8 Marzo, la riflessione di Luciana Carolei (Cisl Medici)
08 marzo 2025 11:20
di LUCIANA CAROLEI*
Sono donna ogni volta che nasco e che rinasco.
Ogni volta che piango e che perdono.
Ogni volta che mi punisco e che mi ascolto.
Ogni volta che cerco mia madre e ogni volta che mi perdo fra gli occhi di mia figlia.
Ogni volta che sono io, che resto io e che decido io.
È difficile essere donna in un mondo che ancora ci volta le spalle.
Di cammino, però, ne abbia fatto tanto.
Il nostro nome viene da lontano.
In Grecia, siamo nate spose.
A Roma diventate domina.
Ora siamo donna, in tutta la sua essenza, generatrice e testa pensante.
Corriamo per i nostri diritti fra cuore e ragione.
Cadiamo ma ci rialziamo.
Scalze o con scarpe di cristallo che, quando diventano rosse, è il segno che ancora nessuno ha capito cosa sia un fiore, quale delicatezza e quale rispetto gli sia dovuto.
In Cina.
donna si scrive ?, un simbolo che viene da un pittogramma.
È una donna in ginocchio.
Se una donna è in ginocchio non vuol dire, però, che ha perso.
Forse, prega soltanto. O, forse, parla con la terra che calpestiamo senza chiedere scusa. O, forse, una donna è in ginocchio per stare più vicina a chi non la capisce.
Buona festa a te donna, a me donna, a voi donne.
A tutte quelle che oggi, purtroppo, avranno poco o nulla da festeggiare.
A quelle che sono l'anima di una casa ed a quelle che una casa non hanno.
A quelle che si illudono che basti un giorno per essere apprezzate.
A quelle che hanno dignità ed a quelle che sono state costrette a perderla.
A quelle che hanno dato la vita ed a quelle che non ci sono riuscite.
A quelle che hanno fatto la storia ed a quelle che la storia la scrivono ogni giorno ed in silenzio.
Perché il passo di una donna è l’impronta di Dio. E non importa se è scalza.
*responsabile coordinamento nazionale Cisl Medici
