A Catanzaro "Mercato, economia e bene comune": confronto incontro alla Camera di comercio

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  13 settembre 2025 13:53

di GAETANO MARCO GIAIMO

Nel mondo di oggi c'è sempre più bisogno di costruire alleanze che vadano a perseguire un obiettivo condiviso e parte proprio da questo il progetto del Meic, Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, ente promotore del convegno "Mercato, economia e bene comune: le ragioni del dialogo", che ha avuto luogo questa mattina nella sala consiliare della Camera di Commercio di Catanzaro. Grazie all'intesa tra il Meic e la Fondazione Eugenio Mancuso, infatti, questo incontro si inserisce all'interno di un programma che vuole portare società civile, mondo associativo, accademico, sindacale, ordini professionali, associazioni di categoria e istituzioni pubbliche ad adottare l'ideale concreto di bene comune come configurato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 192/2024 sull’Autonomia differenziata, che lo ha definito come strumento a servizio della società e dei diritti degli individui e delle formazioni sociali a garanzia di unità e indivisibilità della Repubblica, oltre ad essere anche uno dei cardini della Dottrina sociale della Chiesa quale dimensione sociale e comunitaria del bene morale. L'iniziativa ha visto l'adesione di Meic, Camera di Commercio di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia, Comalca e Unindustria Calabria.

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Numerose le autorità e le personalità di spicco che hanno presenziato all'incontro, moderato dal presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, che ha sottolineato come l'alleanza tra Meic e Fondazione Mancuso sia anche finalizzata alla diffusione di una cultura del bene comune anche all'interno degli eventi legati ad Expo Fata, di cui questa mattinata è un'anticipazione. Il primo a portare i propri saluti istituzionali è stato il prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa: "Penso che il ruolo della Chiesa cattolica nella società di oggi sia fondamentale. Bisogna diffondere sempre più l'idea che senza valori non si va da nessuna parte, serve un tessuto sociale che sia sempre più inclusivo e che trovi nella cooperazione il modo per risolvere i problemi, mettendo al centro la persona umana e rinunciando agli interessi particolari in favore del bene comune". In rappresentanza dell'Amministrazione comunale, ha presenziato l'assessora alle attività economiche, Giuliana Furrer: "Sono sempre lieta di prendere parte a queste iniziative: il bene comune dovrebbe essere al centro dei dibattiti della città anche per offrire una prospettiva ai nostri giovani che li renda in grado di fare impresa in un modo che sia umano e sostenibile per il territorio". Don Roberto Corapi, direttore della Pastorale universitaria dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, ha portato i saluti dell'Arcivescovo Mons. Claudio Maniago, impossibilitato a partecipare a causa di un piccolo problema di salute: "Quando si affrontano queste tematiche mi piace citare Paolo VI: ognuno di noi, con la propria missione e vocazione, deve contribuire per costruire la civiltà dell'amore".

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Spazio poi agli interventi dei relatori, con il Presidente della Camera di Commercio CZ-KR-VV, Pietro Falbo, a prendere per primo la parola: "L'argomento che si sviluppa oggi è particolarmente importante. Nel 1891 Papa Leone XIII ha fatto nascere la dottrina sociale cristiana con l'enciclica Rerum Novarum, interrogandosi sulla seconda rivoluzione industriale: oggi ci troviamo di fronte a un dilemma simile con l'Intelligenza Artificiale. La politica in Italia nei primi anni '90 ha subito un profondo cambiamento in seguito a Tangentopoli e i valori di appartenenza sono stati messi in discussione per il principio della convenienza, che oggi spesso muove i giovani nelle loro scelte. Io non sono molto ottimista sul futuro perché credo ci sia in atto una crisi del sistema europeo e si può evincere dal forte calo demografico che l'Italia e l'intero continente stanno attraversando. Quando eravamo ragazzi si parlava della redistribuzione della ricchezza e oggi vediamo come sia sparita la borghesia, quella sana che costituiva la spina dorsale del sistema. Non basta che ognuno di noi faccia la sua parte, c'è necessità di uno scatto d'orgoglio e capire quale sia il momento giusto per agire: io credo si tratti di quello elettorale". L'avvocato Francesco Granato, presidente della Fondazione Mancuso, ha poi dato contezza dell'alleanza col Meic: "La Fondazione è nata per volontà dell'avvocato Mario Mancuso, ultimo della famiglia presente in Calabria e quel cognome è legato a luoghi ed eventi fondamentali per economia, storia, turismo e società calabrese. Le donazioni alla cittadinanza sono esempio importantissimo di realizzazione del bene comune: questa famiglia ha mostrato un esempio del quale non individuiamo facilmente degli imitatori oggi. Speriamo che da un messaggio etico come questo si possa dar vita al dialogo che costruisca un nuovo modello di bene comune non calato dall'alto".

