Una stele commemorativa di Don Domenico Piraino, è stata posta ieri nella piazzetta davanti la canonica, tra Via Orti e Via De Seta, nel quartiere di Gagliano a Catanzaro, alla presenza di S.E. Mons. Vincenzo Bertolone, Arcivescovo di Catanzaro e Presidente della CEC. La stele, voluta dall’Associazione “Gagliano nel Tempo”, guidata da Claudio Pugliese, riporta il messaggio che, con umana santità, il presbitero inviava sempre a quanti incontrava lungo il suo cammino, “Coraggio!”, una sola parola che però racchiudeva tutta la sua vicinanza di fede e di speranza a quanti, rapiti dalla sua devozione a Dio, si avvicinavano a lui.
Alla breve ma intensa cerimonia, nonostante il caldo, numerosi sono stati i fedeli intervenuti, segno della grande testimonianza che Don Dino ha lasciato nella Diocesi; erano presenti i fratelli del sacerdote, Nicola ed Antonella e gli adorati zii Santina e Giulio Cucco, per il Comune di Catanzaro l’assessore Lobello e i tanti amici di sempre di Don Dino, venuti da tutta la diocesi.
Don Ivan Rauti ha moderato la cerimonia data le numerose testimonianze intervenute, e come ha sottolineato il Vescovo, è il miglior esempio di come Don Dino “sapeva tirar fuori dai giovani quella interiorità spirituale più profonda…, educando fuori dal tempo, responsabilizzando… facendo crescere le virtù sante ed umane, per far venire fuori un uomo ed un credente” . Don Ivan, infatti, oggi parroco nella Parrocchia di Santa Teresa del Bambin Gesù, nel quartiere Giovino di Catanzaro, fu per anni il viceparroco al fianco di Don Dino in Gagliano, continuando oggi a formare i giovani sull’esempio e sugli insegnamenti ricevuti fin da bambino, quando Don Dino era parroco a Chiaravalle.
Don Jasmin ha aperto la cerimonia rivolgendo al Vescovo i saluti dell’intera comunità e di tutti i presenti, sottolineando di aver conosciuto Don Dino una sola volta durante un ritiro di preghiera, ma di non aver avuto la fortuna di conoscerlo bene, se non attraverso la testimonianza dei suoi parrocchiani e, nei diversi esempi di ciò che ciascuno lascia dopo la morte, ha indicato la dolcezza “più del miele” lasciata da Don Dino nella comunità di Gagliano.
Claudio Pugliese, presidente dell’Associazione che fortemente ha voluto la posa della stele commemorativa, una stele di roccia, “la roccia della sua fede” ha detto, nella evidente commozione, ha sottolineato le difficoltà incontrate sul piano burocratico per la realizzazione di ciò che ha definito “un sogno”: quello di perpetuare la presenza viva e tangibile di Don Dino lì dove i ragazzi del quartiere si riuniscono, vicino a quella panchina dove spesso il “magnifico presbitero della diocesi di Catanzaro-Squillace” come lo ha più volte definito il Vescovo, si raccoglieva in preghiera e in meditazione; lì dove condivideva ciò che aveva con i ragazzi e le persone che in quel luogo si riunivano per chiacchierare fino a tardi la sera, accompagnando il sonno del fratello Nicola, quando veniva a trovarlo, o condividendo vassoi di dolci, come ha ricordato la sorella Antonella, solo per il piacere di vivere la sua vita in mezzo ai suoi parrocchiani.
La commossa testimonianza ed i ringraziamenti dei fratelli, hanno infatti commosso molto tutti i fedeli presenti: “sono felice di quanto mio fratello Dino ha lasciato traccia “ha detto Nicola Piraino, “la vostra presenza e la posa di questa stele in questo posto mi fa pensare che questo suo messaggio possa restare a memoria futura….mi piace immaginare le persone che s’incontreranno in questa piazzetta, immaginando don Dino nel suo sorriso e in quelle parole che sapevano dare conforto a tutti”; la sorella Antonella, nel tremolio di una voce scomposta dall’emozione, ha ringraziato soprattutto per il luogo scelto per la posa della stele “so cosa significava questa piazzetta per mio fratello “ha detto” ho visto come era attratto dalle persone che qui si riunivano per chiacchierare e con i quali amava soffermarsi e con i quali condivideva volentieri ciò che aveva”.
