Sold out a teatro per il primo spettacolo di prosa del 2023.
12 gennaio 2023 13:06di ANNA TRAPASSO
"La mina vagante se ne è andata. Così mi chiamavate pensando che non vi sentissi. Ma le mine vaganti servono a portare il disordine, a prendere le cose e a metterle in posti dove nessuno voleva farcele stare, a scombinare tutto, a cambiare i piani".
E' sempre lei, la nonna di casa Cantone, il personaggio chiave nonchè il più commovente di "Mine Vaganti", anche nel suo adattamento teatrale. Un adattamento fedelissimo all'originale cinematografico, solo un po' più "snello" nella forma, ma del tutto coerente nei contenuti. E' quanto andato in scena al Politeama di Catanzaro (doppia data per la Calabria, nel capoluogo ed a Reggio) per il primo appuntamento a teatro del nuovo anno.
Sold out in ogni ordine e grado, con viva soddisfazione del sovrintendente Casadonte, il che lascia sperare in una stagione in divenire via via sempre più coinvolgente per la città.
L'opera teatrale, la cui regia - esattamente come la pellicola - reca la firma di Fernan Ozpetec, conta su un cast di bravi attori, tra cui spicca un istrionico Francesco Pannofino, nei panni del padre, l'esperienza di Simona Marchini (la nonna), Iaia Forte e -al suo debutto a Catanzaro, in sostituzione di Edoardo Purgatori- il giovane Erik Tonelli, che non cela sul palco un pizzico di emozione. La vicenda è sempre quella di una famiglia del Sud che affronta il coming-out dei due figli provando ad affrancarsi da tanti stereotipi.
Nella versione teatrale, la voce narrante si staglia dalla scena e si interfaccia direttamente col pubblico: Pannofino e Tonelli scendono dal palco tra le poltroncine, rendendo a più riprese il pubblico protagonista delle gag.
In un vero metateatro, il cast scende dal palco per assistere esso stesso allo spettacolo delle divertentissime drag -queen.
L'attenzione del pubblico è alta durante tutta la messa in scena, i tempi sono ideali e l'ironia accompagna l'intera trama, conducendo lo spettatore ad affrontare temi delicati come quello della diversità di genere, degli amori impossibili e della morte, quasi senza accorgersene, con leggerezza.
E' questa la magia di Ozpetek, che lo fa magistralmente al cinema ed ora anche a teatro, supportato da un cast di attori di grande empatia: affrontare tematiche complesse con naturalezza e fluidità.
Buona la prima per il maggior teatro cittadino che prosegue, nelle sue scelte di cartellone, la via dello spettacolo di contenuto piacevolmente popolare e didascalico, probabilmente ciò di cui sempre più ha bisogno la città.
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