A Catanzaro il Premio Nobel per la Medicina Thomas Sudhof: "In Calabria potenzialità e talento"

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  10 luglio 2024 14:20

di CARLO MIGNOLLI

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Si è svolto questa mattina, presso l’Aula Magna dell’Edificio delle Bioscienze dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, nell’ambito delle attività formative del Corso di Dottorato in Scienze della Vita (Ciclo XXXIX), il convegno internazionale alla presenza del Prof. Thomas Sudhof dell'Università di Stanford, Premio Nobel per la Medicina nel 2013.

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Il docente tedesco, naturalizzato statunitense, ha tenuto una relazione dal titolo “Advances in Biotechnology: Innovations Driving Drug Discovery in Brain Disorders” (Progressi nella biotecnologia: innovazioni che guidano la scoperta di farmaci nei disturbi cerebrali).

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Hanno preso parte al convegno anche il Magnifico Rettore dell’UMG, Prof. Giovanni Cuda, che ha introdotto l’incontro, insieme al Coordinatore del Corso di Dottorato in Scienze della vita dell’Ateneo di Catanzaro, Prof. Vincenzo Mollace e al Prof. Giuseppe Nisticò, neuropsichiatra ed ex presidente della Regione Calabria.

A margine del convegno il Premio Nobel per la Medicina dichiara: “Ci sono dei nuovi sviluppi importanti nell'ambito della ricerca che aprono delle strade significative per quanto riguarda lo sviluppo sia delle conoscenze che delle possibilità di intervento nelle malattie più importanti, soprattutto quelle oncologiche e neurodegenerative. Dobbiamo capire che, per la maggior parte delle società nel mondo, sta diventando di interesse internazionale il fatto che ci sia un aumento del numero di malattie neurodegenerative, il che rappresenta una sfida non solo dal punto di vista della ricerca, ma anche da quello socio-economico”.

“Dal 2013 molte cose sono cambiate nell'ambito della ricerca - continua Sudhof - soprattutto con la sfida e il supporto dell'intelligenza artificiale per capire meglio i processi. L'intelligenza artificiale è uno mezzo per raggiungere degli obiettivi, non un obiettivo in sé, e come strumento è utile per l'analisi di molti dati ed è estremamente importante. Tuttavia, non rivoluzionerà l'attuale attività di ricerca e non ci darà nuove intuizioni incredibili di per sé, non si può sostituire il contributo dell'intelligenza umana”.

E conclude: “Questa università, anche se sono stato qui solo per 2-3 ore, mi ha impressionato per le sue strutture e per le persone che vi lavorano, ma non ho imparato abbastanza per poter dire dove si colloca all'interno della scienza. Mi sembra che ci sia molto potenziale e talento, e che con più risorse questo posto potrebbe svilupparsi ancora di più”. 

Per il Magnifico Rettore Cuda “È una giornata veramente emozionante per il nostro Ateneo. Potete immaginare quanto sia un privilegio accogliere una personalità come Thomas Sudhoff che, vi assicuro, è una delle menti più brillanti e migliori che il mondo della ricerca e della medicina ha prodotto negli ultimi anni. Il professore, che lavora a Stanford, rappresenta il paradigma di quello che secondo me dovrebbe essere un ricercatore: una persona con una profonda conoscenza clinica che utilizza questo suo background per studiare le patologie dal punto di vista molecolare e meccanicistico. Quindi cerca di comprendere quello che succede nell'ambito delle neuroscienze. I risultati della sua ricerca sono alla base di una serie di trattamenti attualmente in corso per diverse patologie. Quindi è un grandissimo onore per noi e io sono molto felice di poterlo ospitare”.

“Festeggiamo i 10 anni del corso di dottorato in Scienze della Vita - sostiene Mollace - e potete immaginare come un corso di dottorato come il nostro sia estremamente interessato a costruire percorsi di internazionalizzazione. La cosa più interessante, lo potrete vedere, è che c'è tutta la popolazione giovanile, dagli studenti ai dottorandi. Noi lavoriamo per questo e siamo veramente contenti. Thomas Sudhoff è il quinto premio Nobel che accogliamo, dopo Dulbecco, Levi-Montalcini, John Vane e Aaron Ciechanover. Abbiamo la possibilità di portare queste figure all'interno del nostro contesto, il modo migliore per avvicinare i giovani calabresi alla ricerca e provare a farli rimanere qui. Non è molto facile, ma ci stiamo quasi riuscendo, perché molte persone vanno fuori per imparare ma rientrano abbastanza frequentemente. Questo per noi è realmente un motivo di soddisfazione”.

“La ricchezza della Calabria è il patrimonio dei giovani che abbiamo”, sottolinea Nisticò. E aggiunge: “Oggi si conclude quel ciclo che abbiamo iniziato 30 anni fa, quando abbiamo fondato, insieme al professor Venuta, questo questa Università. Il professor Sudhoff sarà un punto di riferimento per le generazioni future e questo è il significato della sua presenza oggi”.

L’Università Magna Graecia continua la sua opera di promozione della ricerca scientifica di qualità, rafforzata dalla presenza di un luminare della medicina come il prof. Sudhof, indiscutibile riferimento scientifico per i giovani ricercatori di ieri, di oggi e di domani.

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