25 anni fa la morte sospetta di Natale De Grazia: indagava sulle navi dei veleni (VIDEO)

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Natale De Grazia
  12 dicembre 2020 08:17

di PAOLO CRISTOFARO

Sono passati 25 anni. Un quarto di secolo di silenzi, di insabbiamenti, di segreti di Stato, di inchieste senza fine. Un quarto di secolo da quel 12 dicembre 1995 quando, lungo l'autostrada Salerno Reggio-Calabria, in auto con due carabinieri, muore un uomo all'improvviso. Quell'uomo si chiamava Natale De Grazia, era un capitano della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria. Poco meno di due anni prima, nel marzo 1994, in Somalia a Mogadiscio, era stata uccisa una giornalista del Tg3, Ilaria Alpi, insieme al suo operatore, Miran Hrovatin. De Grazia e la Alpi indagavano seguendo lo stesso filo conduttore: traffico e smaltimento illecito di rifiuti tossici. E come per la Alpi, anche per Natale De Grazia ancora non si è giunti alla verità

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E anche sulla morte di Natale De Grazia, interessato a ripercorrere la storia delle cosiddette "navi dei veleni", insistono ombre e misteri. Due autopsie eseguite dalla stessa persona e in maniera approssimativa, dubbi su un avvelenamento che permangono. La commissione parlamentare d'inchiesta della XVI legislatura aveva scritto a tal proposito e a proposito dell'autopsia che "tutte le tecniche descritte sono (e lo erano anche nel 1995) tecniche obsolete, dotate di scarsa o nulla specificità e/o sensibilità e che nessun tossicologo applicherebbe per l'accertamento di una eventuale intossicazione o avvelenamento". 

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In quel momento storico il capitano De Grazia stava andando a La Spezia, uno dei porti coinvolti nel giro di navi, di traffici, di aziende, sulle quali l'ufficiale stava indagando, essendo entrato anche nel pool d'investigatori nazionali che seguivano le inchieste sui rifiuti. In particolare ripetuti furono i contatti di De Grazia con ufficiali del Corpo Forestale, soprattutto con quello di Brescia, concentrato a tracciare i flussi di rifiuti che partivano dalle grosse aziende del Nord Italia. A casa di un faccendiere indagato per questioni legate a smaltimenti illeciti, De Grazia rinvenne un appunto che riportava la dicitura "lost the ship" (la nave è perduta), che riportava la data del 21 settembre 1987, giorno in cui affondò la motonave Rigel, a largo di Capo Spartivento, sulla quale l'ufficiale aveva puntato i riflettori. Ma ancora molti documenti sul caso delle "navi a perdere" e sulla vicenda De Grazia sono coperti da segreto di Stato

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