A Catanzaro il convegno "Le Massime di Esperienza e la Prova Logica"

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  19 marzo 2024 14:51

di ALESSIA DE SANTO 

Si è tenuto questo pomeriggio presso la sala congressi dell'hotel Guglielmo a Catanzaro il convegno organizzato dalla Fondazione Scuola Forense "G. Iannello", tramite il patrocinio del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Catanzaro. Il coordinamento dei lavori è stato accuratamente seguito dall'avv. Vincenza Matacera, segretaria C.O.A. Catanzaro, a presenziare invece come si è l'avvocato Valerio Murgano, Unione Camere Penali Italiane direttore della Fondazione Scuola Forense Catanzaro e con l'importante intervento dell'avvocato Salvatore Staiano, e come "discussant" l'avvocato Francesco Iacopino.

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Molte le presenze in sala che ben attente hanno seguito con attenzione certosina i vari interventi che andavano a spiegare l'importanza e la struttura legale della funzionalità dell'avvocato nel scoprire, come filo conduttore della verità, proprio il passaggio dal ritrovamento della "prova" alla conduzione poi dell'elemento in aula.

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L'intervento dell'avv. Staino fa breccia proprio nel fulcro di questa dinamica, sottolineando l'importanza dell'avvocato, in quello che è poi il rapportarsi effettivamente con un giudice e giuria. Cita in seguito documento di Giovanni Canzio, che spiega il fatto che occorra rispondere preliminarmente al quesito su come funziona la mente
umana (in particolare quella del giudice) quando, partendo da elementi fattuali − indiziari o probatori −, deve elaborare inferenze, pervenire a convincimenti e trarre
conclusioni.
A sua volta in questo documento viene citato Aristotele, che, 2500 anni fa, disegnava nella Retorica la figura dell’“entimema”, il sillogismo retorico, segnalando che costituiva una illusione immaginare il sillogismo esclusivamente di tipo deduttivo, perché la relativa operazione logica viceversa si fonda prevalentemente sulla nozione di verosimiglianza, costruita sulla base di “semeia” o “tekmeria”, cioè di “segni” o “tracce” che consentono di argomentare le conclusioni del ragionamento partendo da premesse non sempre necessarie e certe.
Diceva esattamente Aristotele che gli entimemi possono essere tratti da quattro topoi o luoghi, dei quali rilevano ai nostri fini “il verosimile” e “la prova”. Gli entimemi sono tratti dal verosimile quando sono basati su ciò che comunemente è o sembra essere; e una cosa è tanto più verosimile quanto più grande e più frequente è il numero di casi simili.

L'avvocato Staiano è ben chiaro, infine, su quelli che devono essere gli strumenti di un avvocato per poter portare una prova, espropriando cosi la figura in sè del giudice da quello che deve essere ritenuto compito del legale, ovvero la costruzione stessa della prova, e lasciargli l'onere e dovere invece, del valutarla nella sua integrità.

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