Università, istituzioni, associazioni e professionisti calabresi si sono uniti per dar vita al Laboratorio di ricerca e diffusione della mediazione ADRMedLab, con un percorso per la tutela dei minori in situazioni di marginalità sociale, istituito da Ismed Group per il Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane dell‘Università “Mediterranea” di Reggio Calabria. Tra questi, non poteva mancare il Maestro Gerardo Sacco, sempre attento alla vulnerabilità dei soggetti svantaggiati.
“Si tratta di un laboratorio permanente, un esperimento unico in Italia che attiva processi che ci auguriamo possano rendere la mediazione uno stile di vita in un territorio complesso” così Francesca Chirico, amministratore Ismed, nei giorni scorsi, presso la Cittadella Universitaria, ha presentato il laboratorio che, oltre a conversazioni giuridiche e alla Competizione Mediterranea di Mediazione, prevede il progetto Ri-Mediamo che offrirà, a dodici minori inseriti nel circuito penale, un’opportunità di inclusione attraverso un percorso di avviamento al lavoro.
I minori con il Maestro e le sue collaboratrici Antonietta e Elisa
Oltre il modulo teorico con pillole di legalità somministrate da mediatori, giuristi e psicologi, fulcro del progetto è la parte pratica ovvero il laboratorio che consentirà ai minori di acquisire competenze professionali nell’ambito della lavorazione dei preziosi e semipreziosi.
Il padrino non poteva che essere il Maestro orafo Gerardo Sacco, che ha accettato subito di dare il proprio contribuito e ha già avviato gli incontri con i ragazzi che, guidati da due giovani infilatrici della sua azienda, tra pietre e perline, acquisiranno competenze, racchiuse nell’attestato finale, ma soprattutto realizzeranno preziosi manufatti che saranno venduti durante una cerimonia conclusiva, destinando i proventi al sostegno delle loro attività e, per chi è interessato, alla partecipazione al corso di gemmologia, tenuto da Tiziana Salazzaro, che gli farà ottenere anche il brevetto di gemmologi.
“Grazie alla lungimiranza di mia madre, non ho commesso quegli errori che mi avrebbero condotto su strade sbagliate e, fiero dei miei sacrifici, sono qui a raccontarvi il mio sogno divenuto realtà”, con queste parole Sacco, visibilmente emozionato, si è rivolto ai minori presenti invitandoli a seguire sempre la strada delle proprie passioni.
Durante l’incontro di presentazione, introdotto dal direttore del DiGiES, Massimiliano Ferrara, affiancato da Chirico e rappresentanti delle varie istituzioni della rete costituitasi, Attilio Gorassini, docente di diritto privato presso l’Università Mediterranea, ha sottolineato la mission del progetto: “mediamo e rimediamo, ricreiamo quei rapporti che si sono persi per colpa di comportamenti non consoni al modo di vivere civile, accompagnando i minori in una dimensione sociale e professionale che gli consente di tornare ad essere protagonisti della propria vita e della comunità”.
Una grande scommessa resa possibile grazie alle aziende, come la Gerardo Sacco, che hanno creduto e investito nel progetto, non un evento spot ma un’attività che non si pone limiti di tempo e di obiettivi. Anzi, grazie al sostegno dell’Unione Nazionale Cooperative Italiane, rappresentata da Lidia Chiriatti, punta in alto offrendo un finanziamento per la realizzazione di una startup: i giovani che mostreranno attitudine e passione potranno aprire una cooperativa orafa. E Sacco sarà ben lieto di affidargli eventuali commesse, rafforzando, sempre più, il suo impegno nella formazione e nella promozione di giovani talenti.
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