In occasione dell’8 marzo il Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Luca Muglia, ha partecipato all’incontro-dibattito “La festa della donna come momento di riscatto” tenutosi nell’aula didattica della sezione detentiva femminile della Casa circondariale “R. Sisca” di Castrovillari. Nel corso dell’evento è stato presentato il progetto “Con le Mani in Pasta” finalizzato alla realizzazione di prodotti gastronomici all’interno delle mura dell’istituto, che vede il coinvolgimento dell’Istituto alberghiero IPSEOA “K. Wojtyla” di Castrovillari e di Laura Barbieri, imprenditrice nel settore della ristorazione e Presidente della FIPE Cosenza.
All’incontro, moderato e introdotto dalle docenti Rossana Barone e Simona Verta, hanno partecipato, oltre alla ristoratrice, la Presidente della Commissione regionale per l’uguaglianza dei diritti e delle pari opportunità, Anna De Gaio, il Cappellano della Casa Circondariale, Don Francesco Faillace, il Sindaco di Castrovillari, Domenico Lo Polito, la Dirigente dell’IPSEOA “K. Wojtyla”, Immacolata Cosentino, e il Direttore della Casa Circondariale, Giuseppe Carrà, che ha sottolineato il valore e il significato del progetto per le detenute della sezione femminile di Castrovillari.
Il Garante regionale ha rimarcato come “l’iniziativa “Con le Mani in Pasta” rappresenti un esempio virtuoso che mette insieme scuola, formazione e lavoro, con il supporto di una imprenditoria sensibile e di qualità. Per le donne detenute a Castrovillari può aprirsi, oggi, un ciclo importante. Troppo spesso è mancato in Calabria un dialogo fattivo tra il carcere e il mondo del lavoro, la paura e la mancanza di conoscenza hanno precluso l’avvio di progettualità con il territorio e le imprese. E’ giunto il momento di voltare pagina, di scrivere una storia nuova e diversa”.
“Quanto alla detenzione femminile” – continua l’avvocato Muglia – “il sistema carcerario non fa distinzioni di sesso, le regole detentive non presentano alcuna caratterizzazione di genere. Ciò, paradossalmente, finisce per recare danno alle donne detenute in quanto il circuito penitenziario è pensato e costruito “a misura di uomo” . La tutela dei diritti delle donne recluse presuppone, quindi, che vengano riconosciute e valorizzate le peculiarità che contraddistinguono la condizione detentiva. Quali sono i bisogni o le esigenze della donna detenuta? Di quali strumenti necessita per elaborare il suo vissuto? In quale contesto si consuma la sua carcerazione? Si tratta di domande aperte. Nella Casa circondariale di Castrovillari, ad esempio, i bagni delle camere detentive sono sprovvisti di docce, a differenza degli altri istituti. Le persone detenute, in altre parole, sono costrette ad utilizzare le due o tre docce presenti nello spazio comune situato nel corridoio dei padiglioni. E’ evidente come tale condizione, nel caso delle donne, sia maggiormente lesiva della privacy e della dignità personale. Mi auguro che le reiterate richieste di intervento che ho rivolto al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria possano sortire effetto e si ponga fine a tale inaccettabile deprivazione”
.“Rivolgo, da ultimo, un ringraziamento particolare al Sindaco Lo Polito” – ha concluso il Garante regionale – “poiché, grazie alla sua sensibilità, la città di Castrovillari potrà formalizzare a breve l’istituzione del Garante comunale dei diritti delle persone private della libertà personale, nonché alla Presidente De Gaio per l’instancabile impegno della Commissione regionale per le pari opportunità da lei presieduta, sempre attenta ai temi della detenzione femminile”.
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