A Sellia Marina il sorriso di Sergio Mirante splende dietro le mascherine donate dall'Associazione nata in sua memoria

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images A Sellia Marina il sorriso di Sergio Mirante splende dietro le mascherine donate dall'Associazione nata in sua memoria
Un momento della donazione da parte dell'Associazione

La famiglia del giovane architetto scomparso prematuramente porta avanti iniziative benefiche: i presidi consegnati al reparto di malattie infettive del "Pugliese" e alla comunità selliese

  01 giugno 2020 09:54

E' quello che avrebbe fatto Sergio: donare per aiutare chi più ha bisogno. Con il sorriso, perché è vero che è più bello donare che ricevere. Ed è proprio questa solidarietà che ha indirizzato i primi passi dell'Associazione nata, per volere della famiglia e dal gruppo di amici, a marzo scorso nel nome di  Sergio Mirante (il giovane  architetto di Sellia Marina scomparso prematuramente a fine ottobre)  ma che a causa della situazione emergenza sanitaria dettata dal Covid 19 non è stata presentata ufficialmente durante la settimana pasquale come previsto. 

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La prima iniziativa pubblica dell'Associazione si è concretizzata con la  donazione di dispositivi di protezione individuale al reparto di Malattie infettive dell'ospedale "Pugliese Ciaccio" alla presenza del primario,  Lucio Cosco, della dottoressa Vespertini e di tutta l'equipe.

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Poi, la donazione al sindaco di Sellia Marina, Francesco Mauro, e ai parroci al termine della celebrazione in onore del patrono del comune, San Nicola. E, nei prossimi giorni, l'Associazione provvederà a distribuire i dispositivi anche ai commercianti del paese. 

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Solidarietà, dunque. Iniziative benefiche e solidali ciò che si prefigge di portare avanti la neo nata Associazione ma anche la promozione  di attività ricreative e culturali anche nel settore dello sport, comprese  quelle discipline  ed attività di carattere educativo pedagogico e di promozione sociale. 

Perchè Sergio era così. Sempre pronto a dare una mano agli altri. E sempre con il sorriso stampato sulle labbra.

 

Sergio amava la vita con tutto se stesso, quella vita  strappata prematuramente da un male incurabile.  Quando nuotava, quando giocava a calcio con i colleghi architetti. Quando si fermava nello spogliatoio per due chiacchiere. Quando prendeva in giro i compagni e gli amici.  Quando lavorava. Non c'era attimo vissuto pienamente. Vissuto con amore. Quello stesso amore che Sergio infondeva in chiunque gli si avvicinasse e che ora la famiglia ha "trasferito" in chi più ne ha bisogno.

 

 

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