A Bergamo Arte Fiera la Calabria protagonista con artisti e un museo originale: il Mabos della Sila catanzarese

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images A Bergamo Arte Fiera la Calabria protagonista con artisti e un museo originale: il Mabos della Sila catanzarese
Alcuni tra i protagonisti calabresi all'Arte Fiera di Bergamo
  15 gennaio 2020 12:48

Si è chiusa con un bel successo, la sedicesima edizione di BAF-Bergamo Arte Fiera, appuntamento di riferimento per il movimento dell’arte e della cultura nazionali, che fa convergere nella città lombarda migliaia di artisti, galleristi, collezionisti e appassionati d’arte in un percorso quanto mai suggestivo tra le due mostre-mercato di arte contemporanea e di alto antiquariato\arte antica distribuite su 13mila metri quadrati, con oltre 150 tra le gallerie più significative del panorama italiano.

 

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"La risposta di pubblico, con arrivi anche stranieri, ha premiato lo sforzo organizzativo, e così la manifestazione - come rivela il suo direttore Sergio Radici - pensa ora di investire nuove risorse per promuoversi in una platea più vasta, in particolare tra le nuove generazioni. Tra tanto dinamismo, offerta, e concorrenza, in un contesto dove è agevole costruire nuove relazioni (e ci si viene anche per questo) ma in cui non è facile “farsi spazio” se non proponendo arte vera, buoni artisti e opere capaci di attrarre ed emozionare, la vetrina è stata conquistata da due espositori presenti con offerte differenti, ma per diversi modi legati alla terra di Calabria".   

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Cominciamo con la Minotauro Fine Art Gallery di Palazzolo sull’Oglio, diretta da Diego Giudici, che si avvale della grande competenza storica e critica del catanzarese Antonio Falbo, presente con M’horó, lo scultore che ha scelto di restare anonimo, particolarmente apprezzato da Vittorio Sgarbi per i suoi scarti industriali diventati gioielli d’arte e alla Baf con la sua nuova collezione “City Life” dedicata alle moderne architetture urbane di Milano. Accanto a lui, il compianto Angelo Brescianini, con le sue originalissime lastre d’acciaio sparate e incise con armi da fuoco, e la catanzarese Rosa Spina tra le più acclamate esponenti della Fiber Art, storia artistica e curriculum di grande spessore, qui con gli straordinari e antesignani “defilages” degli anni ’60: una vera sorpresa, con importanti gallerie estere che li hanno già prenotati per prossime mostre.

Grande interesse, poi, per lo stand di Brescia Up col suo salotto\tv che ha ospitato artisti provenienti da Svezia, Veneto, Lombardia e Calabria per il lancio di un importante progetto artistico ideato e coordinato dal giornalista Roberto Messina assieme all’editore Emanuele Zarcone, che prevede scambi culturali e mostre nella prossima primavera\estate lungo l’asse Goteborg-Bergamo-Brescia-Sila.

Davvero tanta attenzione per il MABOS, il Museo d’Arte del Bosco della Sila, originale e altamente significativo progetto di Mario Talarico (titolare del “Granaro”, conosciuta struttura ricettiva della magnifica Sila catanzarese) che ha dato parallelamente fiato ed energia ad una sua pregevole idea di legare arte contemporanea e natura con l’installazione di opere in sintonia con l’ambiente a risultato di una ricerca artistica site-specific. Nel territorio di Sorbo San Basile (Cz) ospita decine di sculture e installazioni realizzate dopo varie selezioni e “residenze” che hanno coinvolto artisti di spessore con workshop nazionali ed internazionali, oltre a studenti d’arte, in particolare quelli dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, istituzione con la quale il progetto è partito. Per questa ragione, ecco le pronte congratulazioni, il plauso e il sincero soddisfacimento per la riuscita partecipazione del MABOS in fiera, fatte pervenire dal direttore dell’Accademia catanzarese Vittorio Politano che invita: “a proseguire con entusiasmo sulla giusta strada dello scambio, dell’incontro, dell’interazione culturale, e quindi della formazione, produzione e crescita artistica, in un orizzonte sempre più ampio”.

Il MABOS è caratterizzato dal “Bosco degli artisti” con alcune costruzioni in legno appositamente ideate per ospitarli, e dallo spazio-serra col laboratorio e la strumentazione utile per lavorare in completa autonomia. Punta alla valorizzazione del talento e ad una sinergia tra tutela dell’ambiente, patrimonio culturale-naturale e arte contemporanea, con la natura quale soluzione e mezzo di espressione: “Il bosco non delude mai” è uno dei “claim” della comunicazione del Museo.

A rappresentare l’anima del MABOS alla Baf, tre suoi artisti, tre talenti calabresi rispettivamente di Cotronei, Lamezia Terme e Cetraro, tutti ex studenti dell’Accademia catanzarese, con i rispettivi lavori: Giuseppe Barilaro con “Matrice del tempo N3”, combustione su compensato e olio; Giuseppe Ferrise con la scultura “Ippolito” che assembla legno, corallo, polistirolo, rafia, ferro e colla; Angelo Gallo col trittico “Bianco”, spatolato di pasta bituminosa e ceralacca.

Oltre quadri e sculture, anche fotografia, con l’emergente Isabella Tassone da Soverato (anche lei ex allieva a Catanzaro) con il suo trittico fotografico “Mare d’inverno”, a Bergamo anche per il prestigioso invito ricevuto a realizzare un reportage d’autore con “scatti rubati” dai giorni e negli spazi della Fiera, che andrà a costituire il prossimo “speciale” della rivista Brescia Up, oltre che una mostra itinerante tra Brescia e la Calabria.

Restando sempre all’arte fotografica, da sottolineare la gradita visita ai due stand del grande innovatore e sperimentatore Mario Cresci, uno dei grandi maestri italiani, anche lui profondamente legato alla terra calabra dove passa le vacanze estive da tanti anni, dove ha realizzato straordinari reportages e dove è possibile ammirare l’importante donazione che nel 2011 ha voluto elargire al museo catanzarese MARCA, la serie di “Ritratti reali, Tricarico” del 1970-72.

Nello stand di Brescia Up, inoltre: Alessandro Vaccari, pittore veronese presentato dalla Galleria “Belle Arti” di Desenzano sul Garda con il suo “Immersa nell’acqua”, iperrealista olio su tela; e poi due creative artiste giunte da Goteborg, in Svezia, Susanne Lilja e Diana Wahlborg con i loro lavori di scultura contemporanea su metalli e pittura neo-pop, e per avviare il rapporto collaborativo tra Svezia e MABOS.

 

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