Da un lato i versi senza tempo di Giacomo Leopardi, dall'altro una delle colonne del teatro italiano, Gabriele Lavia, in una location suggestiva come quella del Parco Scolacium. Un momento veramente speciale quello che Armonie d'Arte Festival, diretto da Chiara Giordano, ha regalato al suo pubblico la scorsa sera. Lavia ha avvolto i presenti con il suo carisma recitando le pù belle poesie del poeta di Recanati, dal Sabato del Villaggio al Canto notturno di un pastore errante dell'Asia, da A Silvia a L'Infinito, dal Passero solitario a La sera del dì di festa, da A se stesso a Le ricordanze.
Un appuntamento di grandissimo livello. Lavia non ha solo fatto ascoltare dalla sua voce le più intense liriche leopardiane, ha disegnato dei quadri con ogni parola facendo intendere il senso profondo di quanto scritto dal poeta. Un vero e proprio tuffo nella poetica di Leopardi, una lezione, come a scuola, durante la quale il maestro Lavia ha anche bacchettato i presenti con poca memoria perché, come lui stesso ha dichiarato “la poesia va coltivata, amata e tramandata”.
Grande protagonista sul palco e misurato e modesto fuori dalla scena, l'artista non ha nascosto la sua gioia di essere a Scolacium, “in un posto meraviglioso dove si respira la storia e la cultura, una civiltà scomparsa ma che sopravvive in queste rovine. Tutto potrà cambiare ma tranne la storia e il teatro. Quest'ultimo, in particolare, ha bisogno del pubblico e deve essere fatto necessariamente da persone, nessuna rivoluzione digitale potrà stravolgerlo”.
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