di APOLLONIA NANNI
“Nella plausibile intimità della sera che sopraggiunge, a una finestra che dà sull’inizio delle stelle, i miei sogni si muovono con l’accordo di un ritmo, con una distanza rivolta verso viaggi o paesi ignoti, o ipotetici, o semplicemente impossibili” . Dal libro dell’inquetudine di Fernando Pessoa
“I libri sono stati i miei uccelli e i miei nidi, i miei animali domestici, la mia stalla e la mia campagna; la libreria era il mondo chiuso in uno specchio; di uno specchio aveva la profondità infinita, la varietà l’imprevedibilità. In questa riflessione di Jean Paul Sarte si evince di quanto l’immaginazione possa far “viaggiare” rimanendo anche in un angolo di casa ogni volta incontrando nuove “visioni” che ci tramandano attraverso il suono, il colore, i profumi la forza della scrittura nel raccontare mondi e uomini immaginifici capaci di rinunciare a tutto in nome di un ideale. Visionari, Artisti! L’arte è amore, dannazione , pathos, fallimento, passione, rivincita! L’arte spazza la nostra anima dalla polvere della quotidianità. L’artista è prigioniero e libero allo stesso tempo, avaro di tempo per altro, dedito e devoto per la sua arte in un sublime e indissolubile cordone ombelicale. Chi affronta qualcosa di enigmatico come l’Arte è un essere speciale. Una pietra acuminata tra tante pietre levigate. ARTE! Rivestimento e rinascimento delle mie passioni, curiosità delle forme che l’arte ha dato al tempo. Prima di iniziare a scrivere ho bisogno di silenzio, di “sentire” il mio essere, il suono delle parole. Il nostro mondo della comunicazione veloce, il chiacchiericcio, la superficialità, mal si coniugano con le discipline letterarie e artistiche, soprattutto quando si deve incontrare e raccontare un Artista. Vi condurrò nelle “stanze” dell’artista Alessandro Mazzitelli, mi ritengo privilegiata, conoscendo la fama di questo “filantropo dell’arte”, che ha dedicato la sua esistenza all’arte, devoto in un atto totalitario e sublime. C’è un Sud che non ti aspetti, un Sud intriso di arte, letterati, artisti, esprime il linguaggio del contemporaneo frutto di idee e sperimentazione.
ONDE CROMATICHE. Nell’universo multiforme, variegato da nuove forme e colori dalle strabilianti intuizioni di Alessandro Mazzitelli. Nelle sue opere la materia, è la grammatica, la plasma decostruendola, terreno mutevole in perenne trasformazione, attraverso l’utilizzo e di vari materiali. Una “tela” sulla quale s’intrecciano e s’imprimono, passato e presente, arcaico e contemporaneo. Diversi materiali a confronto. La tecnica mista, tramite cui l’artista si esprime, prevede l’impiego di più materiali che interagiscono tra loro, in dialogo, risultato di un fare ingegneristico e composito dalla creatività dell’artista. Racconto che scorre attraverso episodi, incontri, un fil rouge che coniuga l’iter progettuale dell’operare artistico. L’opera deve raccontare il presente e anticipare il futuro, questo è ciò che prevale nelle opere di Mazzitelli. Entrare nel suo studio è come ascoltare, immettersi lentamente, nella sinfonia LA LIBELLULA di Josepf Strauss con un incedere avanzante, saltellando nei vari periodi. Un mondo immaginifico in cui si respira il mistero dell’arte, del qui e ora. Soavità, forza, impeto, pause. Una carrellata di opere di vario genere, inedite, pitture, sculture, manufatti, installazioni, un percorso immaginifico, caleidoscopio di colori vibranti , intensi cromatismi, che ci conduce alla fruizione di lavori spirituali, meditativi, astratti, seppur legati all’espressività materica tattile e ottica della superficie. Una dimensione di plurale molteplicità di forme e materiali in un divenire etereo. Dichiarazioni d’eterno amore. Formatosi presso la Scuola e l’Istituto d’arte di Reggio Calabria, la sua una formazione di livello ad opera di insigni maestri d’arte, tra cui l’emerito Alfonso Frangipane, figura artistica dalle riconosciute potenzialità intellettive e artistiche, noto per avere realizzato opere e avvenimenti artistici unici in Calabria negli anni cinquanta, come ad esempio l’istituzione della prima Biennale d’arte Mediterranea. Alessandro Mazzitelli, nato a Catanzaro, è stato insignito di diversi riconoscimenti. Docente di discipline pittoriche presso il Liceo Artistico Statale di Catanzaro, ha formato centinaia di giovani artisti. Molte testate giornalistiche nazionali hanno scritto di lui, della sua Arte, negli anni si è contraddistinto per azioni artistiche avveniristiche. Molte sue opere figurano in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero, soprattutto a Dusseldorf dove ha vissuto per alcuni periodi. Il processo creativo di Mazzitelli si snoda su più traiettorie. Risulta difficile scrivere, e condensare il lavoro di oltre sessantanni di un artista così multiforme e prolifico, vasta la sua produzione artistica costituita da centinaia di opere inedite molte mai rese pubbliche. Mistero!
