A Liber@Estate 2019 il sociologo Giap Parini

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saveriogiapparini
  28 luglio 2019 08:29

Ieri sera, al Villaggio Calabrisella di Roccelletta di Borgia, si è svolto il quarto incontro della rassegna Liber@Estate 2019. Ospite della serata il sociologo Giap Parini che ha presentato il suo libro “Il cassetto dei sogni scomodi”. A fare gli onori di casa l’avvocato Sandro Scoppa, ideatore e curatore della manifestazione, e l’assessore alle Politiche Giovanili del comune di Borgia, Virginia Amato.

“Per la quarta serata di questa prestigiosa rassegna, ospitiamo un’eccellenza della nostra regione, il sociologo Ercole Giap Parini, professore associato all’Unical di Cosenza che ci presenterà il suo libro “Il cassetto dei sogni scomodi”. È impegnato in diverse attività di ricerca tra cui una che indaga il rapporto tra Letteratura e Scienze Sociali, che è quella che ha ispirato il saggio che presenteremo questa sera, ed un’altra che studia la criminalità organizzata, in particolare quella calabrese e i suoi interessi internazionali. È presente qui con noi un’altra eccellenza, la professoressa Olimpia Affuso, docente di Sociologia all’università “L’Orientale” di Napoli. Sarà lei ad introdurci nel cuore di questo testo, sociologa con all’attivo diverse pubblicazioni di saggi che, quest’opera, l’ha vista nascere. Mi limiterò a dire al professore che ho letto il libro con grande attenzione e, dopo averlo fatto, per me c’è un prima e un dopo. È una riflessione sociale sulla letteratura, ma è anche un’indagine sulla funzione sociale della scrittura e della lettura partendo dalle domande “Qual è il ruolo dell’autore?” e “Qual è la funzione del lettore?”. Indagine che mi ha arricchito molto e che migliorerà certamente il mio modo di scrivere e di leggere in futuro”, questa una sintesi dell’introduzione di Saverio Fontana, responsabile della comunicazione e stampa della rassegna, che ha moderato l’evento.

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“Anche per me c’è stato un prima e un dopo rispetto a questo libro, ho imparato che la lettura che noi diamo delle opere degli autori è ogni volta una nuova lettura, ogni volta una prima lettura, diversa da come l’autore l’ha inteso, perché noi la riempiamo con le nostre aspettative, la nostra cultura. Questa è la cifra fondamentale di questo testo. Mentre Parini studia da sociologo la società, la letteratura gli dà quelle intuizioni, quelle emozioni, quei suggerimenti che gli permettono di sviluppare nuovi pensieri per interpretare tutt’altro però. In pratica questo libro è la proposta di un metodo di lettura della Letteratura da sociologo che non sia un sociologo della letteratura. Secondo Parini, nel momento in cui lo studioso si misura con la Letteratura apre un dialogo, con i letterati, con le storie, che lo accompagna su un percorso che gli fornisce strumenti per interpretare la realtà, ma, soprattutto, gli fornisce strumenti per capire qualcosa in più di sé stesso. Per lui è importante una riflessione su stesso, perché è l’unico modo per mettere a punto gli strumenti intellettuali per osservare la realtà con un certo distacco” ha spiegato la professoressa Affuso che ha poi passato la parola al sociologo formulandogli la domanda: «Ma se questo serve al sociologo, perché chi non lo è dovrebbe leggere questo libro?».

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Il professore è riuscito, sin da subito, ad affascinare il giovane pubblico, in gran parte studenti, attraverso un dialogo costante con loro. Coinvolgendoli anche con qualche piccolo gioco, ha spiegato loro cos’è un sociologo, cos’è la lettura e a cosa serve a lui, il ruolo del lettore, ha cercato di far capire quanto leggere sia un privilegio e un onore, perché si stimola la creatività. Con un linguaggio accattivante ha citato Fernando Pessoa, Georges Perec, Charles Wright Mills, Robert Nisbet, Umberto Eco, Lewis Coser. Dall’attenzione dimostrata dai ragazzi, dai tanti applausi che hanno sottolineato i suoi passaggi, e anche dal fatto che alcuni di loro hanno deciso di acquistare il libro, si può dire che la sua risposta alla domanda della professoressa sia stata molto convincente. Ha poi risposto ad una domanda di Saverio Fontana che gli ha fatto notare di quanto fosse rimasto piacevolmente colpito dalla citazione, nel libro, di Nisbet in cui sostiene che le arti e la sociologia hanno dei punti di contatto nella capacità di schizzare paesaggi del tempo indagato. A confermare questa tesi, il professore,  ha preso ad esempio i saggi brevi del sociologo tedesco Georg Simmel che, a suo dire, sono poesie, per la ricercatezza nelle parole, nelle immagini che vengono create. Un sociologo che usava l’espediente artistico per essere più incisivo, perché l’arte crea immagini che rimangono nella testa. Alla fine è rimasto con piacere a firmare le copie e a dialogare con i ragazzi.

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