A rischio il diritto all’istruzione in Calabria: al via la protesta dell'Usb

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  23 gennaio 2023 17:06

di CARMINE MUSTARI


A rischio il diritto all’istruzione in Calabria tra norme e loro interpretazione. Questa una delle motivazioni che spinge la sigla sindacale Usb a organizzare un giorno di protesta per sensibilizzare sull’argomento.

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 La nostra organizzazione sindacale, - si legge nel comunicato - ritiene che in Calabria sia in atto un nuovo metodo di interpretazione delle norme: quello personale, atto allo scopo che si vuole raggiungere che è quello di non nominare i supplenti temporanei sia docenti che ATA anche quando: Si è di fronte a necessità obiettive non procrastinabili, improrogabili e non diversamente rimediabili, casi in cui è possibile nominare il collaboratore scolastico anche dal primo giorno di assenza del titolare. In tutti quei casi in cui le suddette soluzioni normative (supplenze fino a15 giorni) non si rivelano idonee a sopperire alla sostituzione dei docenti assenti, al fine primario di non incorrere in una sospensione della didattica nei riguardi degli allievi interessati, i dirigenti scolastici possono provvedere, per periodi di assenza anche inferiori a 15 giorni, alla nomina di personale supplente temporaneo. Nel caso non si è nella condizione di “garantire ed assicurare il prioritario obiettivo del diritto allo studio e della piena funzionalità delle attività didattiche in caso di assenza temporanea del personale docente. Ed in altri casi che si fa nota.  Questa “forzata” interpretazione- continua la nota - Utilizzando “La soluzione organizzativa di accorpare le classi in caso di assenze brevi del personale docente; ciò non solo non è previsto da alcun regolamento, ma costituisce di fatto, sia pure in via temporanea, una modifica dell’organico non autorizzata, la costituzione di pluriclassi e la violazione di qualsiasi norma di sicurezza.

Utilizzando “Il personale docente assegnato su posti di sostegno viene impiegato per l’effettuazione di supplenze in sostituzione di colleghi assenti dal servizio, della propria o di altre classi. Tale situazione, ove rispondente a verità, non appare uniformata a criteri di regolarità, tenuto conto che finisce per distogliere l’insegnante di sostegno dal proprio compito istituzionale. Nel proseguire la nota tocca anche il tema del personale Ata e si dichiara:  “Utilizzando i collaboratori scolastici per sostituire i colleghi assenti durante il proprio orario di servizio (intensificazioni delle prestazioni) per coprire tutto il servizio pomeridiano che la scuola offre (scuole aperte) nonostante l’organico di questo personale sia calcolato sull’orario scolastico delle ore curriculari (tempo normale, tempo prolungato, tempo pieno) e non per coprire tutte le attività extracurriculari e quanto viene offerto con il servizio delle “Scuole Aperte”.

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E’ chiaro che in questa situazione viene meno la vigilanza e sicurezza degli alunni e drasticamente ridotto il servizio di assistenza.  all’Handicap, violando l’intesa tra MIUR e le sigle sindacali sulle funzioni aggiuntive del 9/11/2001: Vanno comunque garantite, anche attraverso particolari forme di organizzazione del lavoro e l’impiego di funzioni aggiuntive o l’erogazione di specifici compensi, le attività di ausilio materiale agli alunni portatori di Handicap ai bambini e bambine della scuola materna nell’uso dei servizi igienici e nella cura dell’igiene personale”.

Dalle succitate norme emerge con chiarezza che i responsabili del conferimento delle supplenze brevi sono i dirigenti scolastici. A loro spettano tutte le valutazioni per garantire la continuità dell'azione amministrativa, l’efficacia e l’efficienza del servizio scolastico, la garanzia ed il diritto allo studio degli alunni, la piena funzionalità delle attività didattiche. Basterebbe fare un semplice controllo incrociato per ogni singola scuola  per verificare che il monte ore annuale curriculare è violato privando gli alunni dei loro sacrosanti diritti e riducendo l’efficienza dell’azione amministrativa, la quale deve sempre ispirarsi al rispetto del principio della legalità. La “forzatura dell’interpretazione è più evidente: quando asseriscono che: “Non riescono a nominare i supplenti” dimenticando di dire che spesso non fanno le convocazioni, non applicano le disposizioni inerenti il regolamento delle supplenze, non “chiamano il personale dichiaratosi disponibile alle supplenze inferiore ai dieci giorni nell’infanzia e nella primaria.

Quando asseriscono che: “La vigilanza degli alunni ha valore primario rispetto al diritto allo studio” non sentendosi, quindi, in dovere di applicare tutte le norme che definiscono i percorsi amministrativi per assicurare il diritto allo studio costituzionalmente garantito. Anche gli Uffici periferici del MIUR non restano indietro in queste modalità interpretative: Non sempre rispettano, nella formazione delle classi, i piani di dimensionamento scolastico regionale per quanto riguarda tempi di percorrenza degli alunni, eventuali dissesti stradali, le deroghe per quanto attiene i plessi e le pluriclassi situati in territori montani, ed a scarsa densità abitativa. La soluzione ricorrente è quella di superare il problema chiudendo dette scuole mentre succede, incomprensibilmente, che si lascino pluriclassi all’interno di centri abitati. Il colpo di grazia a tutte queste situazioni lo danno gli accorpamenti degli istituti scolastici (Dimensionamento) fatto su logiche campanilistiche da parte dei comuni e/o logiche non sempre funzionali alla migliore offerta didattica sul territorio. Sono accorpamenti fatti solo per tagliare l’organico del personale docente ed ATA: infatti un accorpamento di 2 scuole con 700 alunni ciascuno porta ad un taglio dell’organico ATA.  

Il taglio tocca anche il personale docente. Comuni e Dirigenti Scolastici saranno costretti, seppure con motivazioni diverse, a tagliare plessi e classi soprattutto nei comuni montani. Siamo di fronte ad una scelta politica che parte dal dimensionamento scolastico Tremonti - Gelmini nel 2008 e portato avanti da tutti i governi che si sono succeduti fino ad oggi compreso il Governo Meloni.

A causa di tutte queste motivazioni L’USB PI Calabria, a garanzia del diritto all’istruzione, sostanziale e non formale dei propri cittadini, organizza una manifestazione pubblica da tenersi Giovedì 26 gennaio alle ore 10. presso la sede dell’Ufficio scolastico Regionale Calabria di Catanzaro, in quella occasione e sede chiediamo al Direttore Generale di voler ricevere, in occasione della manifestazione una delegazione sindacale insieme ad una rappresentanza dei manifestanti. Al personale della scuola e alle famiglie di mobilitarsi, per dare il contributo dei calabresi alle richieste, a livello nazionale, della trasformazione dell’organico di diritto in organico di fatto, della stabilizzazione del personale precario docente e ATA, della revisione delle tabelle di calcolo dell’organico ATA (almeno un collaboratore scolastico in più per ogni plesso diverso da quello principale, l’inserimento di nuovi parametri relativi alle tipologie degli edifici, piani, planimetrie, laboratori, palestre, cortili e alla quantità di ore che giornalmente la scuola resta aperta.

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