di GIANPIERO TAVERNITI
Quando in un paese esiste una piaga, un male incurabile che la colpisce nel cuore, nello sviluppo, nel progresso, rendendola debole nei mercati finanziari, portando indecisione alla comunità, agli imprenditori, portando paura, sottomissione e omertà, bisogna avere dei veri uomini che possano contrastare questo male, uomini che come pelle abbiano la toga e siano garanti, incorruttibili di legalità, onestà, imparzialità e non siano nemici dei cittadini o spauracchi, ma siano dei veri e propri esempi da seguire e dei punti di riferimento.
Di certo non scopriamo noi le figure di diversi magistrati che in questa nazione sempre più in balia della corruzione, della malavita, nazione che agli occhi dei compagni di bandiera europei viene vista come la terra di mafia, mandolino e pizza. In tanti giudici , che hanno fatto il loro lavoro , combattendo al massimo e con ogni mezzo il cancro innominato, di sicuro ci sono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che agli inizi degli anni 1990 e precisamente il 23 maggio e il 19 luglio 1992 , sono stati barbaramente eliminati da quella parte della comunità che non conosce civiltà, cultura ed emancipazione, quella stessa parte della società che brucia il futuro dei nostri figli e che di sicuro pensa solo alle proprie economie contro tutto e contro tutti, incivilmente ed egoisticamente. La cultura alimenta quella tanto agognata rivoluzione cultural popolare, la diffusione delle positività, delle persone atte a rispettare se stessi ed il prossimo, nel pieno rispetto delle regole, oggi posizione civica che sempre meno persone tendono a non seguire, verso una tendenza, di “mascarijare” quella parte della comunità che vorrebbe reagire ma di fatto non viene fatta emergere, quella parte della società civile che rispetta uno stato giusto, ha piacere di lavorare , aver semplici aspettative di vivere in uno stato normale, dove si possano pagare solo le tasse eque a un governo attivo, propositivo e verso una politica che segua i tempi prendendo scelte coraggiose atte a migliorare la qualità della comunità rappresentata.
In un paesino della Calabria e precisamente a Riace, nel cuore della costa jonica, paesino dei Santi Medici S. Cosmo e S. Damiano, abbiamo conosciuto un vero artista che scolpisce il legno, da un insignificante pezzo di legno o di radice, riesce a creare, a modellare, trasmettendo con la propria arte, la dignità, un significato e un messaggio alle proprie opere.
Nicola Garaffa, per il 30° anniversario dalla perdita di due veri uomini italiani vuole dedicare la sua arte a Falcone e Borsellino con un'opera che ci colpisce e ci mette davanti a qualche cosa che in un paese normale non dovrebbe succedere…a già in un paese normale, dove si rispettano le persone , l’ambiente e si rispettano il futuro dei giovani e dove le scuole siano la seconda civile famiglia di formazione didattica e umana e dove l’educazione civica e alla legalità, possano essere materie anche di esame di maturità, di crescita che già dalla tenera età possano essere onorate compagne di viaggio.
Non possiamo che non evidenziare questo progetto artistico di Nicola che ha voluto ricordare questi due Grandi Esempi, scolpendo nel legno il loro ricordo, per non dimenticarli e se possiamo aggiungerla completa, di poterli emulare come cittadini, ogni giorno, perché il nostro futuro è solo frutto del nostro presente, guardando sempre al passato per non sbagliare e per non perseverare nel farlo. Non possiamo che non essere onorati di scrivere sui due magistrati anti -mafia, emulando l’artista Nicola che non solo ha inciso quei due cognomi FALCONE -BORSELLINO ma li ha ritratti con uno scalpellino , trasmettendo sul legno della sua opera , il volto degli stessi , tramandandone un solido e dignitoso messaggio di legalità, trasparenza, onestà , quel messaggio che hanno voluto trasmetterci Giovanni e Paolo , con la loro azione anti mafia, in un periodo delicato della nostra nazione che li ha portati all’isolamento anche da talune figure istituzionali e alla fine conducendoli a reagire , opponendosi al massimo delle loro forze contro il cancro sociale che alla fine ferocemente e brutalmente li ha portati via a un popolo che non ha saputo stargli vicino.
GRAZIE FALCONE E GRAZIE BORSELLINO, oggi con la cultura alimentiamo quella forte consapevolezza di non dimenticare che avete sacrificato il bene più prezioso chiamato vita, per poterci donare una società migliore e cercando di avviare quella rivoluzione cultural popolare che la nazione bisognava IERI e OGGI necessità di più.
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