A Chiaravalle è bufera sul concorso vigili: “Gravi irregolarità, si annulli tutto”

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images A Chiaravalle è bufera sul concorso vigili: “Gravi irregolarità, si annulli tutto”

  23 giugno 2025 11:39

Il concorso pubblico bandito dal Comune di Chiaravalle Centrale per l’assunzione di due agenti di Polizia Locale si trasforma in un caso politico-amministrativo. A denunciarlo sono i consiglieri comunali di minoranza Vito Maida, Claudio Foti e Giuseppe Antonio Rauti, che hanno protocollato una richiesta formale di annullamento in autotutela dell’intera procedura, ritenuta “viziata da manifesta illegittimità formale e sostanziale”.

I fatti risalgono all’autunno 2024, quando, con determina n. 370 del 28 ottobre, viene approvato il bando per la selezione pubblica, pubblicato poi il 18 novembre. Tra i requisiti obbligatori richiesti per partecipare vi era il possesso della “patente di guida B e patente di guida A1 o superiore nella categoria A (A2 / A) (oppure solo patente di guida B se conseguita prima del 26 aprile 1988)”.

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Alla chiusura dei termini, risultano presentate 273 domande, ma 144 candidati vengono esclusi per mancanza della patente A. Tuttavia, il 17 aprile 2025, con determinazione R.G. n. 146, gli esclusi vengono riammessi “con riserva”, modificando il precedente provvedimento.

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Una scelta che la minoranza contesta duramente. “Il bando di concorso, una volta pubblicato, costituisce fonte normativa vincolante per tutta la durata della procedura e per tutti i candidati, e non può essere modificato successivamente alla scadenza dei termini”, si legge nel documento. Inoltre, l’ammissione “con riserva” viene ritenuta illegittima, perché “non è legittimamente applicabile nei casi di assenza di requisiti sostanziali”, come la patente, ma solo per “verifiche documentali o approfondimenti su titoli già posseduti”.

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Secondo i firmatari, si è creata una “violazione del principio di parità di trattamento” e una “alterazione della par condicio tra i candidati che hanno rispettato le condizioni richieste e coloro che, pur non avendone titolo, sono stati successivamente riammessi”. Ancora più grave, sottolineano, è la posizione di “diversi potenziali candidati che non hanno presentato domanda… proprio perché non in possesso del requisito dichiarato obbligatorio nel bando”.

Nel mirino anche la gestione della trasparenza: “Navigando nella sezione indicata negli atti ufficiali non vi sono i documenti con valore di notificazione”, malgrado nel bando si specifichi che tutte le comunicazioni ufficiali avrebbero avuto valore di notifica sul sito istituzionale.

La conclusione è netta: “Si è già sanato un vulnus con la riammissione (seppur discutibile) di chi era stato inizialmente escluso, ma permane una lesione ben più grave nei confronti di chi non ha mai potuto partecipare, per effetto dell’irrigidimento iniziale sul requisito, poi improvvisamente modificato a selezione chiusa”.

Da qui la richiesta formale: annullare l’intera procedura, predisporre un nuovo bando con criteri “chiari, proporzionati e conformi alla normativa vigente”, e segnalare la vicenda agli organi di controllo, in particolare alla Prefettura e alla Corte dei Conti, per le valutazioni di competenza.

Il caso potrebbe ora allargarsi, aprendo la strada a contenziosi. La vicenda pone un interrogativo che travalica i confini locali: può un bando pubblico essere modificato “in corsa”, a scapito della parità di trattamento tra i cittadini?

 

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