23 Maggio 2025: Giornata Nazionale della Legalità a Catanzaro con l’associazione don Dino Piraino

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  23 maggio 2025 19:01

23 maggio 2025: in occasione della Giornata Nazionale della Legalità, la città di Catanzaro è diventata protagonista di un’importante manifestazione pubblica organizzata dall’Associazione di Promozione Sociale Don Dino Piraino, sacerdote che - come ha ricordato la  Responsabile dottoressa Maria Marino - ha saputo aprirsi al mondo dei giovani catanzaresi.L’iniziativa, dal titolo “Ricordare è necessario, Conoscere è indispensabile”, ha coinvolto gli studenti della Scuola Secondaria dell’Istituto Comprensivo Patari-Rodari-Pascoli-Aldisio guidati dalla dottoressa Anna Maria Rotella, sempre attenta alle iniziative volte a rafforzare il senso civico e la cultura della legalità tra i giovani.

Una giornata intensa, nata da un luogo simbolo: la palestra della scuola Aldisio, dove si è svolto, nel 1968, il primo maxiprocesso di mafia. Proprio qui, nonostante le difficoltà causate dalla pioggia, si è radunato il corteo degli studenti, che ha assistito alla commemorazione ufficiale delle vittime di mafia alla presenza di Autorità cittadine, per poi sfilare attraverso varie vie della città, fino a raggiungere il Parco della Biodiversità Mediterranea. Il corteo è stato animato dai giovanissimi alunni che, tra slogan scanditi a gran voce e cartelloni colorati, hanno dipinto la speranza di un futuro libero dai ricatti delle mafie. Nella splendida cornice dell’anfiteatro del parco si sono succeduti gli interventi del prefetto di Catanzaro, S.E. Castrese De Rosa, e del Capo Sezione della DIA di Catanzaro, dott. Beniamino Fazio, i quali hanno inteso costruire un proficuo dialogo con gli studenti sul valore della memoria e sull’azione della DIA nella lotta alla criminalità organizzata. Nel giorno della commemorazione della Strage di Capaci, i giovani diventano custodi della memoria e semi di giustizia.

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Il 23 maggio non è solo una data. È un’eco che attraversa il tempo, una ferita che sanguina ancora nella coscienza civile del nostro Paese. È il giorno in cui, nel 1992, Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta furono brutalmente uccisi dalla mafia, lungo l’autostrada di Capaci. Ma è anche il giorno in cui, ogni anno, la memoria si fa vita, speranza, impegno. Ed è in questo spirito che gli alunni dell’I.C. Patari-Rodari-Pascoli- Aldisio hanno trasformato la memoria in esperienza viva, intensa, profondamente educativa, per riaffermare l’impegno contro la criminalità organizzata. La voce dei ragazzi si è unita oggi a quella dei rappresentanti dello Stato, delle Associazioni, dei docenti. Studentesse e studenti hanno posto l’accento sull’importanza del ricordo e sul ruolo fondamentale della DIA nel contrasto alla criminalità organizzata.

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Non una celebrazione rituale, quindi, ma un dialogo generazionale. I ragazzi si sono resi protagonisti di vari interventi in cui non sono mancati momenti di riflessione e promesse collettive di rafforzamento dell’impegno nella lotta alle mafie. Hanno ascoltato con attenzione le testimonianze e non hanno esitato a interrogare non solo la propria coscienza, ma anche le Autorità presenti attraverso un flusso ordinato di domande che hanno messo in luce il desiderio di accrescere la propria consapevolezza civile. Perché ricordare per i ragazzi non è solo guardare al passato, ma anche decidere chi si vuol essere nel futuro. E questi giovanissimi cittadini, in questa giornata, hanno scelto di non voltarsi dall’altra parte, di non accettare l’omertà come regola, di non utilizzare la disonestà come scorciatoia. Hanno capito che la legalità non è un concetto astratto, ma un insieme di comportamenti quotidiani che pongono come fondamenta il rispetto delle regole, la denuncia delle ingiustizie e la costruzione di comunità giuste e oneste.

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La memoria è un dovere, non una celebrazione ed essere cittadini significa prendere posizione. Anche a scuola, anche tra i banchi. E proprio la scuola ci ricorda che la mafia si combatte con la cultura, con la coscienza, con il coraggio. Contrastare la mafia richiede indubbiamente un’azione congiunta su più livelli: indispensabile è l’apporto delle forze dell’ordine e della magistratura, insieme alla necessità di leggi efficaci, sostegno alle vittime e uso trasparente delle risorse pubbliche, ma la cultura della legalità, la memoria ed i valori civili formano l’antidoto più potente contro la mentalità mafiosa.

Per questo tra gli interventi degli studenti dell’I.C.Patari-Rodari-Pascoli-Aldisio non è mancata la voce di Giovanni Falcone, che, attraverso una lettera “immaginaria ma non troppo” ideata da alcuni studenti, ha incitato i ragazzi a mostrare determinazione contro le mafie e non solo indignazione, a non scambiare la disonestà per intelligenza e a non considerare come forza l’arroganza: ha inoltre invitato tutti a non considerarlo un eroe, ma solo un servitore dello Stato, che oggi non può più combattere, ma che ha lasciato la sua eredità “in ogni ragazzo che studia per cambiare, in ogni magistrato o autorità che non si arrende, in ogni insegnante che educa al rispetto e in ogni cittadino che fa semplicemente il suo dovere, senza cedere al ricatto del malaffare”.

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