di GIANLUCA SPORTARO*
Lo sviluppo delle nuove tecnologie, da sempre, è ostaggio della disinformazione. La storia ci insegna che, già a partire dagli anni 80, l’avvento dei pc nelle aziende e successivamente l’arrivo degli smartphone hanno destato sospetti e paure per poi essere smentiti dai fatti e osannati dagli stessi detrattori. Oggi come allora la storia si ripete con il sopraggiungere del 5G.
Ricordiamo che con il termine 5G si indicano tecnologie di nuova generazione per la comunicazione mobile. Rappresenta non solo un’evoluzione delle già esistenti connessioni, quali 2G, 3G, 4G, che utilizziamo tutti i giorni per i nostri smartphone e i tanti dispositivi elettroni ma risulta essere una vera è propria rivoluzione della trasmissione dei dati rispetto al passato.
In Calabria, in piena emergenza sanitaria e sulla spinta del consenso facile, molti sindaci stanno gareggiando su chi per primo riesca a bloccare questa nuova tecnologia. Le argomentazioni a sostegno di questo blocco si basano sui timori di un eventuale impatto sulla salute pubblica, sull’inutilità di questa evoluzione, fino a giungere a ipotesi complottistiche di correlazione tra 5G e diffusione del Covid-19.
Lo stop al 5G non ha nessuna base scientifica, considerato che le frequenze sono le stesse usate in passato per le trasmissioni in analogico del segnale televisivo ed oggi tornate a disposizione dello Stato. Da questi assunti si deduce che i comuni proiettati verso il blocco del nuovo standard di comunicazione elettronica non andranno a tutelare la salute pubblica ma bloccheranno esclusivamente lo sviluppo di interi agglomerati urbani ai servizi legati alla nuova era dell’IoT (Internet delle cose). Si rischia, quindi, dicendo no preventivamente a questa nuova tecnologia, di produrre un digital divide tecnologico, dove alcuni comuni usufruiranno di servizi che per altri saranno off limits; inoltre, per i piccoli comuni, sarà un ulteriore fattore di isolamento e conseguente spopolamento.
Come ben sappiamo gli amministratori di tutti i comuni calabresi sono alle prese con una gestione economica-finanziaria rigorosa dell’ente, dovuta ad una crisi di sostenibilità finanziaria e penuria di risorse per assicurare servizi adeguati ai cittadini. Il 5G è fondamentale per diminuire i costi di gestione di alcuni servizi, con annesso efficientamento, adottando ad esempio sistemi intelligenti che monitorano la raccolta dei rifiuti, l’illuminazione pubblica (smart lighting) e controllano le reti idriche e fognarie (smart metering).
Rifiutando il 5G la Calabria si troverebbe sempre più incapace di raggiungere determinati standard tecnologici, imprenditoriali e sociali. Accettarla, invece, significherebbe impadronirsi di una leva che, nel corso del tempo, può diventare un’occasione di riscatto e di sviluppo della nostra terra.
L’appello che rivolgo ai sindaci è quella di non cavalcare la paura che in questo periodo, giustamente, assale ognuno di noi a causa della pandemia in atto e che si richiami alla scienza e alle competenze di professionisti in materia per mettere da parte un oscurantismo tecnologico che non ha ragione di esistere. Ricordo che un buon politico, con lungimiranza, progetta il futuro, propone politiche e progetti di sviluppo, implementa nuovi visioni della società e crea ambienti utili allo sviluppo della propria terra.
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