di CARLO MIGNOLLI
“Cura, persone, futuro. Per un domani migliore”: uno slogan che è insieme visione, impegno e battaglia. È con queste parole che Amalia Bruni, candidata del Partito Democratico alle prossime regionali in Calabria, ha voluto sintetizzare un incontro su un tema molto delicato, attuale e spesso dimenticato, nella Sala Concerti di Palazzo De Nobili a Catanzaro.
Un pomeriggio fatto di voci diverse - medici, psicologi, operatori, scrittori - che hanno raccontato il dramma e la speranza legati al tema della demenza. Un racconto corale, moderato dalla giornalista Maria Rita Galati, che ha messo al centro le persone e i loro bisogni, con uno sguardo al futuro e alla necessità di una sanità più vicina ai cittadini.
Erano presenti: la responsabile nazionale Salute del Partito Democratico Marina Sereni, il segretario provinciale del Partito Democratico di Catanzaro Gregorio Gallello, il dirigente medico dell’AOU Renato Dulbecco Desirè Addesi, l’assistente sociale Amalia Talarico, la psicologa e psicoterapeuta esperta in neuropsicologia Valentina Laganà, la dirigente e psicologa dell’ASP di Catanzaro Sabrina Curcio, il responsabile clinico del Centro per i disturbi cognitivi e le demenze di Catanzaro Roberto Lacava e lo scrittore, editorialista e filmmaker Flavio Pagano.
I numeri parlano chiaro: in Italia 1,2 milioni di persone convivono con una forma di demenza, oltre il 60% delle quali con Alzheimer. In Calabria, si stima che i malati siano circa 30 mila. Ma, come sottolineano i relatori, la malattia non colpisce mai da sola: travolge intere famiglie, spesso lasciate senza strumenti, senza sostegno e con il peso quasi esclusivo sulle spalle delle donne caregiver.
Il segretario provinciale del Pd di Catanzaro, Gregorio Gallello, afferma: “Parlare di sanità significa parlare di comunità. Oggi la Calabria si svuota, non solo per l’emigrazione dei giovani ma anche per le famiglie che seguono i propri figli altrove. La politica deve dare priorità a un sistema valoriale chiaro: la salute viene prima di tutto. L’autonomia differenziata è un rischio enorme per il Sud, perché aumenterà le disuguaglianze. La sfida del futuro sarà proprio questa: ricostruire il senso di comunità, partendo dal diritto alla cura”.
“Avete la fortuna di avere una consigliera regionale che non è stata con le mani in mano - afferma Marina Sereni -. Bruni ha mostrato competenza, serietà e passione, denunciando con forza il disastro della sanità calabrese, ma ha anche saputo avanzare proposte concrete. In Calabria la sanità è una tragedia, la peggiore d’Italia: troppi rinunciano a curarsi o sono costretti a emigrare verso altre Regioni. Il 5 e 6 ottobre i calabresi hanno un’opportunità: cambiare pagina, aprendo un percorso di trasformazione che non riguarda solo la sanità, ma anche l’integrazione sociosanitaria, altrettanto necessaria”.
Nel suo intervento, Amalia Bruni ha intrecciato riflessione personale e impegno politico: “Mi sento profondamente calabrese, non legata a un singolo luogo ma a questa terra nel suo insieme. Siamo un milione e mezzo appena, se non impariamo a giocare insieme, rischiamo di non sopravvivere a noi stessi. La medicina è stata la mia vita: più di 42 anni di lavoro, ricerca e assistenza. Ma ho imparato anche quanto la scienza sia rimasta distante dalla politica. Come generazione abbiamo sbagliato, ci siamo tenuti lontani da essa, lasciando che altri la rendessero un luogo sporco. Oggi non possiamo più permettercelo”.
Bruni aggiunge: “La Calabria non era una terra di disastri irreparabili. Lo è diventata con il commissariamento, che ha fermato sul nascere esperienze e innovazioni importanti, soprattutto sull’assistenza agli anziani e alle persone con Alzheimer. Abbiamo costruito modelli sperimentali insieme al Ministero della Salute che hanno suscitato attenzione a livello nazionale, eppure qui sono stati distrutti. Oggi mancano le risorse umane, le professionalità, le reti e senza di esse non c’è cura. Parlare di demenza significa parlare di famiglie spezzate, di donne costrette a lasciare il lavoro, di pensioni che diventano l’unica fonte di sostegno economico. È un tema non solo sanitario, ma sociale, economico e persino culturale”.
La candidata conclude con un appello: “La politica deve tornare ad avere il senso della gratuità dell’azione. È tempo di costruire comunità vere, con responsabilità condivise tra istituzioni, cittadini e terzo settore. Le elezioni di ottobre rappresentano un passaggio fondamentale: possiamo dire no a un’arroganza che ha devastato la Calabria e dire sì a un futuro fatto di cura, persone e comunità”.
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