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Il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara, ha espresso le sue considerazioni partendo dalle necessità del mercato: "In questo momento viviamo in un'economia della burocrazia, che strozza la potenzialità dei singoli creando caste burocratiche, ma questa sta venendo fagocitata da economie più carnivore come quelle di matrice britannica. Quando si fa un confronto sulle tematiche del bene comune dobbiamo capire in quali direzioni va il modello economico per realizzare quelle condizioni. Se ci confrontiamo poi bisogna portare a sintesi istanze, posizioni e prospettive differenti. Io non condivido questa narrazione negativa dell'economia calabrese perché siamo una regione in crescita da due anni consecutivi e in sintonia col contesto economico del Mezzogiorno. È aumentato l'export e c'è un'apertura ai mercati internazionali senza precedenti, senza contare l'aumento dell'occupazione e degli investimenti nella sostenibilità ambientale. Esistono condizioni di lavoro nero e sfruttamento ma non rappresentano la totalità dell'economia. Per me il bene comune è rappresentato da progetti come il ponte sullo Stretto o l'alta velocità, che generano lavoro e rete: vanno create infrastrutture che siano sostenibili dal punto di vista ambientale, oltre che investire nella formazione, nelle competenze, nella sicurezza dei luoghi di lavoro al fine di generare impresa sana, che crea sviluppo del territorio".

Anche il neo presidente di Comalca, Giovanni Ferrarelli, ha dato il suo contributo: "Sono da poco subentrato in questa carica a Daniele Maria Ciranni, qui presente e che ringrazio perché in genere si trovano catastrofi mentre il mercato è una società in bonis. Noi siamo i primi a non volere il nostro bene e quello dei nostri figli perché non apprezziamo ciò che ci viene riconosciuto dall'esterno: qui al sud, spesso, manca l'organizzazione per mirare al bene comune. In Calabria ci sono 80000 imprese e la maggior parte sono microimprese a conduzione familiare: in un contesto così frammentato è difficile creare un clima organizzato. La Calabria è un grande orto ma non riusciamo a organizzarci ed esportare le nostre attività, in questo Comalca vuole diventare un laboratorio sostenibile ed inclusivo con la creazione di un marchio etico che rappresenti prodotti creati tutelando ambiente e dignità del lavoro. Il mercato non vive da solo e deve essere snodo centrale di una rete più ampia con al centro le persone e i loro valori". Il Direttore del Dipartimento di scienze aziendali e giuridiche dell’Università della Calabria, Franco Rubino, non ha potuto partecipare ma ha inviato una nota letta da Soluri nella quale ha espresso l'importanza di formare i giovani affinché abbiamo consapevolezza che il proprio talento trova compimento solo se messo al servizio della comunità. Le conclusioni sono state affidate a Luigi Bulotta, presidente del Meic: "Per me si tratta più di un avvio di programma che di una conclusione: in questa sala ci sono tutte le condizioni per dare vita a un percorso importante e determinante verso un bene comune che dia benessere a tutti, attraverso di voi potremo portare avanti il discorso sul cambiamento dell'economia a misura d'uomo. Tutti possiamo contribuire a migliorare le condizioni della comunità e ognuno di noi ha questa responsabilità verso gli altri. Dobbiamo avviare un dialogo significativo e un percorso di sensibilizzazione e formazione verso il bene comune, affinché diventi davvero un patrimonio collettivo".

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