A lezione di legalità: gli studenti dell'IIS De Nobili di Catanzaro incontrano il magistrato Marisa Manzini

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Un momento dell'incontro
  19 gennaio 2024 16:28

Questa mattina presso il Musmi di Catanzaro si è tenuto il terzo incontro della rassegna letteraria Agorà dell'Istituto “De Nobili”, rappresentato dal dirigente Angelo Gagliardi. Ospite Marisa Manzini, Sostituto Procuratore Generale della Repubblica presso la Procura di Catanzaro e autrice del libro “Donne custodi, Donne combattenti” edito da Rubbettino. L'incontro ha coinvolto gli alunni di due classi terze e due classi quarte del liceo “ De Nobili” che hanno interloquito con l'autrice attraverso delle domande puntuali e pertinenti scaturite dopo un’attenta lettura del testo guidati dai loro docenti curriculari. Ha moderato l'incontro la prof.ssa Elisa Brognieri che, in apertura dei lavori, ha ringraziato il dirigente Angelo Gagliardi per aver abbracciato favorevolmente l'iniziativa che giunge ormai alla sua terza edizione e che quest'anno ha come tema “Legalità e cultura: un’alleanza virtuosa per lo sviluppo del territorio”, intendendo sottolineare come cultura e legalità costituiscano un binomio indissolubile e siano il fondamento della società civile. 

Ha puntualmente presentato l'opera il prof. Roberto Chiarella che si è soffermato su aspetti peculiari del testo della Manzini: viene presentato un contesto sociale, quello calabrese, deturpato dalla ‘ndrangheta, un contesto in cui diviene sempre più importante restituire fiducia e dignità ai ragazzi che domandano speranza di fronte ad una società violenta. Sempre di speranza ha parlato Gagliardi “Le azioni intraprese dal Procuratore- ha detto- ci danno speranze che la Calabria possa cambiare specie se le speranze sono colte  dai giovani che hanno la forza per contrastare la malavita e dire no”. Un encomio al coraggio e alla forza che la Manzini, donna magistrato, in Calabria ha attraversato gli anfratti più tortuosi e più pericolosi del sisatema mafia e si adopera  a togliere sempre più spazio alla malavita.

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 La dott.ssa Manzini, nell'esprimere la sua soddisfazione nell’ incontrare i giovani “perché -ha detto- loro hanno una marcia in più dal momento che hanno la possibilità di conoscere ed essere più incisivi nelle risposte”,ha fornito un'analisi profonda della nostra regione, bella, meravigliosa, circondata  dall'azzurro mare, ma che fa i conti con una parte di calabresi che piegano la testa al grave fenomeno della ‘ndrangheta. Il suo libro usa un linguaggio semplice e non tecnico proprio perché vuole esprimere e far conoscere il fenomeno della ‘ndrangheta “ Nel mio libro parto dall'analisi delle persone che compongono la 'ndrangheta,che si fonda sulle famiglie, quelle anagrafiche, che si sovrappongono a quelle mafiose e nelle quali il ruolo fondamentale è espresso dalla donna, emblema della custodia dei disvalori”. La donna, dunque, ha un ruolo fondamentale per la sopravvivenza della 'ndrangheta. Toccante ed emblematico il suo racconto sulle figure di Giuseppina Iacopetta e Tita Buccafusca: l’una esempio di donna, moglie di un boss,che incarna l'esempio del marito e strumentalizza persino la religione affinchè possa garantire giustizia al marito attraverso il sangue dei suoi sicari; l’altra è la storia di un dramma femminile, quello di una donna e di una mamma che ha osato sfidare la ‘ndrangheta per amore del figlio e che, misteriosamente, è stata trovata morta per aver ingerito acido muriatico.

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Un pubblico attento e curioso di fronte alle parole toccanti e materne del Sostituto Procuratore che,nel rivolgersi ai presenti, ha voluto ancora sottolineare il ruolo importante che riveste la scuola perché, attraverso dialoghi formativi come quello di oggi, da’ consapevolezza ai giovani e li aiuta a comprendere quali strumenti occorrano per sconfiggere la malavita.

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