A Catanzaro il progetto 'Sicurezza Vera': sinergia tra imprese e istituzioni per tutelare le donne

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images A Catanzaro il progetto 'Sicurezza Vera': sinergia tra imprese e istituzioni per tutelare le donne
Da sinistra: Valentina Picca Bianchi, Castrese De Rosa, Pietro Falbo, Giuseppe Linares, Mirea Rotundo
  22 maggio 2025 17:09

di IACOPO PARISI

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Trasformare bar, ristoranti e locali pubblici in veri e propri presìdi civici di ascolto e prevenzione. È questo l’obiettivo del progetto “Sicurezza Vera”, promosso da FIPE Donne – Confcommercio in collaborazione con la Polizia di Stato, nato nel 2021 e ispirato ai principi della Convenzione di Istanbul.

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Il progetto, che si inserisce nella campagna nazionale "Questo non è amore" della Polizia di Stato, mira a formare titolari e dipendenti di pubblici esercizi affinché siano in grado di intercettare segnali di disagio e potenziale violenza, in particolare nei confronti delle donne, e indirizzare le persone verso i canali istituzionali di aiuto. Il ruolo di chi lavora a contatto con il pubblico – spesso punto di riferimento informale nelle comunità – viene così valorizzato in chiave sociale, trasformandosi in strumento di prevenzione concreta.

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Grazie a un percorso formativo specifico, ristoratori, baristi, impiegati imparano a riconoscere situazioni a rischio, agire con discrezione, offrire supporto e attivare, quando necessario, la rete territoriale di assistenza.

L’incontro, svoltosi presso la sede della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, rappresenta una nuova tappa importante nella diffusione del progetto anche in Calabria, dove è costante l'impegno nella promozione di una cultura della legalità e del rispetto.

“Oltre il 30% dei pubblici esercizi è gestito da donne, e il 51% dei dipendenti è donna – ha ricordato Pietro Falbo, presidente della Camera di Commercio –. Questi luoghi possono e devono diventare spazi di prossimità, capaci di accogliere e proteggere. Sono presìdi di legalità dove prevenzione significa attenzione e ascolto.”

Giuseppe Linares, Questore della provincia di Catanzaro, ha evidenziato come la violenza di genere non sia solo un problema penale, ma soprattutto culturale:

“Quando una donna subisce violenza, la condanna del colpevole non ci restituisce ciò che è stato perso. La nostra sfida è intervenire prima, nella fase in cui il disagio è ancora invisibile. I pubblici esercizi, in questo senso, diventano osservatori quotidiani del territorio: possono percepire prima di altri segnali di sofferenza e aiutarci a intervenire in tempo.”

Valentina Picca Bianchi, presidente nazionale FIPE Donne, ha sottolineato la forza dell’imprenditoria femminile come motore del cambiamento:

“Sicurezza Vera nasce dall’idea che possiamo fare la differenza anche dietro un bancone. Chi lavora negli esercizi pubblici ha una capacità unica di accogliere, ascoltare e agire. Con la formazione giusta, diventano antenne sociali, capaci di intercettare situazioni a rischio e indirizzare le vittime verso i giusti canali di aiuto.”

Ha poi evidenziato l’efficacia della collaborazione pubblico-privato:

“Grazie a questo progetto stiamo creando una rete diffusa e concreta a livello nazionale. Non chiediamo ai ristoratori di fare gli investigatori, ma di essere consapevoli e pronti ad attivarsi in modo corretto."

Il Prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa, ha parlato dell’importanza di un’azione corale:

“La rete deve allargarsi. È fondamentale che ognuno faccia la propria parte, a partire dalla scuola e dalla famiglia. La cultura del rispetto si costruisce giorno dopo giorno, anche attraverso progetti come questo.”

Francesco Minniti, primo dirigente della Divisione Anticrimine, ha illustrato le misure di prevenzione già a disposizione delle forze dell’ordine, tra cui l’ammonimento del questore:

“Si tratta di un intervento che non ha conseguenze penali immediate, ma che può fermare il maltrattante prima che la situazione degeneri. In oltre l’80% dei casi, funziona. Ma serve che qualcuno – anche un barista, un cameriere – ci aiuti a intercettare il problema.”

Minniti ha anche ricordato l’impegno della Questura di Catanzaro nell’accoglienza:

“Abbiamo attivato stanze di ascolto protette, pensate per mettere a proprio agio anche chi ha difficoltà a raccontare il proprio dolore. È un lavoro delicato, che parte dal rispetto e dall’ascolto profondo.”

 Ha preso parte all'evento anche l’assessora alle Politiche economiche del Comune di Catanzaro, Giuliana Furrer:

“Chi lavora nei pubblici esercizi entra ogni giorno in contatto con centinaia di persone. Un sorriso, una domanda, una parola possono essere un salvagente. È lì che si può fare la differenza.”

Mirea Rotundo, presidente FIPE-Confcommercio Calabria Centrale, ha dichiarato: 

"Con il progetto Sicurezza Vera vogliamo che i pubblici esercizi diventino un punto di riferimento per il rispetto e la tutela delle donne. Attraverso la formazione e la collaborazione con la Polizia di Stato, trasformiamo luoghi quotidiani in presìdi di attenzione, ascolto e sicurezza. 

Maria Grazia Muri, presidente dell’associazione antiviolenza Astarte, ha testimoniato l’importanza di fare rete:

“Abbiamo sottoscritto un protocollo con Confcommercio e oggi questo progetto rappresenta un ulteriore passo avanti. Ogni azione preventiva può fare la differenza. La violenza può essere fermata prima che si trasformi in tragedia.”

Presente anche il Capo della squadra mobile della Questura di Catanzaro Rosaria Di Blasi, in rappresentanza dell’impegno quotidiano sul campo.

 

Sicurezza Vera” rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra imprese, istituzioni e società civile, dove la formazione diventa strumento di libertà e protezione. Una rete diffusa e concreta per contrastare la violenza di genere non solo con le parole, ma con azioni quotidiane e condivise.

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