"La Festa dei Lavoratori è nata per celebrare la conquista dei diritti, dopo le battaglie operaie, anche se oggi questi diritti sembrano offuscati, quasi lontani. Ci ritroviamo a sentire ogni giorno, o a vivere sulla nostra pelle, storie di precariato, di disoccupazione e quei diritti conquistati oggi sembrano una cosa antica, quasi distrutti da logiche di precariato e di flessibilità, che purtroppo anche la nostra area politica ha seguito nel passato". E' quanto si legge in una nota stampa dei Giovani Democratici di Lamezia. "Noi crediamo fermamente, - proseguono - che il lavoro nella situazione post covid, per uscire in modo definitivo dalla pandemia sia lo stimolo fondamentale, ma deve essere un lavoro giusto, ben retribuito e che dia i diritti fondamentali e di base, dobbiamo essere noi, assieme ai sindacati a farci carico dei problemi dei lavoratori. Ritornare alla nostra vocazione storica, ma in modo moderno, oggi non solo l’operaio è lo sfruttato, ma anche lo stagista, il programmatore che viene sfruttato a 500€ al mese, il rider, i lavoratori delle grandi compagnie che sfruttano e fanno di flessibilità e precariato il loro standard di lavoro e assunzione".
"Siamo inoltre consapevoli degli scontri in atto, - evidenziano - dallo scontro generazionale allo scontro tra chi ha un lavoro e chi no. Ma noi non siamo arroccati sulla posizione del “tutto ai giovani e niente agli altri” perché crediamo che i giovani siano tutelati anche quando i genitori riescono a portare a casa un buono stipendio, che faccia dormire la notte i genitori e i figli, che possa assicurare ai figli degli studi, delle cure ma soprattutto la stabilità economica e mentale per affrontare le fasi dell’adolescenza e della prima vita adulta, perché anche questo contribuisce al disagio sociale della nostra generazione. Sappiamo che nel prossimo futuro saremo noi giovani, senza diritti, probabilmente senza pensione e soprattutto con un mercato del lavoro che ci prospetta solo forme di precariato e non offre garanzie a dover combattere le battaglie che i nostri nonni hanno combattuto, e sappiamo che sarà difficile contrastare certe logiche che ormai si sono insidiate nei partiti, ma siamo pronti a farlo senza fare sconti a nessuno".
"Buon primo maggio, dunque, noi speriamo che in questo periodo, - concludono - dove si è vista la fragilità dell’affidare tutto a logiche puramente di mercato e di precarietà il lavoro e gli altri aspetti della vita si faccia una riflessione, che parta da noi giovani e coinvolga tutti, che riconsideri la società dove viviamo e la renda più giusta, ma soprattutto che venga riconsiderato il lavoro e come si lavora e che venga anche esso reso più giusto, senza più sfruttatori e sfruttati".
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