Lei lavora contemporaneamente su più opere?
Il mio è un “viaggio” con diverse destinazioni, che si snoda su più binari, senza una meta predefinita, ma mi preoccupo di realizzare opere originali, in questa era di omologazione imperante è facile essere contaminati, perciò ritengo importante essere se stessi cercare nel labirinto del nostro scrigno interiore, è là che si cela la verità, l’inimitabile. Lavoro in contemporanea su più opere di vario genere. Spesso riesco a stare nel mio studio in religioso silenzio, seduto, guardando e meditando sul mio lavoro. Non mi cristallizzo mai in un unico filone.
Quando e come ha avuto inizio la sua passione per l’arte?
Ho un ricordo indelebile, da bambino trascorrevo interi pomeriggi a rimaneggiare, insieme ad altri materiali, dei rullini di macchine fotografiche dell’epoca che mi riforniva mio padre , Achille, anch’esso pittore, il primo in Calabria ad avere realizzato in pittura le illustrazioni dei manifesti del cinema. Ero affascinato da quei giochi compositivi, dipingevo su fogli di lamiera, sordo ai richiami dei miei compagni che mi reclamavano per i soliti giochi di squadra. Preferivo disegnare e dipingere. A volte traggo ispirazione dai ricordi della mia infanzia che non ha mai perso la sua magia, il suo mistero, la curiosità. Sono proprio gli oggetti a permanere intatti e fissano determinati periodi storici, basti pensare alla macchina per scrivere, oggi cimelio da collezione.
Le installazioni, i manufatti dimostrano di avere poteri seducenti di grande fertilità, lei ritiene sia più soddisfacente per l’artista concernere l’atto creativo?
L’installazione è stata una modalità rivoluzionaria nell’epoca sessantottina che vide come atto rivoluzionario quello compiuto da Duchamp, predecessore, con i suoi ready-made, prendere ad esempio,oggetti già esistenti, come l’orinatoio, senza interpretarli o rimaneggiarli.
E’ molto bello e suggestivo ciò che afferma, l’artista un visionario, preservare il cuore e la curiosità di un bambino travalica ogni barriera, si libra la propria creatività senza filtri. La sua una fede totale assoluta incrollabile, nella centralità dell’opera.
Per me creare è un modo di sopravvivere, è pane quotidiano.
L’artista vive una condizione, una vita d’asceta? L’arte è una liturgia quotidiana, una comunione spirituale?
La solitudine non è una sensazione di perdita ma di forza, necessaria per poter creare. Ogni artista vive di rimandi , si è addomesticati alle rinunce, teme lo sfratto dal suo fantastico mondo pur consapevole della sua immortalità . E’ il segno, l’opera che ci sopravvivrà!
Cosa significa essere artista.
L’artista è un lupo solitario. Ulula tutto solo. Non è poi così terribile poiché si ha il privilegio di essere in contatto con il proprio inconscio. Sa dare alle sue emozioni, una forma, uno stile, una voce.
Il noto critico e curatore d’arte Massimiliano Gioni ha affermato in una recente intervista: “Io non guardo il curriculum di un Artista, guardo alle opere”. Lei cosa ne pensa a tal proposito?
L’artista non ha necessità di esprimersi se non attraverso le sue opere, autentica carta d’identità, che raccontano esprimono energia creatività, valenza. Quando c’è Arte, si vede, si sente il profumo si palpita l’essenza, si riceve emozione, attrazione, si viene avviluppati rapiti da una forza invisibile, è un “centro di gravità permanente”, parafrasando Battiato, rifugge da clichè precostituiti, profluvi di parole inutili. Ritengo che il solo, autentico conoscitore della propria opera è l’artista, che l’ha generata, tratta dal suo scrigno, un forziere che solo l’autore può aprire. Nella mia arte, vivo in un mondo del mio immaginario che costruisco con le mie stesse mani.
