di TERESA ALOI
E' la Memoria, il sacrificio che porta in sè orgoglio e tristezza. E' la storia dell' appuntato della Polizia di Stato, Vincenzo Panuccio, morto a Torino il 19 settembre del 1974 in un incidente d'auto mentre svolgeva servizio di Polizia stradale.
Ma è la storia di tanti giovani. Padri che lasciano i i figli orfani, le moglie vedove, i genitori straziati da un dolore che non conosce oblio.
Commosso il ricordo del questore di Catanzaro, Mario Finocchiaro, che, davanti a quella tomba, ha deposto un fascio di fiori alla presenza delle sorelle e dei congiunti del giovane.
"Sono momenti importanti per tutti noi - ha detto il questore - anche se sono passati tanti anni, queste, sono ferite che restano nella famiglia e e nella Polizia di Stato. Vincenzo era uno dei tanti poliziotti che stava svolgendo il suo servizio a servizio della comunità. E, quando è uscito da casa non credeva di non tornare più. La morte era in agguato come capita a a tanti colleghi".
"Gli incidenti stradali - ha aggiunto il questore - sono la cause di morte più frequente per le forze dell’ordine perchè lì, sulla strada, si presta aiuto e assistenza alla comunità. Quel giorno c’era una nebbia fitta che non consentiva visibilità chiara ma la nostra pattuglia era lì anche in quelle condizioni estreme perché i cittadini potevano avere bisogno di noi e noi c’eravamo". Perché il motto della Polizia di Stato è quello di "esserci sempre dove la comunità ha bisogno di noi".
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