Padre Pasquali Pitari, postulatore diocesano, ha sottolineato “le tante cose belle della diocesi, tra le quali la “fame di santità”…. è questo che ha spinto quanti hanno conosciuto Don Dino, ad avviare già da subito, la ricerca di quanto il sacerdote ha fatto, le sue parole , le sue gesta, il suo dire sempre si alle chiamate di Dio, anche quando costava sacrificio e anche dolore; un si detto sempre con grande cuore ; ma, accanto alla beatificazione del prossimo 3 ottobre di Nuccia Tolomeo e Maria Antonia Samà” ha concluso poi con una speranza precisa e definita “non sarebbe bello, un domani, dire San Dino Nostro?”, esplicitando ciò che tutti coloro che hanno conosciuto il presbitero si augurano. Il Vescovo ha sottolineato come la Chiesa in queste procedure sia molto lenta (5 anni dalla morte), ma di quanto è giusto raccogliere quanto più possibile perché la Diocesi possa aprire a tempo debito un’Inchiesta e proporre anche la santità del presbitero al mondo, un giorno.
Don Ivan ha poi ricordato che l’8 agosto si festeggia San Domenico, ricordando che ricorreva anche l’onomastico di Don Domenico Piraino, raccontando di un particolare scambio di auguri con il Don, in cui ricordando San Domenico si ricordava di come si dicesse del Santo che “parlava di Dio o parlava con Dio”: don Ivan ha parlato della personalità di “Don Dino fortemente dedito o a parlare con Dio o a parlare di Dio” aggiungendo “non è questa la santità?”.
L’assessore Lobello ha mostrato il suo rammarico per non aver conosciuto Don Dino considerata la grande stima di cui godeva, e per questo, nonostante le lungaggini burocratiche, l’amministrazione comunale non ha esitato mai nel concedere i dovuti permessi per la posa della stele magistralmente realizzata dall’artista catanzarese Nuccio Loreti.
Tra gli assenti, infine, il Magistrato Sandro Dolce, grande amico di Don Dino, non potendo intervenire in presenza, ha inviato una calorosa e profonda testimonianza della sua amicizia antica, della condivisione dell’esperienza scout nella parrocchia d’origine del sacerdote, la Parrocchia Madonna di Pompei, della quale insieme al parroco Don Gaetano Rocca erano presenti numerosissimi fedeli, amici da sempre del presbitero, ricordando anche la condivisione nella conduzione della Caritas diocesana e dell’amorevole cura di Bruno (YEYE) o di Nando e dei suoi genitori, affermando che ciascuno dei presenti e degli assenti, sicuramente avranno un dolce aneddoto di condivisione da raccontare, uniti tutti da “quel sorriso che ha sempre offerto a tutti, quel sorriso che tutti abbiamo il dovere di tradurre nell’impegno quotidiano per essere costruttori di ponti e non di muri”
La cerimonia di ieri ha ancora una volta unito i cuori, le menti e i ricordi di quanti hanno avuto la fortuna di conoscere Don Dino e la sua amorevole fede, la sua capacità di contemplare Dio e saperlo riconoscere in ognuna delle Sue creature, nel dolore dei sofferenti, nella dignità umana e nella bellezza della natura; il suo cammino di vita, seppur non progettato, come scriveva al suo amico Don Ivan, ha lasciato traccia in ognuno dei suoi incontri, ovunque la volontà di Dio, a cui ha sempre dato il suo SI incondizionato, lo abbia portato. Un Sì alla bellezza della natura ed ai suoi splendidi tramonti, che amava contemplare dalle finestre del Seminario Teologico Regionale, nelle sue route scout fin da ragazzo o nelle lunghe passeggiate a Chiaravalle per ammirare le orchidee che spuntavano spontaneamente nelle rupi più selvagge; un SI alla preghiera di riflessione sulle parole di Cristo o a lui rivolte, perché non fossero mai sterili, ma producessero frutto di saggezza e di bontà negli innumerevoli incontri di preghiera con piccoli o grandi gruppi spirituali; un SI soprattutto agli occhi e al dolore degli uomini e delle donne, alle quali non ha mai fatto mancare il suo sorriso ed il suo messaggio di speranza. “Coraggio!”
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