Quanto conta il tempo per un artista? De Dominicis nella sua “Lettera sull’immortalità” affermava che non esiste nulla, noi stessi non esistiamo, solo l’opera ci sopravvivrà e gli oggetti.
Il tempo è l’avversario più temuto.
Cos’è la felicità?
Quando creo “viaggio” per mondi immaginifici, mi capita di essere catapultato in luoghi “altri”, e girovago per strade immense, vedo scorci , sento i profumi dei luoghi in una sorta di traslazione, mi sento “astratto” dalla realtà, per paradosso mi ritrovo in contemporanea in una dimensione atemporale, un tempo arcaico e contemporaneo. La felicità non esiste, ancor meno per un Artista, è limitata in attimi, la creazione di qualcosa che prima non esisteva, dare forma a una idea.
Mazzitelli mi confida di quante sottrazioni ai luoghi comuni è capace un artista, geloso del suo tempo che scorre velocemente. Artista dalle mille espressioni, libero da schemi precostitutiti.
Oggi il ruolo dell’artista è mutato, internet ha velocizzato i tempi e rivoluzionato il modo di fare arte, nuove tecniche digitali hanno soppiantato quelle tradizionali. Il mondo si è ristretto. Lei come immagina l’artista del futuro?
L’arte non è un riflettersi nello specchio delle vanità intellettuali, bensì una esigenza ineluttabile, l’essenza del qui e ora, quando l’artista esprime la sua arte, da corpo a una idea, va oltre le cose e diventa esso stesso una fusione con l’opera stessa, infischiandosene di tutto ciò che lo circonda, esule da stili modaiole. Ritengo che l’artista del futuro sia colui capace di realizzare stili e linguaggi diversi.
Nelle sue opere prevale la raffigurazione di una spazialità tridimensionale, sia nei dipinti a olio che nelle varie forme realizzate con materiali extrapittorici.
Non abolisco la pittura, pur ritenendola ormai sorpassata da anni, soppiantata dalla fotografia prima e in seguito dal digitale, ma la “ricreo” la ricompongo ristrutturandola attraverso la realizzazione di forme-informi, arcaico-moderne, le superfici, i materiali si animano dando forma a nuove geografie dell’anima.
Negli anni settanta, lei ha dato vita ad un interessante e unico intervento di Land art in Calabria, nello specifico nella Sila catanzarese. La terra che diventa tela, gli alberi che si ergono avvolti da lunghi rotoli di carta bianca che avvinghiati ai tronchi in un abbraccio naturale, si srotolano in netto contrasto col verde della natura mutando l’ambiente circostante. Intervento sul territorio. Nasce una nuova influenza visiva: interazione tra uomo e natura. Land art, forma d’arte contemporanea, nata in America nel 1967, esponente principale Christo l’impacchettatore del mondo. Cosa ricorda di quel periodo.
Erano anni fervidi, in cui c’era una rivoluzione artistica e culturale nel mondo. Mentre molti si dedicavano ad un’arte tradizionale da cavalletto, io sentivo l’esigenza già sin d’allora di dover “uscire” dalla tela, proiettato in una dimensione “altra”. Ecco nascere i “Dragging-Drape” opere realizzate con stoffe, tessuti ,alcuni rimaneggiati come le installazioni create per la Expo di Bari che mi ha visto partecipe nel 1982 alla Fiera internazionale d’arte, EXPO BARI. “ Conserve d’artista”, un ciclo di opere realizzate con pvc e stoffe, e tanto altro.
Il mio è un lavoro incessante di ricerca, non sono mai soddisfatto, penso che l’arte sia qualcosa di inafferrabile, cerco di creare opere che si distinguono e si elevano dalla omologazione imperante, o almeno ci provo. Oggi è tutto massificato, un grande READY-MADE!
Condivido quanto afferma l’artista, a mio avviso, allo stato attuale non è il nuovo che avanza e non è il buono del nuovo. Si vuole spettacolarizzare l’arte! Si potrebbe continuare a dialogare con Alessandro Mazzitelli per giorni, la sua passione, il suo essere Artista ti fa innamorare dell’arte. Moltissime le novità che lo riguardano in un prossimo futuro, una fra le tante, una installazione pubblica a Ludwigshafen, città della Germania, dove il Maestro vanta un nutrito gruppo di collezionisti d’arte contemporanea. Conoscere Mazzitelli e la sua Arte è come trovarsi sul “Titanic” travolti da un insolito destino in una notte di mezza estate” (W.S.). In arte tutto è possibile!
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