di TERESA ALOI
Sarà merito dell'aria buona. O della rigida e scrupolosa attenzione alle regole. O, ancora, dell'intercessione di San Giacomo Maggiore Apostolo, perché da queste parti la fede è una cosa seria. Per una volta - ma solo per una volta - la nota solitudine delle aree interne, premia. Benvenuti a Cicala. Qui, nel paese delle castagne, il coronavirus non si è fatto vedere. Poco meno di 1000 abitanti e nessun contagio durante la prima ondata della pandemia, così come neanche nella seconda fase dell'emergenza. E mentre in Calabria la curva dei contagi non accenna a scendere, Cicala resta Covid free e conosce il virus raccontato dalla tv e dai giornali.
Nel piccolo paese ai piedi della Sila piccola, l'attenzione è massima e la paura, sembra, la migliore strategia di prevenzione. La quotidianità è fatta di piccole cose: un giro per il paese quando il tempo lo permette, qualche chiacchera con gli amici sulla panchina della piazza del paese. Un caffè in uno dei due bar che si affacciano sulla piazza, una pizza da asporto e poi tutti a casa. Anche ben prima del coprifuoco.
Trenta chilometri dalla città capoluogo attraverso una strada, tutte curve e tornanti che, per chi sceglie di salire da Gimigliano, attraversa la vallata di Porto. Ed è già una meraviglia. Alla centesima curva e dopo 50 minuti, il cartello "Cicala" fa ben sperare di essere arrivati e di non aver smarrito la strada. Ed è così. L'aria che entra dal finestrino sa di camino - la primavera mai come quest'anno tarda ad arrivare - nonostante i colori dell'erba e il giallo delle pratoline ti riportino alla bella stagione.
L'accoglienza è quella della gente di Calabria. Non tradisce mai. Un caffè al bar - rigorosamente offerto - e i sorrisi sono quelli che ti aspetti ogni qualvolta fai visita a qualcuno. In piazza, seduti alle panchine, distanti ma vicini, gli anziani chiacchierano del più e del meno mentre le campane della chiesa dedicata a San Giacomo, annunciano la santa Messa delle 17. Dentro, nell'edificio fresco di ristrutturazione, è già ora del Rosario.
"Qui - dice qualcuno - rispettiamo le regole, siamo molto cauti. Nessun assembramento anche se i giovani, proprio loro che dovrebbero stare più attenti...". "Dobbiamo ringraziare il nostro sindaco se a Cicala il virus lo conosciamo solo di nome".
Ed eccolo il sindaco, Alessandro Falvo, che dal 2011 siede sullo scranno più alto. Il suo sorriso dietro la mascherina mal cela l'orgoglio di essere alla guida di un paese covid free. Lo dice a bassa voce: "Non si sa mai, auguriamo che non arrivi ora, nella terza ondata o in una eventuale quarta", scherza, accennando a un che di scaramanzia.
Eppure è così. Qui di covid non c'è traccia. "Nel corso della prima ondata - sottolinea - ci siamo adoperati affinché ogni cittadino potesse avere almeno una mascherina e, non riuscendo a trovare le classiche mascherine chirurgiche, ci siamo rivolti ad un'azienda locale". Il resto è stato dettato dal buon senso: "Abbiamo recapitato in ogni casa tante mascherine quanti i componenti del nucleo familiare". Così come la spesa o le piccole cose quotidiane consegnate a domicilio. Tanti piccoli passi per arrivare alla meta della sicurezza.
"I cittadini hanno compreso subito la gravità della situazione sin da marzo quando abbiamo attivato una campagna informativa casa per casa andando con le macchine e con il megafono per spiegare il rischio che stavamo correndo", ricorda il primo cittadino perché "il virus cammina sul piede dell'uomo e noi, - aggiunge - abbiamo camminato il giusto".
Ha funzionato tutto a Cicala. Il rispetto delle regole, i comportamenti tenuti per se stessi e per gli altri. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736