro economico e dignità salariale in una fase particolarmente complessa per il comparto.
L’intesa prevede aumenti minimi tabellari di 298 euro per le aziende di Tlc e di 288 euro per quelle operanti nei CRM e BPO, suddivisi in più tranches fino al 2028. In particolare, per le Tlc gli incrementi saranno di 100 euro a gennaio 2026, 50 euro a dicembre 2026, 50 euro a luglio 2027 e 98 euro a dicembre 2028. Nei CRM/BPO gli aumenti seguiranno la seguente scansione: 50 euro ad aprile 2026, 35 euro a dicembre 2026, 50 euro a dicembre 2027, 50 euro a luglio 2028 e 103 euro a dicembre 2028.
Le cifre consentono un riallineamento dei salari al costo della vita, considerando un indice inflattivo del triennio precedente pari al 10,2% e un triennio previsionale pari al 5,9%. "In una fase di profonda ristrutturazione del settore e di compressione salariale attuata nei fatti dal governo – ha dichiarato Riccardo Saccone, segretario generale della Slc Cgil – questo rinnovo contrattuale difende il reddito da lavoro nelle aziende telco e nei contact center, adeguando la retribuzione salariale al costo della vita". Saccone ha inoltre sottolineato che il testo firmato "pone un argine chiaro ai contratti pirata nei call center in outsourcing», ricordando che "i livelli salariali proposti dai contratti gialli non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli messi nero su bianco oggi. Lo dovevamo a migliaia di lavoratrici e lavoratori che, dopo anni di battaglie, non meritavano di ripiombare in un passato ingiusto".
Particolarmente significativa è la notizia per la Calabria, regione che ospita numerose realtà produttive legate al mondo dei call center, con migliaia di addetti distribuiti tra Catanzaro, Lamezia, Cosenza, Crotone e Reggio Calabria. Qui il settore rappresenta una fetta importante dell’economia dei servizi e dell’occupazione giovanile. L’accordo nazionale porta quindi una ventata di speranza e stabilità anche per queste realtà, da anni alle prese con precarietà, contratti disomogenei e salari compressi.
Il segretario della Slc Cgil ha poi rivolto un auspicio alle aziende e alle istituzioni: "Adesso le imprese imbocchino la strada dello sviluppo e dell’innovazione, e il governo metta in campo vere politiche industriali e regolatorie per un settore cruciale allo sviluppo del Paese". Con questo accordo, il sindacato rivendica un risultato che va oltre il mero incremento salariale: un segnale concreto di riconoscimento e tutela del lavoro in un comparto strategico per l’Italia e vitale per l’economia del Sud.
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