di TERESA ALOI
Quaranta punti al ginocchio e un'operazione di chirurgia plastica alla quale sarà sottoposta e che le costerà 4800 euro.
E' la storia di Noemi, crotonese, oggi 12 anni, ma di soli 9 anni all'epoca dell'incidente costatole quel brutto taglio.
E' la storia di una bimba che cade in bicicletta durante una passeggiata per colpa di una buca sull'asfalto aperta su una via del suo paese, Strongoli, e che non verrà risarcita perché “non poteva non vedere”, e dunque doveva accorgersi dell’ostacolo, ancor di più se la buca si trova lungo il tragitto abituale. Dunque, "non poteva non sapere” .
La ferita sul ginocchio
La piccola, scrive il giudice di Crotone, è caduta "a causa di una sua disattenzione, come induce a ritenere il fatto che l'evento si è verificato in condizioni di visibilità normali, ciò lo si ricava dalla stessa narrativa attorea e dalla circostanza che non sono state neppure prospettate condizioni metereologiche avverse; e la morfologia dell’insidia (così come rappresentata dalle fotografie in atti) esclude che essa non fosse pienamente e tempestivamente percepibile dalla minore, specie tenuto altresì conto che il nucleo familiare cui essa appartiene risulta abitare nei pressi del luogo in cui si è verificato il sinistro e dunque dalla stessa ben conosciuto".
E allora, "non poteva non sapere" , non poteva non conoscere quella buca. A 9 anni.
I FATTI
Era il 23 aprile del 2019 quando la piccola è sulla bicicletta. Sono le 19:15 circa. Percorre via Padre Pio, a Strongoli Marina e si sta dirigendo verso la casa familiare sita in via della Laminetta Aurea, quando “a causa di una lesione/spaccatura dell’asfalto e del pietrisco” presente sul manto stradale, perde il controllo del mezzo e cade a terra. La ruota si gira e la biciletta le cade addosso, immobilizzandola. A prestarle aiuto, in un primo momento, sono alcuni vicini. Poi, arriva la sua mamma.
Le urla di dolore, il sangue. Il trasferimento in ospedale quella ferita che verrà suturata con ben 40 punti. Noemi ricorda tutto di quel giorno. Se non bastasse quella lunga cicatrice sarebbe lì a ricordarglielo.
"Da quel giorno ho perso la mia serenità - racconta la madre - per i giudici, ora, mia figlia di 9 anni, avrebbe dovuto conoscere quella buca. Ma la cosa più terribile- insiste - è che la legge colpevolizza mia figlia che continua a dire che non è stata colpa sua".
Una storia che "vale la pena di raccontare - spiega ancora la mamma di Noemi - perché non voglio che succeda ad altri (soprattutto ad una bambina) che è l'unica responsabile di ciò che le è successo, soprattutto non voglio che nessun genitore debba dire 'no amore non è colpa tua'".
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